laR+ Ticino

‘Si riconosca un modello di giornalismo, non solo il supporto’

Il Ceo de laRegione Rocco Salvioni sulle parole del direttore della Posta Cirillo: ‘Abbiamo un ruolo fondamentale nella società, su carta e sul digitale’

Un mondo nuovo da scoprire senza piagnistei
(Ti-Press)
22 settembre 2023
|

«Manca un pezzo in questa narrazione, un pezzo per me fondamentale: non è vero che senza il giornale cartaceo abdichiamo al nostro compito, ci sono tanti supporti attraverso i quali possiamo continuare a svolgere il nostro ruolo essenziale e capillare di tessitori di reti tra le varie comunità regionali e di un territorio peculiare come il Ticino». Poco piagnisteo e tanta voglia di scoprire mondi nuovi, senza mai dimenticare di mantenere i piedi ben saldi per terra: sono queste le valutazioni con cui il Ceo de ‘laRegione’ Rocco Salvioni commenta da un lato le parole del direttore della Posta Roberto Cirillo – con le quali ha detto che il limite della consegna dei giornali alle 12.30 “dovrebbe essere eliminato perché oggi molte persone non sono in casa durante il mezzogiorno e non fa differenza l’ora in cui si consegnano lettere e giornali” –, dall’altro i nuovi annunci di licenziamenti nel gruppo Tamedia che, con i numeri annunciati ieri per la Svizzera interna, arrivano globalmente a una cinquantina di unità.

‘Permettiamo alle comunità di tessere relazioni e formarsi opinioni’

Con ordine. La premessa di Salvioni è chiara: «Si possono condividere o meno le parole di Cirillo, ma la direzione sembra quella. E il punto, per noi editori, è capire come si possa continuare a finanziare una redazione locale come quella de ‘laRegione’, del Corriere del Ticino o di chi fa un giornale cartaceo». Che svolge un ruolo fondamentale, quello di «aiutare e permettere alle comunità di tessere relazioni, rapporti e formarsi opinioni», ruolo che «non passa esclusivamente dal quotidiano cartaceo». Tutti i valori e i ruoli che nutrono e alimentano la missione di un giornale «fanno parte di un modello di giornalismo fatto di capillarità, che trascende dal supporto che viene utilizzato: per questo – riprende Salvioni – invito la cittadinanza a sottoscrivere un abbonamento digitale, all’e-paper, qualora quello cartaceo non andasse più incontro alle esigenze a causa di possibili ricezioni ritardate in bucalettere». Perché il discorso non cambierebbe: «Il prodotto lo fanno in tutti i casi delle redazioni radicate nella società, che svolgono un lavoro importantissimo di raccolta, sintesi e diffusione di storie, racconti, notizie che nel mondo esclusivamente social si perderebbero, non vedrebbero riconosciuto quel valore che una sintesi giornalistica di qualità può e deve conferire loro».

‘Abbiamo una capillarità unica grazie a redazioni radicate nel territorio’

I giornali, afferma ancora Salvioni, «possono permettersi una capillarità che non viene raggiunta nemmeno dalle televisioni finanziate tanto o poco dal canone e si tratta, da parte di chi sostiene il modello di informazione che i quotidiani locali rappresentano, di mantenerlo». Ricordando, appunto, che «questo lavoro fondamentale di tessitori lo fanno le redazioni, indipendentemente che il risultato finisca sulla carta o su un e-paper. Invece che sfogliare un quotidiano fisico, si sfogliano le stesse pagine in formato digitale su un computer o su un tablet: i contenuti di qualità restano i medesimi».

C’è la questione economica, però. Vale a dire che la pubblicità nel digitale non rende quanto quella cartacea, e non si scopre l’acqua calda. D’altro canto va pur detto che, dal lato degli abbonamenti, «un abbonato cartaceo conta quanto un abbonato digitale, dove i minori introiti pubblicitari possono essere compensati da costi di produzione più bassi». «È fondamentale – dice ancora il Ceo de ‘laRegione’ – che la cittadinanza sia consapevole che un abbonamento cartaceo o digitale a un giornale regionale ha una funzione sociale importantissima. Il discorso del supporto su cui la si trasmette viene dopo, pur capendo l’amore per la carta che noi in quanto editori siamo i primi a coltivare».

‘La nostra funzione sia sostenuta da cittadinanza, società e politica’

Certo, ma le novità che arrivano da Tamedia parlano di un settore in difficoltà e che procede a licenziamenti anche quando vengono pagati dividendi milionari. «Noi non abbiamo in previsione alcun piano di ristrutturazione – risponde Salvioni –. Ma è chiaro che deve passare il messaggio che questo modello deve essere sostenuto, dalla cittadinanza e dalla società in generale, anche dalla politica: senza di noi, senza quello che facciamo con passione tra editori e redazioni, le persone non avrebbero accesso alla rete comunitaria che una redazione è in grado di descrivere».

‘Oggi la situazione non ci preoccupa, ma davanti a cambiamenti strutturali...’

È un appello importante perché, stabilito che la volontà è quella di «continuare a fare tutto quello che facciamo con entusiasmo da più di trent’anni», la preoccupazione «è come finanziare questo modello. Senza il supporto necessario, il rischio è che un giorno si arrivi a dei tagli. Con la conseguenza di non essere più in grado di adempiere alla nostra missione. A oggi la situazione non ci preoccupa, ma davanti a cambiamenti strutturali toccherebbe a tutti adeguarsi. E non è quello che vogliamo».

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE