Il governo sulla mozione Udc riguardante i controlli della velocità: ‘Già oggi ci si concentra sui punti sensibili, per esempio scuole e cantieri’

Incidenti stradali e vittime. Fino al 2005 e negli anni precedenti si contavano in Ticino in media più di 2’000 vittime (feriti e morti), tra cui numerosi morti (34 per esempio nel 2000, 45 nel 2001). Dal 2006 “queste cifre sono più che dimezzate e sono in costante diminuzione”: nel 2016 vi sono state meno di 1’000 vittime della strada, 720 nel 2024. Anche il numero di persone decedute “è sceso notevolmente e si attesta a circa 10 all’anno”.
È quanto segnala il Consiglio di Stato esprimendosi sulla mozione depositata in febbraio da Alain Bühler (primo firmatario), Tiziano Galeazzi, Andrea Giudici e Aline Prada. Mozione con la quale i deputati dell’Udc chiedono al governo da un lato di vincolare e garantire che “almeno l’80%” dei controlli avvenga in tratti stradali ritenuti critici per la sicurezza (“aree scolastiche, cantieri stradali, tratti in cui si riscontrano statisticamente numerosi incidenti”), fornendo annualmente una lista aggiornata dei controlli radar svolti dalla Polizia cantonale e dalle Polizie comunali (“giustificandone l’installazione, al fine di garantire trasparenza e una corretta informazione ai cittadini”). Dall’altro di allestire un rapporto annuale che valuti l’impatto reale dei controlli radar sulla riduzione degli incidenti e “su un fattivo aumento della sicurezza stradale, confrontando i dati pre e post installazione, per garantire che i dispositivi siano realmente utili alla sicurezza stradale”. Decisamente più eloquente il titolo dell’atto parlamentare democentrista: “Più trasparenza nei controlli della velocità in Ticino - Sì alla prevenzione. No a far cassetta”.
I radar mero strumento di incasso? Una tesi, reiterata ormai fino alla noia, che il Consiglio di Stato, da cui dipende la Polizia cantonale, contesta “fermamente”. E ricorda per l'ennesima volta che la velocità eccessiva o non adeguata alle circostanze “è una delle principali cause di incidenti”. Senza poi dimenticare che “l’aumento di veicoli in circolazione sulle strade e la conseguente densificazione del traffico” comportano un incremento dei rischi. Ora, se negli ultimi quarant'anni circa in Svizzera si è registrato un miglioramento della situazione in termini di sicurezza stradale, questo lo si deve anche ai controlli della velocità. I quali, ribadisce il governo, “rappresentano uno strumento fondamentale per la prevenzione degli incidenti”. Ma non è appunto l’unico. Il calo dei sinistri con danni alle persone è infatti da attribuire a più fattori. Il Consiglio di Stato ne elenca alcuni: i vari aggiornamenti legislativi e la loro attuazione, la formazione degli utenti in generale, il programma ‘Via Sicura’, gli interventi tecnici nella rete stradale, le nuove tecnologie di sicurezza applicate ai veicoli e le campagne di prevenzione.
I controlli della velocità “vengono già attualmente effettuati dalla Polizia cantonale e dalle Polizie comunali lungo i tratti di strada ritenuti particolarmente sensibili sulla base di dati oggettivi e di analisi specifiche”, sottolinea poi il governo. L’attività di monitoraggio “non si limita a interventi puntuali, ma si concentra soprattutto nelle aree considerate critiche: in prossimità degli istituti scolastici, nei cantieri stradali e nei punti in cui si sono verificati incidenti con esito mortale”. La programmazione dei controlli “si fonda quindi su un approccio mirato ed efficace, che tiene conto delle reali condizioni di rischio, garantendo la presenza degli agenti laddove essa può produrre il maggior impatto preventivo”. Da ricordare, inoltre, “l’importanza” delle segnalazioni da parte di cittadini e autorità locali concernenti zone del comune che reputano pericolose. Insomma, evidenzia il Consiglio di Stato, “i dati raccolti negli ultimi anni confermano un impegno costante: centinaia di ore di sorveglianza distribuite nei diversi distretti, con una copertura significativa sia della rete autostradale che di quella cantonale e comunale”. E a proposito di dati, il governo fa sapere che per esempio nel 2024 sono stati eseguiti 292 controlli per un totale di più di 1’233 ore nei pressi degli istituti scolastici ticinesi, nel 2023 310 controlli per un totale di più di 1’118 ore. La Polcantonale nel 2024 ha effettuato 110 controlli in zone dove era presente un cantiere (in autostrada e nelle strade cantonali) mentre nel 2023 ne ha eseguiti 118.
Per la cronaca, il governo invita il Gran Consiglio a respingere la mozione democentrista.