Arte

Addio all’artista Piero Gilardi

Noto a livello internazionale, ideò il Pav-Parco arte vivente di Torino, compendio delle esperienze relative alla dialettica Natura/Arte

1942-2023

È morto Piero Gilardi, uno degli artisti italiani più noti a livello internazionale tra quelli della sua generazione. Ha saputo interpretare alcuni cambiamenti epocali che hanno investito la società a partire dagli anni Sessanta. Maestro dell’Arte Povera, è stato uno dei precursori dei temi ambientali. Tra le sue prime opere, e anche tra le più note, ci sono i Tappeti-Natura, realizzati in poliuretano espanso per denunciare la mercificazione e il degrado dell’ambiente.

"Non ci lascia solo un grandissimo artista, ma un grande critico, un grande teorico e un grande animatore dei movimenti. Un sognatore che ha cercato di portare l’attenzione sulle tematiche ambientali anticipando molto i tempi, e quindi un grande visionario", commenta Enrico Carlo Bonanate, direttore del Pav (Parco d’arte vivente), centro sperimentale di arte contemporanea integrato nella natura, creato da Gilardi a Torino. "Il Pav organizzerà una mostra a novembre sulla sua figura. Sarà un’occasione per ricordarlo nel luogo fondato da lui, nel suo sogno. Il Pav, aperto nel 2008, è stata la sua ultima opera, ma la più grande di tutte perché è un luogo vivente, un museo, un bene della collettività. Incarna in pieno tutto il suo percorso sia di persona sia di artista", spiega Bonanate.

Figlio della pittrice e modella Cecilia Lavelli, Gilardi debutta nel 1963 con l’opera neodadaista Macchine per il futuro presso la Galleria L’Immagine di Torino, partecipando alla nascita dell’Arte Povera e della Land Art. Nel clima politicizzato della fine degli anni Sessanta, decide di interrompere la produzione artistica e cerca nuove esperienze di vita nelle aree periferiche del pianeta, partecipando all’elaborazione teorica di nuove tendenze artistiche, Land Art, Antiform Art, Arte Microemotiva. Vicino alla ‘nuova sinistra’ (sinistra extraparlamentare), abbraccia i movimenti artistici della creatività collettiva e spontanea, vivendo esperienze creative non solo in Italia, ma anche in Nicaragua, in vari Paesi dell’Africa e nei territori dei nativi americani negli Stati Uniti. Ritorna alla piena produzione artistica nel 1981, anno nel quale inizia anche una ricerca interattiva e multimediale, volta al coinvolgimento pieno e dinamico del pubblico nelle installazioni da lui create (Pulsazioni, Absolut, Shared emotion).

Tra le numerose personali quelle al Castello di Rivoli (2012), al Pav di Torino (2013), al Maxxi di Roma (2017) e al Michel Rein di Parigi (2020). A maggio 2022, il Magazzino Italian Art di Cold Spring, nello Stato di New York ha aperto al pubblico una mostra dedicata a Gilardi e ai Tappeti-Natura.

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