Arte

Genova: tutti innocenti, anche se i Modì sono falsi

Assolti anche Rudy Chiappini e Pietro Pedrazzini. Secondo il giudice Massimo Deplano, quelle opere vennero esposte non sapendo che fossero ‘patacche’

Rudy Chiappini
(Ti-Press)

La mostra di Modigliani a Palazzo Ducale a Genova, chiusa in anticipo nel 2017 con il sequestro di 21 opere, non fu una truffa. E per questo i sei imputati sono stati assolti anche se otto dipinti sono stati dichiarati falsi. Secondo il giudice Massimo Deplano quelle opere vennero esposte non sapendo che fossero quasi tutte patacche. L'udienza si è aperta con la notizia della morte, quattro giorni fa a New York, del principale imputato Joseph Guttmann, mercante d'arte di 81 anni. I suoi legali, gli avvocati Massimo Boggio e Massimo Sterpi, hanno chiesto comunque l'assoluzione nonostante il decesso "per onorare la sua memoria e ricostruire la sua reputazione".

La vicenda, in sintesi

Il caso giudiziario venne sollevato dal critico d'arte Carlo Pepi che, dopo aver visto il catalogo, denunciò ai carabinieri la falsità di un terzo dei quadri esposti. Fra i testimoni chiave viene individuato l'esperto francese Marc Restellini che puntò subito il dito contro Guttmann. Le opere vennero sottoposte a una consulenza e il pool di esperti ne bollò 20 come vere e proprie "patacche" (su una delle 21 sequestrate è rimasto il dubbio). A processo, a vario titolo, per truffa, falso, ricettazione e contraffazione di opere, c'erano Massimo Zelman, presidente di Mondo Mostre Skira, che imbastì l'esposizione; Joseph Guttmann, mediatore originario dell'Ungheria con base a New York e proprietario di molte delle opere sequestrate; Rudy Chiappini, italiano trapiantato in Svizzera, curatore; Nicolò Sponzilli, direttore mostre Skira; Rosa Fasan, dipendente Skira; La Fondazione Palazzo Ducale si era costituita parte civile tramite l'avvocato Cesare Manzitti.

Il procuratore aggiunto Paolo D'Ovidio aveva chiesto cinque condanne, dai sei anni agli otto mesi, e l'assoluzione per Zelman. "Dell'iniziale impianto accusatorio non è rimasto in piedi praticamente nulla. Leggeremo le motivazioni per capire cosa ha ritenuto il giudice sulle opere ritenute false – hanno detto i legali Sterpi e Boggio –, la mostra era assolutamente legittima e al massimo c'era una questione di attribuzione di quadri a doppia mano ma questa è una tipica questione che si discute tra i critici d'arte e non in un tribunale mettendoci cinque anni per arrivare a una decisione del genere". Di parere opposto il procuratore aggiunto D'Ovidio: "È dimostrato che alcune opere erano false. Sull'elemento soggettivo, cioè sulla consapevolezza, non pensiamo che non fossero consapevoli, ma vedremo le motivazioni".

Per quanto riguarda invece l'opera "Chaime Soutine", nel corso del processo si è appurato, così come statuito dalle expertises dei più importanti storici dell'arte, che tale quadro è stato realmente dipinto da Amedeo Modigliani. Per tale motivo lo scultore ticinese Pietro Pedrazzini, proprietario del dipinto, è stato assolto con formula piena "perchè il fatto non sussiste", con ordine di restituzione immediata del quadro.

Vittorio Sgarbi: ‘Diffamate persone oneste, e persino lo stesso Modigliani’

La sentenza di assoluzione ha portato Vittorio Sgarbi a criticare l'inchiesta. "L'ipotesi accusatoria infondata e l'incompetenza manifesta delle due improbabili perite aveva portato a incriminare collezionisti in perfetta buona fede che avevano acquistato opere referenziate e pubblicate senza alcun dolo possibile", ha detto. Ed ha aggiunto: "Nella sostanza sono state diffamate persone oneste e persino lo stesso Modigliani, arrivando a una conclusione sconcertante: l'inautenticità risulta opinabile prima per 13 opere, poi per 21 e alla fine per "alcune", forse per 8. In definitiva, probabilmente, per nessuna. E certamente senza nessuna intenzione truffaldina".

Secondo gli investigatori, attraverso l'esposizione alla mostra si voleva rendere autentiche delle opere false in modo tale da acquisire una maggiore quotazione e rivenderle a prezzi stellari nel centenario della morte di Modì. Tra le opere ritenute false, e che dovranno essere "marchiate" con la scritta "Non riconducibili a Modigliani", ci sono Cariatide Rossa/Les Epoux (Modigliani 1913, olio su tela), Cariatide (Modigliani 1914, tempera su carta); Ritratto femminile (Modigliani, 1917, dipinto a olio); Ritratto di Moricand (Modigliani, 1915, olio su tela).

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