Ticino

‘Basta! Il 22 novembre in Piazza Governo per dire no ai tagli'

I sindacati Vpod, Ocst e Sit verso la manifestazione: ‘Il risanamento finanziario non può passare da riduzioni delle prestazioni e risparmi sul personale’

Era il 2017. Anche allora tagli
(Ti-Press)
25 ottobre 2023
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“L’obiettivo di avere finanze pubbliche sane non può comportare una riduzione delle prestazioni alla popolazione e risparmi sul personale! I risparmi vanno fatti sugli sprechi, non sul necessario!”. Sta in queste righe del volantino il senso della manifestazione che Vpod, Ocst e Sindacati indipendenti ticinesi hanno indetto per il prossimo mese a Bellinzona. Per dire “Basta!”. Per dire no ai tagli annunciati dal Consiglio di Stato nell’ambito del Preventivo 2024. Per dire no alla manovra di rientro, la prima, per conseguire il pareggio dei conti cantonali entro fine 2025, come da ‘Decreto Morisoli’ che la votazione popolare del maggio 2022 ha avallato. Le tre sigle sindacali lanciano così “un appello alla mobilitazione contro i tagli di salari, servizi e sussidi”. Il giorno della protesta è confermato: mercoledì 22 novembre. L’appuntamento è per le 17 in Piazza Governo. Davanti al Palazzo della politica. Dove la parola è intanto passata al parlamento, dal quale si attende il verdetto sulla controversa manovra confezionata dal governo. Che potrebbe non essere quello definitivo, dato che tira già aria di referendum.

Ghisletta: una stangata bestiale generata dal Decreto Morisoli!

Misure di risparmio per quasi 134 milioni di franchi. Forbici nel sociale, con per esempio riduzione dei sussidi per il pagamento dei premi di cassa malati e con risparmi anche nel settore invalidi, anziani… Senza dimenticare i dipendenti pubblici: niente carovita e trattenuta del 2 per cento – il cosiddetto contributo di solidarietà – per la parte di stipendio che eccede i 60mila franchi. Solo per citare alcuni dei provvedimenti indicati dal Consiglio di Stato. “Si tratta di una stangata bestiale, generata dal famigerato Decreto Morisoli”, annota l’ex deputato socialista Raoul Ghisletta, segretario della Vpod, sindacato che tramite referendum aveva impugnato, con il sostegno fra gli altri del Ps, il “famigerato” decreto, che porta il nome del capogruppo dell'Udc in Gran Consiglio. “Purtroppo nel maggio 2022 abbiamo perso, perché molti sono andati alla festa delle fragole invece che a votare oppure si sono lasciati ingannare dalle rassicurazioni della destra, secondo cui il contenimento della spesa pubblica sarebbe stato indolore. Il risultato è ora servito!”.

I sindacati si oppongono fra l’altro “alla penalizzazione dei servizi pubblici e sussidiati". Il cosiddetto contributo di solidarietà e il mancato adeguamento dei salari al rincaro, si legge nel volantino di Ocst, Vpod e Sit, "rappresentano una rilevante perdita di potere d'acquisto e riducono l’attrattiva delle professioni del servizio pubblico". Le tre organizzazioni non hanno dubbi: "Operare tagli o anche solo non aumentare la spesa per gli enti sussidiati in questo momento, significa colpire servizi essenziali per tutta la popolazione, oltre che limitare il sostegno ai più bisognosi". Ecco allora la richiesta “a tutti i gruppi e a tutte le commissioni del personale" di promuovere “da subito” sui posti di lavoro "riunioni e azioni di sensibilizzazione e protesta”.

Sergi (Mps): serve comunque un cambio di passo, anche scioperi

Ieri sera, sempre a Bellinzona, si è intanto svolto l'incontro organizzato dal Movimento per il socialismo “per una mobilitazione contro il Preventivo 2024 e le sue misure”. Alla riunione, riferisce una nota dell'Mps, “hanno partecipano diversi salariati attivi alle dipendenze del Cantone in ambito sociale, amministrativo, scolastico: la discussione ha permesso di comprendere le dinamiche già in atto da tempo in vari settori: tagli sul personale, diminuzione dei servizi, allungamento dei tempi di trattazione dei diversi casi. In particolare, nel settore sociale la situazione tende a diventare veramente difficile per i cittadini e le cittadine utenti e per la qualità del lavoro degli operatori”. Per l’Mps, alla manifestazione del 22 novembre “dovrebbe seguire una nuova giornata d’azione nei primi giorni di dicembre e caratterizzarsi per astensioni del lavoro nelle scuole, nei servizi e negli uffici: una prospettiva d’azione alla cui realizzazione ci si dovrebbe impegnare già sin d’ora”. Afferma Giuseppe Sergi, granconsigliere dell’Mps: «Ovviamente parteciperemo anche noi alla protesta del 22 novembre, serve però un cambio di passo da parte dei sindacati. La mobilitazione va costruita giorno dopo giorno, anche con scioperi, per mantenere alta la pressione su governo e parlamento. Riguardo alle misure per i dipendenti pubblici, abbiamo inviato loro una tabella significativa: mancato carovita, aumento dei premi per la pensione e contributo di solidarietà si traducono per un salario annuo ad esempio di 83'217 franchi in una perdita di 2'589 franchi...».

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