Tra un ricordo di Little Richard e qualche profezia, a una settimana dall'uscita del nuovo 'Rough and Rowdy Ways' il cantautore parla al New York Times
"Mi ha nauseato senza fine vedere George torturato a morte in quel modo. E' stato oltre l'orrore. Speriamo che la giustizia arrivi presto per la famiglia Floyd e per la nazione". Sono le parole di Bob Dylan sull'uccisione da parte della polizia di Minneapolis dell'ennesimo afro-americano disarmato. Il Premio Nobel, che nel 1976, nella ballata 'Hurricane', cantava la brutalità della polizia nei confronti della gente di colore, ha risposto alle domande del NYT a una settimana dall'uscita, il 19 giugno, del nuovo album 'Rough and Rowdy Ways', il primo lavoro d'inediti da 'Tempest' del 2012.
Tra un ricordo di Little Richard e un affondo (contemporaneo) ai media, Dylan ha affermato che "la musica gospel è la musica della buona novella e di questi giorni non ci sono buone notizie. Le buone notizie nel mondo di oggi sono come un fuggiasco, trattato come un bandito e messo in fuga. Per questo dobbiamo ringraziare i media. Agitano la gente con pettegolezzi e biancheria sporca. Cattive notizie che deprimono e creano orrore". Quanto alla pandemia: "È il precursore di qualcos'altro che sta per venire"; e ancora "Forse siamo alla vigilia della distruzione. Ci sono molti modi per pensare al virus. Io penso che occorra lasciargli fare il suo corso".