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Tribunale appello, in quattro per il dopo Giorgio A. Bernasconi

Ecco i candidati ritenuti idonei dalla Commissione di esperti a ricoprire la carica. E ora decide il Gran Consiglio, cioè la politica

Il giudice Giorgio A. Bernasconi, attuale presidente della prima Camera civile del Tribunale d’appello
(Ti-Press)
10 marzo 2025
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Non c’è solo quella per il dopo Mauro Ermani al Tribunale penale cantonale. Si profila un’altra elezione in ambito giudiziario. Il Gran Consiglio sarà infatti chiamato fra non molto a designare il o la subentrante al Tribunale d’appello del giudice Giorgio A. Bernasconi, attualmente presidente della prima Camera civile, che alla fine del prossimo mese di giugno cesserà l’attività di magistrato per raggiunti limiti di età, 70 anni. I candidati sono quattro e tutti e quattro sono stati ritenuti idonei a ricoprire la carica dalla Commissione di esperti indipendenti, tenuta a formulare il relativo preavviso all'autorità di nomina, cioè il parlamento.

Si tratta, in ordine alfabetico, degli avvocati Serena Bellotti (oggi cancelliere presso la seconda Camera civile), Claudio Cortese (ispettore presso la Camera di esecuzione e fallimenti), Brenno Martignoni Polti e Fernando Piccirilli (capo della Sezione esecuzione e fallimenti in seno alla Divisione della giustizia del Dipartimento istituzioni). Piccirilli e Cortese sono di area Plr.

Toccherà alla commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’ avanzare la proposta di elezione all’indirizzo del Gran Consiglio. Come da bando di concorso, il magistrato che verrà eletto sarà attribuito “in via principale” alla Camera di esecuzione e fallimenti (Cef), che fa parte della Sezione di diritto civile del Tribunale d’appello. E questo perché il giudice Charles Jaques, presidente della Cef, ha esercitato il diritto di opzione, passando alla prima Camera civile in cui lavora Giorgio A. Bernasconi. Il concorso per la sostituzione di Bernasconi, area Centro, in passato anche presidente del Tribunale d'appello, è scaduto il 20 gennaio.

La Commissione di esperti si è dunque già pronunciata sull’idoneità dei quattro aspiranti giudici d'Appello. Ora la palla è nel campo della politica. Anche stavolta avranno la meglio il manuale Cencelli e quindi le trattative tra i partiti sulla spartizione delle poltrone a Palazzo di giustizia? Anche stavolta lasciamoci stupire.