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Stabile Efg, la banca fa lo sconto al Cantone da 80 a 76 milioni

Palazzo Botta a Lugano per la nuova Cittadella della giustizia, le trattative tra istituto e governo portano a una riduzione del prezzo d'acquisto

Il Consiglio di Stato scrive alla Gestione
(Ti-Press)
15 dicembre 2023
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Nella telenovela sull’acquisto dello Stabile Efg di Lugano, da usare come nuova sede del Palazzo di giustizia, arriva lo sconto. Lo scrive il Consiglio di Stato in una lettera trasmessa mercoledì alla Commissione parlamentare della gestione: tre pagine in cui viene messo nero su bianco che le trattative tra governo ed Efg Bank Sa hanno portato a “una riduzione significativa” del prezzo d’acquisto: da 80 milioni di franchi, si scende a 76. Quanto sufficiente per dare un’accelerata al dossier non è ancora dato sapersi.

Con ordine. Nell’audizione commissionale del 19 settembre, ripercorre le tappe l’Esecutivo, “era stata condivisa la necessità di verificare ulteriormente la riduzione del prezzo di acquisto dell’immobile”. In quest’ottica, “il Dipartimento istituzioni per il tramite della Divisione della giustizia, ha proseguito le discussioni e le negoziazioni già avviate nel corso dell’estate con Efg Bank Sa, che hanno permesso di conseguire un’importante modifica delle condizioni finanziarie per l’acquisto dello stabile, oggetto di una nuova lettera d’intenti tra le parti che annulla e sostituisce quella siglata il 22 novembre 2019”.

Nuove condizioni già approvate dal Cda della banca

Le nuove condizioni finanziarie “sono state approvate dal Consiglio d’amministrazione di Efg Bank Sa a inizio dicembre”. Il prezzo di acquisto aggiornato, 76 milioni di franchi, “include la pigione annua fissata a 2 milioni di franchi sui due anni di permanenza di Efg Bank Sa nello stabile in qualità di conduttrice – necessari per gestire in modo confacente il periodo di uscita dall’edificio dell’Istituto bancario prima della consegna degli spazi al Cantone –, secondo un contratto di locazione Triple-Net”.

E cosa sarebbe questo tipo di contratto? Lo spiega il governo stesso: “Prevede il riconoscimento al Cantone da parte di Efg Bank Sa nei due anni di permanenza nello stabile, oltre alla predetta pigione annua anticipata e inclusa nel prezzo di acquisto, la presa a carico da parte di Efg Bank Sa degli oneri di manutenzione ordinaria, dei costi correlati e delle usuali spese accessorie annuali”.

‘Importante miglioramento delle condizioni finanziarie’

Il Consiglio di Stato insiste, scrivendo alla Gestione, che “giova sottolineare l’importante miglioramento delle condizioni finanziarie d’acquisto in favore del Cantone, se confrontate con quelle pattuite nel 2019, in cui, a fronte del prezzo di acquisto fissato a 80 milioni di franchi, Efg Bank Sa avrebbe riconosciuto – contestualmente a un implicito contratto di locazione Triple-Net – un corrispettivo finanziario al Cantone pari a 100mila franchi all’anno sui tre anni a suo tempo ipotizzati per la consegna degli spazi, calcolati con una percentuale sull’acconto dovuto al momento del trapasso di proprietà”. Questo in favore della giustizia è, per il governo, “un progetto infine solido e di lungo termine, che ritiene le esigenze delle prossime e future generazioni”. Assieme alla cifra prevista per l’acquisto, nel messaggio governativo ricordiamo che figurano pure i 6,4 milioni di franchi per la progettazione della sua ristrutturazione e dell’adeguamento logistico, nonché per uno studio di fattibilità e progettazione per gli spazi destinati alla sede provvisoria necessaria per la ristrutturazione del Palazzo di giustizia. Il dossier resta pendente in Gestione, dove il relatore del rapporto commissionale è Matteo Quadranti (Plr).

‘Niente a che vedere con una possibile riduzione del personale’

Sgombrati, parallelamente, per ora, i timori di possibili ripercussioni sui posti di lavoro di Efg Bank come conseguenza della vendita dello stabile. In una lettera firmata dai vertici dell’istituto e indirizzata il 23 novembre scorso al direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi, si legge che “come dichiarato sin dal momento della firma della lettera d’intenti a novembre 2019, la vendita di Palazzo Botta non ha nulla a che vedere con una possibile riduzione del personale a Lugano né, a oggi, (...) in qualsiasi altra sede”.

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