Arte

Oscar Andrea Braendli, singolarità di un artista

Alla Biblioteca cantonale di Bellinzona, il 24 settembre, una selezione di acquerelli dell'artista di origini elvetiche vissuto tra Milano, Zurigo e il Luganese

Oscar Andrea Braendli, senza titolo (acquerello su cartoncino, 1992)
22 settembre 2020
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Nella complessità delle ragioni che hanno mosso l'inventiva di Oscar Andrea Braendli si possono perlomeno individuare tre fattori essenziali, che stanno alla fonte della sua espressione artistica: un'acuita sensibilità d'animo, del tutto fuori dal comune; l'attenzione empatica per le creature e le manifestazioni della natura meno appariscenti, dai più giudicate trascurabili o anche repellenti e da eliminare (insetti, topi, muschi…); una cultura di vasto raggio (dalla letteratura, all'arte, alla musica, alle scienze) respirata nella consuetudine famigliare, in cui fin dall'infanzia la pratica del disegno occupava un posto importante nel quadro di un'educazione esigente.

La sua pittura (coincidente in modo esclusivo con l'acquerello) appare allora essere un linguaggio di assoluta spontaneità, maturato al di fuori di qualsiasi studio accademico; una sorta di altra lingua madre per Braendli, parte determinante, accanto all'italiano e al tedesco, del suo bagaglio culturale (locuzione che Braendli, con bello spirito, cambia in "nécessaire", come si legge in una pagina dei suoi diari). Non a caso, palesi appaiono gli scambi, le inclusioni e l'analogia di ritmo con la scrittura, come ha osservato chi ha avuto il privilegio di chinarsi sulle carte di questo singolare autore, carte nelle quali sono state inoltre riscontrate corrispondenze con la notazione musicale e la musica, molto amata da Oscar Andrea Braendli.

L'estrema riservatezza di carattere lo ha tenuto estraneo rispetto al circuito artistico e lo 'svelamento' del suo lavoro – autenticamente e problematicamente 'segreto' – sta avvenendo solo da pochi anni, postumo. Forse la principale lezione che si ricava dall'opera di Oscar Andrea Braendli si lega al formato, inusualmente piccolo, dei suoi dipinti: carte e cartoncini di due, tre centimetri di lato, ma anche molto meno, pochi millimetri; fino a cinque, sei centimetri mentre rarissimi sono i lavori che toccano i dieci centimetri.

Questa costante concentrazione su una superficie tanto minima, insieme alla capacità di evocare al suo interno spazi incommensurabili, pullulanti di presenze e di movimento, sono il segno di un'urgente e inappagabile ricerca esistenziale, in fondo non molto differente da quella che si è tradotta per Alberto Giacometti in una progressiva, fatale riduzione delle sue figure. Girare le spalle all'orgogliosa scala di misura dell'uomo che impronta di sé il mondo e indagare la ricchezza della dimensione opposta (atteggiamento, fra l'altro, in sintonia con un pensiero di 'decrescita'; sempre meno ignorabile) equivale a sviluppare le indicazioni di uno dei filoni più fecondi dell'arte moderna, tracciati da personalità quali Paul Klee e Joan Miró, entrambi sentiti infatti a lui molto vicini da Oscar Andrea Braendli.

Con il loro cromatismo brillante, risolto quasi sempre in una vera e propria festa di colori, con la loro varietà di immagini di inesauribile fantasia, i minuscoli fogli di Braendli danno testimonianza di quel vitalismo e di quella pienezza che pervadono l'universo e che superano ogni apparente vuoto e ogni apparente morte. E non ultimo degli strumenti di indagine, di cui ha fatto uso questo solitario artista, che aspirava alla poesia del silenzio, è stato lo sguardo bambino che, contro ogni avversità, egli ha mantenuto intatto lungo il suo percorso, facendone sostegno alla limpidezza delle sue opere.

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A settant'anni dalla nascita, la Biblioteca cantonale di Bellinzona esporrà il prossimo 24 settembre una selezione di acquerelli di Oscar Andrea Braendli detto Oscarino (Milano, 1950 - Bombinasco, 2009), artista di origini elvetiche vissuto tra Milano, Zurigo e il Luganese. In occasione della vernice della mostra, alle 19.15, verrà presentato il volume di Anna Francesca 'Braendli Oscar Andrea Braendli. Sulle tracce di Oscarino' (Milano, Fondazione Italo Zetti, 2020). Interverranno: Maria Will, Anna Francesca Braendli, Mariangela Agliati Ruggia e Paola Piffaretti. Al termine, breve presentazione delle due mostre in corso alla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst.

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