Ticino

‘L'ultimo grande cantiere, per rilanciare tutta la regione’

Presentato uno studio per cercare di massimizzare le ricadute dei lavori per il raddoppio autostradale del San Gottardo

‘Un’opportunità da cogliere’
(Ti-Press)
15 gennaio 2024
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«A Pollegio, dopo il passaggio del cantiere AlpTransit, la popolazione è aumentata». Questo l’ultimo intervento arrivato dalla sala dell’Infocentro A2 galleria del San Gottardo di Airolo, dove questa sera è stato presentato il rapporto su come massimizzare le ricadute territoriali di una grande opera, quella della realizzazione della seconda canna autostradale. Un’osservazione che ha anche il sapore di auspicio per una regione, l’Alta Leventina, che da anni vive il fenomeno dello spopolamento. «Il cantiere per il secondo tunnel è un’opportunità. L’ultima di questa entità», spiega Oscar Wolfisberg, sindaco di Airolo. «Il nostro paese ha 1500 abitanti. Durante i lavori con l'arrivo di circa 300 lavoratori aumenteranno del 20%, quindi indotto e movimento ci saranno. Dopo il cantiere è prevista poi la copertura dell’autostrada. Un’occasione di rilancio sotto molti punti di vista».

‘Possibilità per i disoccupati della Leventina’

Rilancio, appunto. «L’analisi che abbiamo realizzato è più qualitativa che quantitativa e guarda alle possibilità che il cantiere offre alla regione per invertire la spirale del declino socio-economico che sta vivendo», afferma Furio Bednarz, responsabile dello studio realizzato dalla fondazione Ecap. «Servono interventi che guardino oltre il mero incontro tra domanda e offerta di lavoro. La costruzione di un tunnel genera bisogni di competenze in crescita che rendono necessarie misure anche dal profilo della formazione e dell'orientamento professionale». Non si parla solo di profili molto formati, ma anche di «persone a media e bassa qualificazione. Profili che troviamo tra gli iscritti alla disoccupazione locale e tra chi è arrivato in Svizzera in cerca di asilo». Detto altrimenti, ci sarà bisogno di personale. In particolare per i processi di lavorazione complementare e di servizio, per la sorveglianza e per i trasporti. Mestieri “del sottosuolo”, come sono stati descritti da chi ha realizzato lo studio, che avranno un futuro. Senza dimenticare tutto quello che ruota intorno al cantiere: «Ristorazione e altri servizi saranno stimolati. Sono ricadute dirette che vanno direttamente ad aziende locali». C’è poi il discorso legato ai giovani. «Siamo in una fase storica dove le regioni discoste hanno la possibilità, grazie alla tecnologia, di diventare attrattive per chi lavora. Questo scenario, insieme al cantiere e al masterplan Leventina, rappresenta una scommessa importante per la Valle».

‘Il cantiere Alptransit un esempio positivo’

Il cantiere si trova attualmente nelle fasi conclusive dei lavori preliminari. A fine anno dovrebbe iniziare il grosso degli interventi, che dureranno circa tre anni e mezzo. «Si tratta di cogliere e realizzare le possibilità che questo progetto offre», dichiara Marina Carobbio, direttrice del Dipartimento educazione cultura e sport (Decs). Opportunità, come detto, anche dal profilo formativo e del reinserimento professionale. Alle ditte che hanno vinto gli appalti, diverse delle quali ticinesi, verranno infatti sottoposti i profili di persone iscritte alla disoccupazione che, subito o dopo un percorso formativo, potranno essere impiegate sul cantiere. Un’operazione simile era già stata fatta con AlpTransit, come ricorda Igor Cima, responsabile di Unia per il Sopraceneri. «Molti ex dipendenti della Monteforno hanno avuto la possibilità di uscire dalla disoccupazione e raggiungere la pensione. È stata un’esperienza positiva per tutti».

‘C'è carenza di manodopera nel settore’

Alla presentazione dello studio è seguita una tavola rotonda. «I lavori di questo tipo sono cambiati molto rispetto al passato. Ora si tratta di un lavoro molto più ‘di fino’. Ci sono però sempre forti pressioni per quanto riguarda le tempistiche e i costi», dice Nicola Bagnovini, direttore della Società impresari costruttori Sezione Ticino, che ricorda anche la carenza di manodopera che da tempo tocca il settore: «Trovare tecnici specializzati è difficile e lo è pure sopperire a questa mancanza con la formazione. Per avere un bravo capocantiere ci vogliono anni». Il Ticino resta comunque, secondo Udo Oppliger, general project manager della seconda canna della galleria San Gottardo per Ustra, «un territorio molto dinamico. Lo dimostra il fatto che molti appalti siano stati vinti da ditte ticinesi».

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