Arte

Sussurri gridati dal passato

Nicoletta Bortolotti narra con dolcezza il dramma dei bambini proibiti

29 marzo 2019
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La storia degli ultimi cento anni del Canton Ticino fa da sfondo a questo bellissimo romanzo di Nicoletta Bortolotti, Chiamami sottovoce. Dalla Lugano bella degli anni 30 alla Leventina degli anni 70 fino ai giorni nostri percorriamo un secolo di contraddizioni, tra la terra ospitale che diede rifugio agli anarchici e gli antifascisti e il dramma dei bambini proibiti dei migranti stagionali impiegati nei cantieri delle grandi opere.
Intrecciate alla storia del Ticino sono le vicende di Delia, anziana affittacamere ad Airolo, e due bambini, Nicole e Michele, con le loro controparti adulte, ferite, smarrite, forse disincantate. Lei, Nicole, porta un fardello, una colpa che si trascina dagli anni in cui bambina conobbe lui, Michele, “bambino fantasma” portato clandestinamente in Svizzera negli anni Settanta dai genitori, perché il padre è uno dei tanti lavoratori italiani cui dobbiamo il traforo del San Gottardo.
Nicoletta Bortolotti è una scrittrice per ragazzi, e si vede. Spero che non ce ne sia bisogno, ma voglio chiarire: è un complimento. Perché è più difficile scrivere per ragazzi che per gli adulti, e lo dimostra il fatto che molti grandi scrittori, quando si sono avventurati nella scrittura “per bambini”, hanno fatto dei tonfi dolorosissimi. La scrittura per ragazzi richiede uno stile pulito, chiaro, essenziale, elegante, privo di sovrastrutture inutili e virtuosismi pindarici: questo libro si legge con piacere ed è come ascoltare il sussurro della memoria che attraversa e sconfigge il tempo che passa.

Nicoletta Bortolotti presenterà il suo libro domani mattina, sabato 30, nella Hall del LAC alle 11.00.
Modera l’incontro Claudio Moschin, Rsi.

Chiamami sottovoce
di Nicoletta Bortolotti
HarperCollins, 2018
358 pagine

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