Ticino

‘Consegna della posta nel pomeriggio, proposta inaccettabile’

Così il presidente dell’Associazione giornalisti Porta. Il capo della deputazione ticinese Regazzi: ‘Gli assunti di Cirillo sono tutti da dimostrare’

In sintesi:
  • Per il direttore generale della Posta Roberto Cirillo “il limite delle 12.30 per la consegna dei quotidiani dovrebbe essere eliminato”
  • Le reazioni del presidente dell'Associazione giornalisti Roberto Porta e del presidente della deputazione ticinese a Berna Fabio Regazzi
Consegna nel pomeriggio?
(Ti-Press)
20 settembre 2023
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«È una proposta inaccettabile, perché la Posta riceve già oggi delle sovvenzioni per distribuire le copie dei giornali». Roberto Porta, presidente dell’Associazione ticinese dei giornalisti (Atg), non ci sta e, da noi contattato, contesta quanto dichiarato dal direttore generale della Posta Roberto Cirillo al ‘Blick’. Nell’intervista apparsa stamane Cirillo afferma che “il limite delle 12.30 per la consegna dei quotidiani dovrebbe essere eliminato”, spiegando che “oggi molte persone non sono in casa durante il mezzogiorno. Per loro non fa differenza l’ora in cui consegniamo le lettere e i giornali. Dobbiamo avere la libertà di allinearci alle esigenze dei clienti”.

Un servizio importante

Tesi che Porta respinge: «Sappiamo tutti che è importante che il giornale venga consegnato il prima possibile. Già ora arriva troppo tardi in troppi posti. Nonostante le sovvenzioni pubbliche che riceve, la Posta non sta quindi facendo il proprio dovere; anzi, l’ex regia federale sta intralciando e indebolendo il prodotto giornalistico. La pausa della notte fa in modo che quello che c’è sui giornali il mattino seguente sia il più fresco possibile a livello di notizie. Consegnare i giornali nel pomeriggio ha un peso considerevole sugli articoli in termini di ore trascorse dalla pubblicazione».

L’Associazione degli editori Stampa Svizzera critica fortemente le parole del Ceo della Posta Cirillo: “Il recapito quotidiano della carta stampata prima di mezzogiorno – si legge nella nota diffusa ieri pomeriggio – continuerà a rivestire un’importanza democratica anche in futuro e deve essere mantenuto a tutti i costi”.

Anche il presidente della deputazione ticinese alle Camere federali, il consigliere nazionale del Centro Fabio Regazzi, condivide l’importanza di recapitare i giornali entro la fine della mattinata. Tant’è che ha trasmesso una domanda sul tema al Consiglio federale, alla quale verrà data risposta lunedì. «Nelle sue dichiarazioni Cirillo parte da degli assunti che a mio parere – ci spiega Regazzi – sono ancora tutti da dimostrare. Per esempio afferma che non vi sia più un’esigenza per questo servizio da parte della popolazione e che quindi non avrebbe più senso fornirlo. Personalmente non so come sia giunto a questa conclusione, dato che credo che ci siano molte persone – penso agli anziani o a chi vive nelle zone periferiche – che il giornale continuano a riceverlo e che lo vogliono ricevere in tempi ragionevoli. Per questo motivo vorrei sentire che cosa ne pensa il Consiglio federale, anche perché prima di prendere decisioni di questa portata deve perlomeno essergli data la possibilità di esprimersi».

Media sempre più sotto pressione

È poi sempre di oggi la notizia della soppressione da parte di Tamedia di 28 posti su 247 collaboratori in Svizzera francese, ovvero circa il 10% dell’effettivo, con l'obiettivo di risparmiare 3,5 milioni. «Mi sembra – commenta il presidente dell’Atg Porta – che siamo in un periodo in cui si sta facendo un po’ a gara a mettere in difficoltà la stampa. Una decina di giorni fa un consigliere federale (Ignazio Cassis, ndr) ha raccontato di non leggere i giornali. Oggi il capo di un’azienda di proprietà della Confederazione, la Posta, ha fatto delle proposte che vanno a toccare negativamente i media cartacei. Sempre oggi sono stati annunciati da Tamedia dei licenziamenti in Romandia. A mio avviso dalla politica in generale dovrebbe arrivare un altro tipo di segnale».

Nella sua domanda al Consiglio federale Regazzi si china anche su questa questione: «Oltre alle criticità che già conosciamo e che stanno facendo soffrire soprattutto la carta stampata, credo che, se dovessero essere prese misure come quelle indicate da Cirillo, fare un abbonamento a un giornale sarebbe ancora meno attrattivo. In quest’ottica – prosegue – c’è il rischio di penalizzare ulteriormente i media cartacei, il che dovrebbe essere oggetto di una valutazione per capire quali ripercussioni una simile decisione potrebbe comportare».

‘Il cartaceo rimane fondamentale’

Sulle recenti trasformazioni legate alla digitalizzazione del mondo delle notizie, il presidente della deputazione ticinese osserva: «Che ci siano dei cambiamenti in atto è innegabile, ma arrivare a dire che la consegna dei giornali non sia più un’esigenza mi sembra francamente eccessivo e va verificato. La parte delle persone che fanno uso di questo servizio si sta probabilmente riducendo, mi riferisco in particolare alle giovani generazioni, ma è anche vero che i giovani restano una parte minoritaria della popolazione. Fra trenta o quarant’anni il discorso sarà diverso, ma a me risulta – conclude Regazzi – che attualmente ci siano molte persone che hanno bisogno della garanzia di ricevere il giornale entro la fine della mattinata».

Anche Porta riconosce che si stia attraversando «una rivoluzione tecnologica, con cui non si confronta solo il mondo della stampa, ma che tocca anche molti altri settori. A testimonianza di questa rivoluzione vi sono le abitudini che cambiano. Accanto a una maggioranza di abbonati al cartaceo ci sono ora anche delle persone che si abbonano solo al digitale. La proposta di Cirillo riapre indirettamente una riflessione sul cartaceo che è in corso da tempo. La carta rimane però fondamentale in quanto, così dicono gli editori, è lì che investe la pubblicità. La versione cartacea è dunque fondamentale per la sopravvivenza di tutte le testate svizzere, dato che è da lì che arrivano le entrate».

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