Non solo i ricorsi di Quadri e Verda Chiocchetti (ricusazione Cdm e sentenza della Crp). Al Tf si è rivolta anche la funzionaria presunta mobbizzata
Alcuni capitoli del cosiddetto ‘caos Tribunale penale cantonale’ sono già sotto la lente del Tribunale federale. Ci sono ricorsi inoltrati dai giudici del Tpc per ora destituiti, Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti. Riguardano il tema della ricusazione, chiesta dai due, dell’intero Consiglio della magistratura (Cdm), che un paio di mesi fa li ha licenziati in tronco. E la querela per reati contro l’onore da loro sporta nei confronti degli allora colleghi del Tribunale penale – il presidente Mauro Ermani, nel frattempo dimessosi, il vice Marco Villa e Amos Pagnamenta – in relazione ai contenuti della segnalazione fatta dai tre al Cdm, contenuti ritenuti offensivi dai denuncianti. Ma a Mon Repos si è rivolta anche la segretaria del Tpc che avrebbe subìto mobbing da parte di una collega, la vicenda che ha innescato il terremoto. Lo ha fatto per il tramite del proprio legale, l’avvocato Andrea Bersani.
Un passo che la donna ha compiuto dopo aver chiesto, sin qui invano, di poter visionare l’incartamento sulla base del quale la Commissione amministrativa del Tribunale d’appello, di cui il Tpc è una sezione, ha affermato, nella nota stampa diffusa lo scorso novembre, di non aver ravvisato “la presenza di una situazione di mobbing, ovvero di atti di persecuzione psicologica perpetrati sistematicamente e per lungo tempo”. Insomma, niente mobbing. Una conclusione, quella della commissione presieduta dal giudice Giovan Maria Tattarletti, che non ha convinto e non convince la segretaria, la quale in precedenza si era rivolta anche alla Sezione risorse umane dell’Amministrazione cantonale, e il suo legale. Il diniego dei vertici del Tribunale d’appello all’accesso all’incartamento, compreso il rapporto dell’avvocata ed ex procuratrice Maria Galliani, incaricata dal Consiglio di Stato di svolgere accertamenti preliminari in seguito a quanto segnalato dalla segretaria, è stato impugnato dalla funzionaria davanti alla Commissione di ricorso sulla magistratura.
Il o i motivi per cui è stata imboccata la strada per Losanna li espone, interpellato dalla ‘Regione’, il legale della segretaria, che Quadri e Verda Chiocchetti avevano sostenuto nella vertenza sull’affaire mobbing. «Per ora – ricorda Andrea Bersani – la Commissione di ricorso sulla magistratura, ovvero l’autorità di ultima istanza cantonale competente per pronunciarsi in merito alle decisioni della Commissione amministrativa del Tribunale di Appello, si è determinata su uno dei due ricorsi di cui è stata investita, vale a dire quello contro il rifiuto della stessa Commissione amministrativa di permettere alla mia mandante l’accesso agli atti dell’incarto, respingendolo. La questione da dirimere – spiega l’avvocato – concerne in buona sostanza il fatto a sapere se, nell’ambito di un’inchiesta disciplinare sulla base della Direttiva del Consiglio di Stato concernente le molestie psicologiche, sessuali e le discriminazioni all’interno dell’Amministrazione, la qualità di parte al procedimento vada o meno riconosciuta anche a chi segnala, in quanto vittima, come parrebbe risultare dal testo della Direttiva in questione. Da qui la decisione di sottoporre il quesito al Tribunale federale».
Per la Commissione amministrativa del Tribunale d’appello non ci sarebbe stato mobbing, per la funzionaria sì. «Gli elementi sulla base dei quali riteniamo che ci sia stato sono coperti da segreto istruttorio – premette Bersani –. È però un dato di fatto che, per poter sapere se, come sostiene la Commissione amministrativa, in concreto non sono ravvisabili atteggiamenti di mobbing, e più generale rientranti nel campo di applicazione della Direttiva del Consiglio di Stato concernente le molestie psicologiche, sessuali e le discriminazioni all’interno dell’Amministrazione, la segnalante, in quanto vittima, deve pur poter essere messa al corrente in modo completo, ovvero accedendo a tutti gli atti del procedimento, delle motivazioni per cui l’autorità preposta non ritenga che detti comportamenti siano lesivi della sua personalità». Resta la domanda di fondo: come mai le tensioni all’interno del Tribunale penale cantonale non sono state appianate dai dirigenti dell’ufficio giudiziario, evitando così che la situazione degenerasse? «Ognuno tira le proprie conclusioni in base agli elementi di cui dispone. Io, come altri, mi sono certamente fatto un’idea, ma preferisco tenerla per me», taglia corto l’avvocato Bersani.
Tornando a Verda Chiocchetti e Quadri, si attende la decisione della Commissione di ricorso sulla magistratura dinanzi alla quale, patrocinati dall’avvocato Marco Broggini, hanno contestato il verdetto di destituzione emesso dal Cdm. Come scritto, hanno intanto fatto capo al Tribunale federale per la questione della ricusazione del Cdm dopo la non entrata nel merito da parte della Commissione di ricorso. Quando erano in carica, Quadri e Verda Chiocchetti hanno ricusato l’intero Consiglio della magistratura presieduto dal giudice Damiano Stefani. Tre istanze di ricusa presentate fra il settembre e l’ottobre del 2024, ma dichiarate inammissibili dal medesimo Cdm. Per i due, competente a decidere era il Tribunale d’appello. Pendente al Tf anche il ricorso contro la sentenza della Corte dei reclami penali, che ha rigettato il loro reclamo contro il non luogo a procedere decretato dal procuratore pubblico straordinario Franco Passini: per quest’ultimo, quelle formulate nella segnalazione di Ermani, Villa e Pagnamenta sarebbero state delle critiche professionali. Per Quadri e Verda Chiocchetti sarebbero state delle offese personali: da qui la querela per reati contro l’onore. È invece cresciuto in giudicato l’altro decreto di non luogo a procedere: quello con cui Passini ha scagionato Ermani dal reato di pornografia, ipotizzato da Quadri e Verda Chiocchetti in una segnalazione al Ministero pubblico per la foto dei due peni giganti di plastica, con una donna seduta in mezzo e la scritta ‘Ufficio penale’, trasmessa via WhatsApp nel 2023 dall’allora presidente del Tpc alla segretaria presunta mobbizzata. Verda Chiocchetti e Quadri non avevano comunque la facoltà di impugnarlo non essendo parte in questo procedimento.