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Un'alleanza transfrontaliera per il completamento di AlpTransit

I Legislativi di Ticino e Lombardia sottoscrivono tre risoluzioni comuni da inoltrare a Bruxelles, Berna e Roma. Guerra: ‘Sia considerato una priorità’

L’incontro oggi a Palazzo delle Orsoline
10 marzo 2025
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Un'alleanza transfrontaliera tra Ticino e Lombardia ha preso forma oggi lunedì 10 marzo 2024 a Bellinzona con un obiettivo più che chiaro: chiedere, e ottenere, che il completamento di AlpTransit da entrambi i lati della frontiera venga considerato una priorità. A farlo, con tre risoluzioni congiunte da inviare al Consiglio federale, alla Presidenza del Consiglio dei ministri italiano e al Parlamento europeo sono stati i Legislativi di Ticino e Lombardia, rappresentati dai presidenti Michele Guerra e Federico Romani.

Nel testo della lettera allegata, firmata anche dal presidente della commissione speciale ‘Rapporti tra Lombardia e Confederazione svizzera’ del Consiglio regionale lombardo Giacomo Zamperini, si ripercorrono le istanze votate all'unanimità dai rispettivi organi e si sottolinea come “in quest'ottica e sulla base del volere chiaro espresso dai rispettivi Legislativi, i sottoscriventi ritengono giusto sostenere questa spontanea alleanza di intenti legislativa transfrontaliera a Sud delle Alpi che chiede con vigore alle rispettive autorità dei diversi livelli, regionale, nazionale ed europeo di fare tutto il possibile affinché il completamento di AlpTransit, con le necessarie linee di accesso possa essere intrapreso al più presto, in continuità con i grandi progetti attualmente in fase di realizzazione in Italia e in Svizzera e al fine di assicurare la funzionalità della Rete Ten-t e del Corridoio Mare del Nord - Reno - Mediterraneo”.

‘Occorre agire, ci sono ancora tratte mancanti’

Insomma, la speranza è che l'unione faccia la forza. Per il presidente del Gran Consiglio ticinese Michele Guerra è fondamentale partire da un presupposto, vale a dire che «l'asse del Gottardo è uno dei più importanti d'Europa, circa il 90% delle merci che dall'Italia sale in Svizzera passa da qui, per un valore di circa un miliardo ogni settimana». Senza dimenticare che «si prevede un incremento del traffico, soprattutto per i passeggeri, nei prossimi anni». Per Guerra, quindi, qualche problema c’è: «Il primo è che non sembra esserci la volontà di completare Alptransit in tempi ragionevoli, continuando a mancare le tratte Biasca-Camorino, Lugano-Chiasso e Chiasso-Monza». In più, «tra Lugano e Milano, secondo i dati che abbiamo appena ottenuto, spesso si circola a una media di 63-64 chilometri orari. C’è da fare molto, ed ecco l'importanza della nostra risoluzione».

Il Ticino i compiti li ha fatti da tempo: «Con una risoluzione nel 2018 e un'altra nel 2023, ma siamo stati spesso e volentieri soli in questa battaglia. Quindi – riprende Guerra –, l'8 luglio 2024 abbiamo avuto un incontro con Regione Lombardia, dove il Consiglio regionale si è subito dichiarato interessato a sostenere questa causa dal momento che AlpTransit è un'opera di interesse anche per loro».

‘Il Consiglio federale ascolti la nostra voce’

E siamo all'oggi, a questa risoluzione che il Consiglio regionale lombardo ha approvato all'unanimità e che chiede a Roma e Bruxelles «di intervenire per spingere affinché il completamento di AlpTransit venga considerato una priorità». E quindi «abbiamo deciso di unire queste tre risoluzioni a Consiglio federale, Parlamento europeo e Consiglio dei ministri italiano attestando la creazione di un'alleanza transfrontaliera tra i nostri due parlamenti. Il nostro augurio è che il Consiglio federale, che sarà chiamato a prendere una decisione nei prossimi due anni, possa ascoltare la nostra voce e considerare il completamento di AlpTransit una priorità e quindi dar seguito a quanto il popolo sovrano svizzero aveva votato in prima istanza come progetto».

Il punto di partenza però non è dei migliori, visto che il Consiglio federale non considera AlpTransit una priorità nei prossimi periodi e l'accoglienza da parte del resto della Confederazione è stata piuttosto freddina... «Devo ammettere che è vero, non abbiamo riscontrato un grande sostegno da parte del resto della Svizzera – afferma il presidente del Gran Consiglio –, fa quindi piacere vedere che il nostro vicino di casa, la Lombardia, spinga in questa direzione perché si tratta di un interesse convergente per i due territori».

E che ruolo potrà giocare la Deputazione ticinese alle Camere federali a livello di lobbismo? «Tutto il Ticino si è mobilitato a tutti i livelli, e tutte queste persone che hanno agito per questa causa vanno ringraziate – risponde Guerra –. È ovvio che il nostro Cantone è un Cantone su 26, e se non ottiene il sostegno da parte degli altri e non viene ascoltato può ottenere poco. È quindi utile – conclude il presidente del parlamento cantonale – poter giocare di sponda per un progetto che è di interesse assoluto per noi ma per tutta l'Europa».

Romani: ‘Fondamentale che queste risoluzioni vengano recepite’

Il sostegno unanime dal Consiglio regionale lombardo è spiegato dal suo presidente Federico Romani: «È un progetto di buon senso, ci sono ottimi rapporti tra Italia e Svizzera e nello specifico tra Lombardia e Ticino. L'obiettivo è rafforzare quelli commerciali ma non solo, perché è fondamentale anche il trasporto passeggeri. Ci sono molti italiani che lavorano in Svizzera, il traffico merci è ben sviluppato e non è più accettabile che ci siano linee ferroviarie non più al passo coi tempi, troppo lente e che evidentemente devono essere più efficienti».

Insomma, anche per Romani «è fondamentale» che questa risoluzione congiunta venga ben recepita: «Ci stiamo attivando con le istituzioni di Roma a livello nazionale ma non solo, anche con i nostri europarlamentari a Bruxelles e coinvolgendo anche la Regione Liguria in quanto capolinea del corridoio Genova-Rotterdam».

E coi soldi come la si mette? Per quanto riguarda il versante italiano, Romani ricorda che «ci sono tante risorse, ad esempio abbiamo quelle del Pnrr per promuovere le infrastrutture locali in termini di maggior efficienza, seguendo anche la transizione energetica e ambientale, quindi sicuramente opere di questo tipo possono intercettare fondi. Poi ci sono anche quelli che arrivano dall'Europa. Insomma, se si ha voglia di fare le cose le si possono davvero fare».