Tra i vertici di Ffs e il Comitato contro lo smantellamento Cargo le posizioni restano distanti. ‘Le opportunità ci sarebbero, se si volesse...’

Le posizioni restano le stesse. Come pure gli argomenti e le rivendicazioni. Sulle prospettive di Ffs Cargo in Ticino sembra difficile, al momento, che si possa arrivare a un’intesa tra le parti. Da un lato c’è il Comitato contro lo smantellamento di Ffs Cargo, che chiede: la sospensione di ogni ulteriore misura di riduzione del personale, di garantire il mantenimento di una base operativa stabile e qualificata per il traffico merci nel nostro cantone, con particolare attenzione al nodo di Chiasso e al ruolo di Bellinzona, di elaborare una strategia nazionale per il traffico merci che valorizzi la posizione del Ticino come snodo logistico e non lo releghi a mera zona di transito. Posizione sostenuta anche dal Consiglio di Stato. Dall’altro lato ci sono i vertici delle Ferrovie federali svizzere che, durante un incontro questa mattina a Berna proprio con il comitato, hanno ribadito la loro posizione: con i vincoli attuali dati dalla politica è impossibile non intervenire in un settore che è in perdita.
La conseguenza più dolorosa è stata la riduzione di 40 posti di lavoro a Sud delle Alpi con il personale toccato che è però stato interamente ricollocato in Ticino. A preoccupare è però il futuro. Il Ceo delle Ffs Vincent Ducrot, incontrando nelle scorse settimane il Consiglio di Stato, ha infatti annunciato che con ogni probabilità sarà necessario un altro intervento (leggasi: tagli) nel nostro cantone. «Non ci sono grandi novità. I vertici delle Ffs ci hanno ribadito quanto già sapevamo», afferma Thomas Giedemann del Sev al termine dell’incontro. A incontrare il comitato, oltre al Ceo Ducrot, erano presenti anche il responsabile del trasporto merci Alexander Muhm e Roberta Cattaneo, direttrice regionale di Ffs Regione sud. «Per noi è importante che le Ferrovie abbiano una visione rivolta al futuro. Ridurre ora il personale rischia di essere, in futuro, un autogol. Quando l’economia si riprenderà ci sarà un aumento pure del traffico merci. Senza considerare poi che nei prossimi anni non pochi collaboratori passeranno al beneficio della pensione. Per queste ragioni è opportuno che Ffs Cargo non si separi dal proprio personale, ma che trovi soluzioni di impiego interno, perché nel futuro prossimo ne avrà grande necessità». Continua Giedemann: «Ducrot ha detto che le Ffs hanno posti di lavoro dove li possono offrire. Bene! Le Ffs hanno certamente delle opportunità per creare nuove occasioni occupazionali in Ticino. Le soluzioni si trovano. Basta volerlo».