Il Gran Consiglio respinge la richiesta di concedere deroghe anche per gli allievi più grandi. ‘È parte del percorso educativo’
I bambini che frequentano l’asilo e la sua mensa continueranno a farlo con le regole attuali. La refezione – che alla scuola dell’infanzia è ritenuta una parte integrante dell’attività educativa – resta quindi obbligatoria per gli allievi che frequentano il secondo e il terzo anno, mentre è facoltativa per i bambini al primo anno d’asilo. La maggioranza del Gran Consiglio ha infatti respinto un’iniziativa parlamentare dei deputati del Centro Luca Pagani e Maddalena Ermotti-Lepori che chiedeva di modificare la legge sulla scuola dell’infanzia e sulla scuola elementare per rendere possibili maggiori deroghe all’obbligo di frequentare la mensa. Per gli iniziativisti, sostenuti anche da una minoranza della commissione parlamentare ‘Formazione e cultura’, le famiglie dovrebbero poter scegliere di stare con i propri figli durante il pranzo. Molti genitori lavorano durante gli orari serali e la pausa di mezzogiorno è uno dei pochi momenti della giornata che possono trascorrere con i propri figli. Altro argomento portato dagli iniziativisti: le famiglie sono un elemento portante della nostra società, sono quindi assolutamente in grado di educare i propri figli a una corretta alimentazione.
Non la pensa così la maggioranza del Gran Consiglio, con un argomento tanto semplice quanto diretto: il sistema attuale funziona, non ha mai dato particolari problemi, e le rare richieste di dispensa dall’obbligo di refezione sono sempre state gestite in maniera autonoma dagli istituti. Dati alla mano, in vista dell’anno scolastico 2023/24, sono state solo 40 in tutto il Ticino le richieste di dispensa inoltrate da famiglie di allievi che frequentano il primo anno d’asilo, quando la frequenza alla mensa è facoltativa. Senza dimenticare che, come detto, la refezione all’asilo è parte del percorso educativo.
Del tema si era già discusso a più riprese in parlamento. Nel 2020 il Gran Consiglio aveva accolto un’iniziativa che chiedeva al Consiglio di Stato di elaborare una modifica di legge per inserire nella legge la libertà di stare a mensa o a casa per gli allievi della scuola dell’infanzia. Nel 2022, invece, sempre il Gran Consiglio ha fatto una parziale retromarcia approvando il regolamento attuale che prevede, come detto, la possibilità di scegliere se frequentare o meno la mensa solo nel primo anno, quello facoltativo.
A giocare un ruolo decisivo è stata la consultazione promossa dal Consiglio di Stato. Consultazione che ha coinvolto le quattro commissioni circondariali e i Comuni. Ebbene, in merito alle prese di posizione concordate tra direttori e capidicastero è stata data luce verde a un solo punto del progetto, poi approvato, ovvero quello riferito alla possibilità di introdurre la libertà di partecipare alla refezione per i bambini iscritti all’anno facoltativo. Parere negativo invece per l’allargamento della possibilità di dispensa agli altri anni di scuola obbligatoria.
«La mensa è stata fatta per i bambini oppure i bambini sono fatti per la mensa?», chiede in maniera provocatoria l’iniziativista Maddalena Ermotti Lepori. «Sono sicura che la mensa è fatta per i bambini e non viceversa. Per alcuni allievi, pochi per carità, non è la soluzione ideale. Stare fuori casa in mezzo ad altre persone può essere motivo di stress e caos».
Mette l’accento su un aspetto pedagogico la relatrice del rapporto di maggioranza Maruska Ortelli (Lega): «L’attuale formulazione della legge ha un principio chiaro: la mensa è parte del percorso educativo. Un cambio di rotta su questo aspetto non ha convinto quasi nessuno in fase di consultazione. Siamo davanti a un sistema che funziona». Replica secco Sergio Morisoli (Udc) relatore del rapporto di minoranza: «Con tutta la buona volontà è difficile capire quale valore aggiunto ci sia nel lasciare i bambini a mangiare a scuola o quale rischio si riduca nel non lasciarli tornare a casa».