Culture

'Chi è quel tizio lì dietro che li guarda?'

10 cose che probabilmente non sapete su Abbey Road e sulla sua foto di copertina, realizzata 50 anni fa oggi

8 agosto 2019
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Cinquant'anni fa esatti, l'8 agosto 1969, fu scattata quella che è forse la foto più famosa della storia della musica: i Beatles che attraversano Abbey Road. L'immagine sarebbe divenuta la copertina dell'album omonimo da 30 milioni di copie, l'ultimo registrato dai Beatles (uscì il 26 settembre 1969) e il penultimo pubblicato (l'ultimo fu 'Let It Be', registrato in precedenza e uscito l'8 maggio 1970, un mese dopo l'annuncio che il gruppo si era sciolto). L'immagine e l'album sono diventati nel tempo oggetto di curiosità e leggende. Alcune forse le conoscete già, altre magari no.

1. I piedi nudi di Paul McCartney

Il fatto che Paul fosse l'unico della band a comparire coi piedi nudi fu per anni oggetto di speculazioni: secondo una leggenda urbana, simboleggiava il fatto che in realtà fosse morto nel 1966 in un incidente stradale e fosse stato rimpiazzato da un sosia. La realtà è più... pedestre. McCartney raccontò anni dopo che aveva semplicemente caldo ai piedi e si tolse le scarpe (sull'asfalto, che idea). Attraversò così la strada, per quattro volte su sei. Peraltro è l'unico col piede destro avanti invece del sinistro, l'unico sbarbato e con una sigaretta nella mano destra.

2. Il fotografo

A scattare la foto fu Iain Macmillan (1938-2006), amico del gruppo che avrebbe poi continuato a lavorare con John Lennon e Yoko Ono. Dopo che lo staff dei Beatles ottenne dai vigili di fermare il traffico per una decina di minuti, alle 11.30 salì su una scaletta e realizzò sei scatti. Fu McCartney a scegliere quello che trovava più naturale. Uno di quelli scartati fu venduto all'asta nel 2012 per 25mila dollari. Macmillan aveva cominciato la sua carriera come fotografo sulle navi di crociera. 

Insieme a McCartney, preparò uno schizzo prima di realizzare la foto:

3. Quel signore là in fondo

L'uomo che si vede sulla destra, in piedi e incuriosito dal passaggio della band, si chiama Paul Cole. Nella foto ci finì per caso, e se ne accorse solo quando la moglie – organista in parrocchia – portò a casa una copia dell'album per impararne una melodia in previsione di un matrimonio.

4. Il letto di Yoko

Mentre veniva registrato Abbey Road, John Lennon, Yoko e i due figli ebbero un incidente stradale. Lennon chiese che nello studio di registrazione fosse portato un letto acquistato ai grandi magazzini Harrod's, per permettere a una Yoko convalescente di seguire la produzione. Come ormai capitava sempre più spesso, il resto della band non prese molto bene questa intrusione. A quanto pare Lennon e McCartney erano così ai ferri corti che il primo chiese che le sue canzoni fossero pubblicate sul lato opposto del vinile rispetto a quelle dell ex amico. La Apple, label del gruppo – nota per i più giovani: no, non quella degli iPhone –  si rifiutò. Ma poi a questo giro le canzoni più belle del disco sono quelle di George Harrison 'Something' (e su questo concordavano gli stessi Beatles) a 'Here Comes the Sun'.

5. L'Everest

All'inizio i Beatles non andavano d'accordo neppure sul nome dell'album. Pensavano di chiamarlo Everest, dal nome delle sigarette fumate da Geoff Emerick, l'ingegnere del suono. Volevano perfino recarsi sul posto per scattare una foto di copertina sotto alla vetta. Fu McCartney a suggerire di chiamarlo con il nome della via sulla quale si affacciano gli studios di EMI. Chiese pure di non mettere titolo del disco e nome del gruppo in copertina, sostenendo che tanto li conoscevano tutti. I manager di Emi brontolarono, ma accettarono.

6. Il maggiolone 

La foto creò alcuni problemi al proprietario del Maggiolone Volkswagen che vi compare. Contenendo la sigla '28 if' ('28 se') i complottisti convinti della morte di McCartney pensavano alludesse alla frase '28 if Paul weren't dead' (Paul avrebbe 28 anni se non fosse morto). A chi gli faceva presente che Paul aveva in realtà 27 anni al momento della pubblicazione, rispondevano che i mistici indiani contano gli anni dal concepimento e non dalla nascita. Probabilmente anche per questo motivo la targa fu rubata diverse volte. L'auto fu poi venduta all'asta per un'ottima cifra: 23mila dollari. Ora si trova al museo della Vokswagen a Wolfsburg.

7. Il furgoncino della polizia

Altro segno, secondo i cospirazionisti, che alludeva al silenzio delle autorità dopo la morte di Paul McCartney. Gli Oasis usarono lo stesso numero di targa apponendolo alla limousine sulla copertina di 'Be Here Now' (1997)

8. Lo stilista.

Tutti i membri della banda tranne Harrison indossano abiti dello stilista Tommy Nutter, che aveva reinventato il compassato stile sartoriale di Savile Row per venire incontro a un pubblico più giovane e 'alternativo'. 

9. Il plagio

John Lennon subì una causa dal produttore di Chuck Berry: i primi due versi di 'Come Together' (“Here come old flat-top/He come groovin’ up slowly") erano 'rubati' a 'You Can't Catch Me' di Berry ("Here come a flat-top/He was movin’ up with me"). Si misero d'accordo: Lennon fece tre cover di canzoni i cui diritti appartenevano al produttore di Berry e le accolse nel suo album del 1975 'Rock 'n' Roll'. 

10. Le imitazioni

Nel corso degli anni si sono susseguite le citazioni visive della cover di Abbey Road. Fra questi i Red Hot Chili Peppers (nudi, con un calzino a nascondere i genitali), i Simpson e lo stesso McCartney, nella copertina del suo album del 1993 'Paul is live' (e chi vuol capire, capisca).

 

 
 

 

 

 

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