Il Consiglio di Stato non è intenzionato, per il momento, a fare azioni concrete a favore dei giornali
Aiuti mirati per la stampa non sono un tema all’ordine del giorno della politica ticinese. Rispondendo a un’interrogazione di Giulia Petralli (Verdi) il Consiglio di Stato esclude (per ora) sostegni finanziari ai media locali e manda la palla nel campo della Confederazione. “Le Camere federali stanno dibattendo su varie proposte volte a trovare delle misure di sostegno per il settore dei media”. Una discussione avviata in seguito del pacchetto respinto in votazione popolare il 13 febbraio 2022. “Appare quindi opportuno – sostiene il governo – attendere gli esiti delle decisioni a livello federale, che potranno avere un riflesso e un’applicazione anche per i media ticinesi”. Altro motivo per escludere un impegno del Cantone: “L’attuale situazione delle finanze cantonali, che impone sempre delle riflessioni attente riguardo all’assunzione di nuovi compiti e dei relativi oneri finanziari”.
L’atto parlamentare chiedeva anche se il Consiglio di Stato fosse intenzionato, come fanno altri Cantoni in Svizzera, a proporre un pacchetto di incentivi per poter finanziare parte di un abbonamento a una testata ticinese. Un’iniziativa destinata in particolare a giovani e anziani. Anche qui, però, porta chiusa: “Il Cantone non prevede ad oggi il finanziamento parziale o totale di un abbonamento a una testata giornalistica ticinese destinato a giovani o pensionati”. Questo perché, sostiene il governo, sono già presenti delle iniziative per favorire e incentivare l’accesso di queste fasce della popolazione ai giornali. Tra queste: il progetto ‘LiberaMente’ con il Corriere del Ticino e il progetto “Il Quotidiano in classe” con laRegione. Senza dimenticare la presenza dei quotidiani nelle biblioteche delle sedi scolastiche. “Qualora dovessero nascere dei progetti da parte di associazioni che si occupano di terza età per garantire l’accesso all’informazione scritta, anche digitale, il Cantone non esclude di valutare eventuali richieste che dovessero pervenire”.
L’Esecutivo – che ritiene importante garantire la pluralità dell’informazione – ricorda poi come, durante la consultazione federale, si sia detto contrario a una riduzione del canone radiotelevisivo. Non solo, “il governo si impegna a sostenere la pluralità dei media nelle prese di posizione a livello federale e promuove dei progetti tra scuole e diversi media attivi in Ticino”.