Ticino

‘Se manca personale specializzato è anche colpa nostra’

Hotelleriesuisse: ‘Ci lamentiamo che è difficile assumere ma i posti di formazione in Ticino sono pochi’. Pernottamenti in calo ma superiori al 2019

Più giovani interessati che posti disponibili
(Ti-Press)
22 aprile 2024
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Alberghi e ristoranti faticano a trovare personale. Il fenomeno è noto ormai da alcuni anni, e il Ticino non fa eccezione. C’è però chi invita a fare anche un po’ di autocritica. «Le aziende che formano apprendisti nel settore turistico in Ticino sono un po’ poche. È un peccato e vogliamo capire le ragioni. Spesso ci si lamenta della carenza di personale, ma siamo noi i primi a non formarlo», afferma Sonja Frey, presidente di Hotelleriesuisse Ticino in occasione della conferenza stampa di bilancio del 2023. «È essenziale aumentare il numero di hotel che offrono programmi di formazione così da garantire un flusso continuo di personale qualificato in futuro. Al momento – precisa Frey – non tutti i giovani interessati a una formazione in questo settore riescono a trovare un posto». Quello appena trascorso è stato «un anno impegnativo», durante il quale Frey è subentrata a Lorenzo Pianezzi alla guida dell’associazione che conta ora 250 affiliati tra hotel, ristoranti e aziende.

‘Dobbiamo riuscire a destagionalizzare la nostra offerta’

«I numero di pernottamenti è calato del 3,8% rispetto all’anno precedente», spiega Frey, che ricorda anche come dal 2019 in poi le cifre abbiano subito molte variazioni a causa della pandemia generando anche una certa incertezza tra gli operatori del settore. Tornando ai numeri: nel 2023 sono stati quasi 2,5 milioni i pernottamenti in Ticino. «Il numero dei clienti svizzeri è diminuito del 10,5%, mentre quello di viaggiatori internazionali è aumentato del 10,3%. Il motivo è chiaro – spiega la direttrice di Hotelleriesuisse Ticino – c’è stata la definitiva ripresa del turismo internazionale dopo la pandemia e anche gli svizzeri sono tornati a trascorrere le loro vacanze all’estero». I dati mostrano però che rispetto al 2019, l’ultima anno prima della pandemia, le cifre sono al rialzo: +6,4% di pernottamenti. «La sfida ora è quella di mantenere la clientela svizzera e portare ancora di più quella straniera». Ci sono però due difficoltà da affrontare. La prima: «In Svizzera interna è molto radicata l’idea del Ticino come ‘Sonnenstübe’. Una regione da visitare per godere del bel tempo. In realtà possiamo offrire anche molto altro. Dobbiamo riuscire a destagionalizzare sempre più l’offerta turistica che raggiunge il suo apice in inverno, con il massimo dei pernottamenti in dicembre, gennaio e febbraio». La seconda: «Il franco forte che frena l’arrivo di visitatori dall’estero». L’intenzione della neopresidente è quella di elaborare una strategia per favorire la destagionalizzazione. «Piani concreti non ci sono ancora, ma vogliamo trovare una strada condivisa coinvolgendo anche i nostri affiliati».

‘Pagamenti in criptovalute, interesse circoscritto a Lugano’

Negli ultimi anni in Ticino sono anche “sbarcate”, su iniziativa della Città di Lugano, le criptovalute. «Una richiesta immediata non c’è stata. Ma diversi affiliati hanno cominciato a offrire la possibilità di pagare attraverso questo sistema, che suscita ora un interesse crescente. Alcune strutture decidono poi di convertire subito l’incasso in franchi. Altre tengono una parte in moneta virtuale», dice Federico Haas, vicepresidente di Hotelleriesuisse Ticino. «Si tratta in ogni caso di un fenomeno circoscritto a Lugano, nel resto del cantone l’interesse per le criptovalute è pari a zero», aggiunge Michele Santini, membro di comitato.

Nel pomeriggio si è svolta anche l’assemblea generale ordinaria dell’associazione, con al centro il tema dell’intelligenza artificiale nel settore alberghiero. «Può essere sicuramente un alleato, penso ad esempio alla possibilità di check-in digitale per chi viaggia per lavoro», sostiene Frey. «Ma la componente umana resta importante. Il turista apprezza la cordialità che un professionista del settore può offrire». Parlando di contesto, la presidente di Hotelleriesuisse Ticino spera «che in futuro i negozi possano essere aperti anche la domenica. Verrebbe a crearsi una bella vivacità per turisti e residenti, come succede nella vicina Italia».

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