laR+ Ticino

Sostituti procuratori pubblici, la commissione sentirà il pg

L’iniziativa ne chiede quattro. Pagani sei. Maderni: ‘Sì alla reintroduzione di questa figura di magistrato, ma non è solo una questione di numeri’

La deputata del Plr Cristina Maderni, seconda vice presidente della ‘Giustizia e diritti’
(Ti-Press)
5 febbraio 2025
|

Depositata nel gennaio di cinque anni fa dall’allora deputato Giorgio Galusero a nome del gruppo Plr, l’iniziativa parlamentare chiede la reintroduzione nella magistratura ticinese della figura del sostituto procuratore pubblico, eliminata con l’entrata in vigore nel 2011 del Codice di procedura penale unificato sul piano federale. Concretamente, propone l’attribuzione al Ministero pubblico di quattro sost pp, previa elezione da parte del Gran Consiglio. “Ne servirebbero almeno sei”, ha rilanciato il procuratore generale Andrea Pagani nella recente intervista alla ‘Regione’ (vedi l’edizione di lunedì 3) sull’attività svolta nel 2024 dall’autorità giudiziaria che dirige, il Ministero pubblico appunto. Sei sostituti, tanti quanti erano prima della loro cancellazione. Quello dei sost pp è uno dei temi sotto la lente della commissione ‘Giustizia e diritti’ del Legislativo cantonale, per la precisione della sua sottocommissione ‘Giustizia’ coordinata da Sabrina Gendotti del Centro. E della quale fa parte anche Cristina Maderni, che ha ripreso l’iniziativa del 2020. «La ‘Giustizia e diritti’ – ricorda la granconsigliera liberale radicale, da noi raggiunta – caldeggia il ripristino di questa figura di magistrato, cosa che peraltro ha messo nero su bianco nella risoluzione sulle riforme da fare per la giustizia, accolta lo scorso ottobre dal plenum del parlamento e indirizzata al governo. Nel frattempo ha incaricato la sottocommissione di svolgere alcuni approfondimenti». Nell’ambito dei quali, segnala Maderni, «sentiremo il pg Pagani, che abbiamo deciso di convocare in audizione».

‘Ci serve anche un quadro aggiornato’

Obiettivo dell’incontro, spiega, «è di avere dal procuratore generale un aggiornamento della situazione per conoscere le attuali necessità del Ministero pubblico a livello organizzativo e in termini di risorse umane». Anche perché l’esame in ‘Giustizia e diritti’ dell’iniziativa presentata da Galusero, rammenta Maderni, «era stato congelato dopo che nel 2021 il parlamento aveva approvato, aderendo al relativo messaggio governativo, il potenziamento dell’autorità di perseguimento penale con due procuratori». Oggi al Ministero pubblico i magistrati sono ventitré, pg compreso. «Riattivato l’esame dell’iniziativa, si tratta ora anche di capire – continua Maderni, che della ‘Giustizia e diritti’ è seconda vice presidente – quali effetti abbia prodotto il citato potenziamento, ma anche l’assegnazione, stabilita nei mesi scorsi da Consiglio di Stato e Gran Consiglio, di competenze decisionali ai segretari giudiziari nei procedimenti contravvenzionali». Ciò affinché possano firmare decreti di accusa o di abbandono, sgravando così i procuratori dai casi di lieve entità per i quali la pena comminata è la multa. «Ovviamente – puntualizza la deputata – fra le domande che porremo al procuratore generale, quella a sapere di quanti sost pp ha bisogno e per quale o quali motivi auspica un determinato numero anziché un altro. Non solo. Vorremmo anche capire se condivida tutte le modifiche di legge prospettate dall’iniziativa inoltrata a suo tempo da Galusero».

L’atto parlamentare chiede infatti di ritoccare la Log, la Legge sull’organizzazione giudiziaria, per inserirvi una serie di disposizioni. E cioè: i sostituti procuratori pubblici “sono nominati dal Gran Consiglio per un periodo di dieci anni e devono avere i requisiti per essere procuratori pubblici”; i sost pp “coadiuvano i procuratori pubblici ed esercitano l’azione penale nelle contravvenzioni, nei delitti e nei crimini”. Inoltre: “Possono emanare decreti di non luogo a procedere, di sospensione e d’abbandono, possono emettere decreti d’accusa e promuovere l’accusa dinanzi alla Pretura penale e alla Corte delle assise correzionali”. Ancora: “Le disposizioni di legge che reggono l’attività del procuratore pubblico si applicano, nei limiti delle loro competenze, anche ai sostituti procuratori pubblici”. Se nel corso delle indagini “emerge che un reato, affidato per competenza a un sostituto procuratore pubblico, riveste una gravità tale da far apparire adeguata la promozione dell’accusa dinanzi alla Corte delle assise criminali, il procedimento è continuato da un procuratore pubblico; gli atti compiuti dal sostituto procuratore pubblico conservano nondimeno la loro validità”. Il procuratore generale e i due pg sostituti “possono modificare, anche in corso di procedura, l’attribuzione degli incarti ai sostituti procuratori pubblici”.

La data dell’incontro con Pagani, sostiene Maderni, «non è stata ancora fissata. Il mio auspicio tuttavia è che l’audizione possa tenersi in tempi brevi. Alla luce delle considerazioni del pg e delle valutazioni al nostro interno, la sottocommissione allestirà una bozza di rapporto all’indirizzo del plenum della ‘Giustizia e diritti’, con la proposta anche del numero di sostituti procuratori da attribuire al Ministero pubblico. Terremmo conto pure dell’impatto finanziario, dato il precario stato di salute delle casse cantonali. Toccherà poi al Gran Consiglio pronunciarsi, nella speranza, chiaramente, che dia luce verde alla reintroduzione della figura del sost pp».

‘Gruppi di lavoro? Ce ne sono fin troppi’

Prendendo posizione sulla risoluzione stilata dalla commissione ‘Giustizia e diritti’ e ratificata dal parlamento, il Consiglio di Stato ha scritto fra l’altro che un “Gruppo di lavoro di riforma del Ministero pubblico verrà avviato dal Consiglio della magistratura nel 2025 e valuterà tutte le proposte parlamentari”. Di più. Ha invitato la ‘Giustizia e diritti’ a partecipare ai lavori “tramite un rappresentante commissionale”.... «Come commissione abbiamo deciso di non prendere parte a gruppi di lavoro – taglia corto Maderni –. Ne sono stati fatti sin troppi. D’altronde sulla reintroduzione dei sostituti procuratori non è necessario un messaggio del governo. C’è già un’iniziativa parlamentare elaborata. Sulla quale si esprimerà il Gran Consiglio».