L'avvocato ha segnalato a maggio la situazione con un memorandum inviato al capo Sezione delle risorse umane. Chiedeva di essere sentito da Galliani
Si qualifica come “vittima” in quanto avrebbe subito “reiterati atteggiamenti ostili” da parte della segretaria responsabile della cancelleria del Tribunale penale cantonale, presunta autrice di mobbing, che un cancelliere del Tpc ha voluto segnalare attraverso una lettera inviata lo scorso 13 maggio al Capo sezione delle risorse umane Raniero Devaux. Nella missiva, diffusa oggi dal portale liberatv.ch, anche la richiesta di trasmettere il suo caso all’avvocata Maria Galliani, che il mese precedente è stata incaricata dal Consiglio di Stato di effettuare verifiche sul presunto caso di mobbing che la stessa segretaria responsabile ‘Signora Y’ avrebbe esercitato nei confronti di una sua collega ‘Signora X’.
Il cancelliere nel suo memorandum parla di “reiterati comportamenti ostili”. Nei suoi confronti, ma non solo. “Situazioni conflittuali da lei ingenerate durano nel tempo, praticamente sono giornaliere e sono talmente radicalizzate da minare la serenità nell’espletamento delle nostre funzioni. Il clima di lavoro (alla cancelleria del Tribunale penale, ndr) a seguito dei reiterati comportamenti inadeguati della capo-cancelleria ‘Signora Y’, è compromesso”.
Alla lettera Raniero Devaux risponde informando che l’avvocata Galliani verrà invitata a sentire il cancelliere e i suoi colleghi. Cosa che accade in effetti il 10 giugno. Da quel momento, riporta sempre liberatv.ch, il cancelliere non riceve però più alcuna informazione. Motivo che lo spinge a scrivere alla Commissione amministrativa del Tribunale d’appello. “Ho appreso da fonti giornalistiche che il procedimento denominato ‘Segnalazione mobbing a carico della segretaria-capo cancelleria del Tribunale penale cantonale’ è sfociato in una decisione della Commissione. Chiedo cortesemente di comunicarmi se l’esito ha riguardato anche la mia segnalazione e, in caso affermativo, di rendermi edotto sugli accertamenti fatti dalla Commissione e sulle conclusioni alle quali è giunta”.
Nel suo memorandum il cancelliere parla di “comportamenti ostili, tali da ledere la mia dignità di persona”. Comportamenti descritti nel dettaglio attraverso il racconto di diversi episodi. “Mi ha fatto male non solo il fatto di essere stato ingiustamente accusato di fronte a terzi, ma anche assistere alla sua aggressività, esternata sia nel forte colpo inferto all’incarto sia nella rabbia con cui ha proferito le parole summenzionate nei confronti dei collaboratori di cancelleria e di come li avesse redarguiti per non averle dato man forte nella sua ingiusta accusa”. Il cancelliere riferisce anche delle discussioni tra i giudici su come trattare il caso. “Ricordo che in quel frangente (al termine di un litigio nel corridoio del Tpc, ndr) la giudice Francesca Verda Chiocchetti ha chiesto al presidente Mauro Ermani: ‘Ma lasci che se ne vada in questa maniera decidendo lei di interrompere una discussione dinanzi al presidente del Tpc, a una giudice e a un cancelliere?’. Il giudice Mauro Ermani – afferma sempre il memorandum – ha risposto: ‘Lasciala andare, meglio non intervenire perché sennò mi sfascia l'intero ufficio’".
In un altro episodio il cancelliere segnala poi che “non concorre certo al mantenimento della serenità sul posto di lavoro la mancanza di apertura al dialogo da parte della Signora Y, la mancanza di rispetto verso anche il presidente del Tpc Mauro Ermani e la giudice della mia colonna Verda Chiocchetti, e, non da ultimo, l’aggressività da lei ostentata anche fisicamente, così come la frase proferita con rabbia verso i di lei subalterni collaboratori di cancelleria”.