Oggi un'assemblea plenaria interlocutoria, ma dove son state presentate alcune ipotesi. La direzione: ‘In primavera, quando sarà ufficiale, comunicheremo’
Alla Rsi continua a tenere banco e a essere d'attualità il piano di risparmi che, assieme a tutte le sue consorelle che fanno capo alla Ssr, l'ente radiotelevisivo di Comano dovrà mettere in piedi per far fronte da un lato all'Ordinanza del Consiglio federale che prevede la riduzione del canone a 300 franchi tra 2027 e 2029, dall'altro alla spada di Damocle dell'iniziativa Udc “200 franchi bastano” che, va da sé, mira ad abbassarlo ancora di più. Senza dimenticare il calo di pubblicità sempre più avvertito anche dai media privati.
Questa mattina ha avuto luogo un'assemblea plenaria con tutti i dipendenti dove, stando a nostre informazioni, sono state presentate alcune possibilità di azione che la direzione Rsi sta prendendo in considerazione. Possibilità di azione che, viste le cifre, riguarderanno giocoforza anche il personale e il numero di effettivi. Una voce che gira è che per contenere i costi nel 2025 – in ottica 2026 – potrebbero esserci più dei cinque licenziamenti decisi nell'autunno scorso.
Per il momento, la direzione della Rsi da noi interpellata non scende nei dettagli rimandando alla primavera, quando tutto sarà deciso e ufficializzato, “e dopo aver comunicato internamente”, per rispondere alle domande.
Non si limita a questo, però. Perché ci conferma anche come “nella riunione plenaria di oggi abbiamo precisato il piano di risparmio per il biennio 2025/2026, dovuto alla parziale compensazione del rincaro e al calo degli introiti pubblicitari, già annunciato lo scorso autunno e che prevede per la Rsi un risparmio di 5 milioni di franchi per il 2025 e ulteriori 7 milioni di franchi per il 2026”. La Rsi, ricordano ancora nella nota fattaci pervenire, “ha già realizzato i risparmi previsti per il 2025 e che hanno richiesto anche una riduzione di 15 posti di lavoro”. Di questi, il direttore Mario Timbal nel mese di settembre ci aveva detto che una decina si sarebbero ridotti con una fluttuazione del personale e per cinque si sarebbe dovuti ricorrere a licenziamenti. Pensando al 2026, continua la nota, “sarà per forza necessaria un'ulteriore riduzione dei posti di lavoro a tempo pieno”.
Sempre in primavera, “i dettagli su tutti i progetti di trasformazione, sull'offerta di programmi e sulle misure di risparmio saranno annunciati in primavera, in primo luogo a collaboratrici e collaboratori e poi pubblicamente”.
Resta a ogni modo sempre un punto fondamentale, quando si parla di Rsi: la sua importanza nel discorso che concerne il plurilinguismo e la cultura della Svizzera italiana. Ebbene, con il cambio di direzione della Ssr, con Susanne Wille subentrata a Gilles Marchand, è un’importanza ancora attuale? Come sono i rapporti con Wille, che tra l'altro sempre stando a nostre informazioni scenderà in Ticino a febbraio per un'altra assemblea plenaria? Anche qui la risposta c'è, benché stringata: “I rapporti con la direttrice generale della Ssr, Susanne Wille, sono costanti e molto dinamici, soprattutto nella collaborazione per la realizzazione del progetto ‘ENAVANT SSR’, il piano di trasformazione della Ssr per gli anni 2027-2029”.