Ticino

Il Dfa mira a incrementare la mobilità professionale dei docenti

Presentata oggi l’offerta formativa del prossimo anno accademico per i futuri insegnanti ticinesi. Introdotto un nuovo percorso in educazione fisica

‘Una scuola in continua crescita’
(Ti-Press)
18 dicembre 2023
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Incrementare la mobilità professionale dei docenti attraverso diverse formazioni prevedendo la possibilità di accedere all’insegnamento di nuove materie o di cambiare l’ordine scolastico. È questa la novità dell’offerta formativa dei futuri docenti per il prossimo anno accademico presentata oggi a Bellinzona dalla direttrice del Decs, il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport, Marina Carobbio, dal direttore generale della Supsi Franco Gervasoni e dal direttore del Dipartimento formazione e apprendimento, Alta scuola pedagogica (Dfa-Asp) della Supsi Alberto Piatti.

Molte le novità

In quest’ottica, ma anche per far fronte a un fabbisogno permanente di docenti di educazione fisica, verrà introdotta da settembre una nuova formazione: il master in Insegnamento dell’educazione fisica per il livello secondario I. «Si tratta – spiega Piatti – di un percorso riservato a persone già in possesso di un titolo che abilita all’insegnamento nelle scuole elementari. Seguendo una formazione disciplinare part-time, con un corso di studi triennale, sarà quindi loro possibile abilitarsi alla docenza sia alle scuole medie sia alle scuole elementari».

Anche la matematica è uno degli ambiti in cui il fabbisogno di insegnanti resta importante. Per Piatti, «i candidati ci sono, ma non sono mai abbastanza. Tant’è che abbiamo deciso di riproporre un’ammissione al nostro master regolare in Insegnamento per le scuole medie con possibilità di acquisire i crediti mancanti in parallelo alla formazione pedagogica». E continua: «Questa formazione consente a profili scientifici, in particolare ai diplomati in scienze naturali che non hanno studiato direttamente materie come la matematica e la fisica, di essere ammessi».

Altra novità, l’annualizzazione del master in Pedagogia specializzata e didattica inclusiva. «Negli scorsi mesi – rievoca Piatti – abbiamo rilasciato i primi diplomi di docenti di scuola speciale in Pedagogia specializzata e didattica inclusiva. Profili che si sono formati integralmente al Dfa grazie a questo nuovo master. Visti i buoni riscontri abbiamo deciso di riproporlo ogni anno. Questa formazione è aperta a docenti già attivi, il che permette una mobilità professionale importante».

Per quanto concerne l’offerta formativa per l’anno accademico 2024/2025, sono confermati indicativamente settantacinque posti per la scuola elementare e cinquanta per la scuola dell’infanzia. Le materie proposte per la scuola media sono educazione fisica, francese, geografia, italiano, latino, matematica, storia ed educazione fisica e tedesco. Per le scuole di maturità, quindi per i licei e la Scuola cantonale di commercio, le materie attivate sono invece biologia, italiano e tedesco.

‘L’offerta formativa risponde ai bisogni della scuola ticinese’

Il Dfa è una scuola in continua crescita da molti anni. «Crescita – sostiene Piatti – che ci ha permesso di evitare il problema della carenza di docenti con cui sono invece confrontati molti altri cantoni». Al Dfa lavorano infatti quasi centosessanta collaboratori attivi e sono oltre seicento le persone che ogni anno si annunciano per essere ammesse alla formazione insegnanti.

«Lo scorso 20 novembre – ricorda Gervasoni – abbiamo aperto le iscrizioni alla Supsi per il prossimo anno accademico. Il 20 gennaio vi sarà una giornata di porte aperte di presentazione al Dfa, mentre il 16 febbraio chiuderanno le iscrizioni. L’offerta della Supsi si estende a circa quaranta percorsi formativi in molti ambiti disciplinari. Il processo di ammissione è molto articolato e coinvolge indicativamente tremila persone ogni anno interessate alle nostre formazioni che si traducono in circa millecinquecento nuove matricole. Questo porta ogni anno all’incirca un migliaio di laureati che rappresentano un’iniezione di energia positiva di personale qualificato nel nostro Cantone, dato che circa ottocento di loro lavorano poi in Ticino».

L’offerta formativa per il prossimo anno, commenta Carobbio, «risponde ai bisogni della scuola ticinese che è in continuo movimento in quanto officina della società in cui si forgiano le persone di domani».

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