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Settore terziario e giovani al centro della strategia dell’Ocst

Ma anche lo sviluppo di una comunicazione più efficace e il perseguimento della conciliabilità lavoro-famiglia: sfide e assi di intervento per il 2025

‘Meglio non perdere il treno’
(Ti-Press)
29 gennaio 2025
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«Dobbiamo fare in modo che non si perda il treno e soprattutto che tutti possano salirci senza esserne travolti. Il tutto mantenendo al centro i lavoratori e anticipando i cambiamenti in atto». Sono tante le sfide e gli obiettivi con cui dovrà confrontarsi nei prossimi anni il sindacato Ocst. Ed è con questo auspicio che il suo segretario cantonale Xavier Daniel ha presentato stamane davanti ai media i principali assi d’intervento. Dallo sviluppo di una comunicazione più efficace, passando da un’intensificazione della propria attività nel settore terziario impiegatizio, fino alla realizzazione di un piano strategico dedicato ai giovani. Per Daniel, «crisi e rischi si sono negli ultimi anni moltiplicati e la situazione continua a essere molto complicata e complessa». A preoccupare il sindacalista, «l’erosione del potere d’acquisto aggravata dalla costante stagnazione dei salari, l’aumento dei premi di cassa malati e la non compensazione del rincaro». L’elenco, va da sé, non è esaustivo.

Partenariato sociale ed evoluzione tecnologica

Due quindi le sfide principali messe in luce dal segretario cantonale: mantenere il partenariato sociale e orientarsi rispetto all’evoluzione tecnologica. «Stiamo assistendo – spiega in tal senso Daniel – a un attacco al partenariato sociale che va a colpire la contrattazione collettiva, ovvero la linfa del nostro lavoro sindacale. Purtroppo, persistono posizioni politiche ed economiche irresponsabili che si sono dimenticate che il confronto sociale e la contrattazione collettiva hanno plasmato il mondo del lavoro nel nostro Paese». Tant’è che, nel corso di quest’anno, «continueremo a impegnarci per aprire, e laddove necessario pretendere, spazi di confronto e di contrattazione, per portare con decisione la voce dei lavoratori nell’ambito delle trattative con le parti padronali». Altra grande sfida, la velocità. «L’evoluzione della tecnologia – osserva sempre Daniel – è impressionante e plasma il mercato del lavoro». Il sindacato mira dunque a «essere in grado di comprendere l’evoluzione in corso e le conseguenze che i vari cambiamenti in atto hanno per ciascun lavoratore e per intere categorie». Ma anche «a essere pronto a orientare il progresso in una direzione che sia costruttiva e non distruttiva». Un esempio centrale è secondo Daniel la rapida ascesa dell’intelligenza artificiale.

Per affrontare queste sfide l’Ocst intende, come detto, sviluppare una comunicazione più efficace. In questa direzione, riprende Daniel, «stiamo analizzando i nostri processi comunicativi allo scopo di innovarli, rendendoli maggiormente aderenti alle forme di comunicazione moderne».

‘Reattività verso il nuovo’

Tra le strategie d’azione dell’Ocst c’è anche l’intenzione di intensificare la propria attività nel settore del terziario impiegatizio, dove la presenza del sindacato «è ancora sporadica». La ragione dietro questo proposito sta in un dato esposto dal vicesegretario cantonale Andrea Puglia. «In base agli ultimi rilevamenti dell’Ufficio cantonale di statistica – rileva –, alla fine del terzo trimestre del 2024 in Ticino risultavano impiegate nel settore terziario circa 199mila persone, a fronte di circa 53mila nel settore secondario. Se si considera che solo dieci anni fa gli impiegati nel terziario erano circa 165mila, quindi 30mila in meno, ben si comprende come tale macro comparto sia di gran lunga il più soggetto a una crescita occupazionale». Settore in cui, dice il vicesegretario, «la cultura sindacale è ai minimi termini». È però proprio in questo settore «che ancora oggi assistiamo ai maggiori casi di dumping salariale, oltre al profilarsi di un numero troppo elevato di Contratti normali di lavoro, indice di come il pericolo di abuso sia forte», nota Puglia.

Il terziario impiegatizio è poi sotto pressione a causa degli impatti legati all’intelligenza artificiale. «In base ai dati dell’Ocse (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ndr) – sostiene Puglia – ad oggi circa il 6% degli impiegati in Svizzera sarebbe già pienamente sostituibile dall’IA». Un dato destinato a crescere e che apre il tema della riqualifica professionale. La soluzione, per Puglia, starebbe nella «sottoscrizione di Contratti collettivi di lavoro (Ccl) e tramite l’utilizzo dei relativi fondi paritetici, atti proprio a finanziare la formazione continua».

A questo proposito, l’Ocst propone tre linee direttrici. In primis, studiare il tema, promuovendo un’intensa attività di formazione interna. Secondariamente organizzare per i suoi associati un ciclo di seminari pubblici di conoscenza del funzionamento dell’IA e dei suoi possibili impatti sul mercato del lavoro. Non da ultimo, introdurre nei Ccl in essere il tema della formazione continua dei collaboratori che rischiano di perdere il posto a causa dell’IA o di doversi riadattare secondo nuove competenze.

‘Questione di dialogo’

Altro obiettivo, avvicinare i giovani. «Stiamo elaborando – chiarisce il nuovo responsabile del settore giovani Evaristo Roncelli – un piano strategico dedicato ai giovani, con un orizzonte temporale di quattro anni, che sottoporremo alle istanze interne dell’Ocst per strutturare un’azione sindacale mirata e sostenibile nel tempo». Come? «Mettendo in campo una rete di ‘mentoring’ che colleghi i giovani con professionisti esperti, creando un dialogo tra chi desidera intraprendere un mestiere e chi lo vive ogni giorno». Nel concreto, si tratterà di essere maggiormente presenti sui social.

La conferenza stampa è stata anche l’occasione per presentare i risultati del sondaggio lanciato a giugno dalla sezione Ocst Donna-Lavoro sulla situazione lavorativa delle donne attive nei settori dei servizi, vendita, pubblico, sanità e industria. Tre le priorità emerse ed elencate dalla responsabile della sezione Davina Fitas: maggiore flessibilità lavorativa, accesso alla formazione continua e ripartizione equa dei compiti familiari e lavorativi. In merito, insieme a Travail.Suisse, l’Ocst ha lanciato un’iniziativa – la cui raccolta firme inizierà in primavera – per introdurre un congedo familiare di diciotto settimane per ogni genitore, con la possibilità di usufruire contemporaneamente per quattro. Non solo. «Abbiamo intrapreso – aggiunge Fitas – un importante lavoro di mappatura dei Ccl, analizzandoli per individuare le lacune in termini di conciliabilità tra vita privata e professionale».