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Dopo la grandinata, il lungo cammino per tornare alla normalità

Andrea Ferrari (viticoltori ticinesi): ‘Purtroppo per chi lavora in questo settore, eventi come questo son cose da mettere a preventivo’

Bombardati da chicchi ghiacciati
(Ti-Press)
3 giugno 2023
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Tre giorni dopo la violenta grandinata che ha colpito duro nel Sottoceneri, su Melide e la Swissminiatur splende il sole. Dentro il grande parco dei modellini a tinte rossocrociate intanto si continua a lavorare per ripristinare quanto devastato dalla tempesta: la conta dei danni, l'indomani, già parlava di 97 modellini su 130 danneggiati, anche in maniera importante, come pure una serie di guasti, cominciando dall’elettrificazione dello stesso parco. Per quantificare in soldoni l’entità complessiva del danno arrecato dalla grandinata ci vorrà ancora qualche giorno, «verosimilmente fino a settimana prossima – spiega, da noi interpellato, il direttore della Swissminiatur Joël Vuigner –. Oggi (venerdì, ndr) abbiamo avuto un incontro con il perito della nostra assicurazione in modo da poter quantificare il danno subìto, di modo che nei prossimi giorni avremo un quadro un po’ più chiaro dal profilo finanziario. Giovedì abbiamo concluso le operazioni di pulizia, anche attorno ai modellini, recuperando i cocci di quelli che sono stati danneggiati. Ci siamo insomma attivati sin da subito per quel genere di interventi immediati, mentre il restauro dei modellini ormai si protrarrà per i prossimi mesi. Ciò che fa più male è vedere come bastino pochi minuti per distruggere, o almeno danneggiare pesantemente, un lavoro magari durato anni...».


Ti-Press

Con notevoli sforzi, il personale della Swissminiatur è comunque riuscito a garantire la regolare apertura del parco nei giorni immediatamente successivi alla grandinata. E come è andata dal profilo dell'affluenza? «Abbiamo istruito il personale alle casse affinché informasse sulla situazione gli avventori. Qualche potenziale visitatore avrà desistito, sentendo dei danni, ma grossomodo i dati relativi all'affluenza in questi giorni ricalcano quelli degli anni precedenti, considerando che per noi, fortunatamente, fine maggio-inizio giugno rientra ancora sotto la stagione bassa: giovedì saranno state circa duecento i visitatori. Se fosse capitato tra un mese, o anche solo settimana prossima, con il ponte del Corpus Domini, oltre ai danni materiali ci ritroveremmo alle prese con la beffa delle mancate entrate. In generale devo dire che in questi giorni ho ricevuto parecchi feedback positivi, anche da parte di chi ha deciso di visitarci comunque: la gente si è presentata informata, dimostrando comprensione per i disagi concernenti il parco. Mercoledì mattina il morale di tutti era logicamente basso, ma le parecchie attestazioni che abbiamo ricevuto ci hanno dato la forza di rialzare la testa e rimetterci al lavoro. Pensando appunto all'imminente Corpus Domini, stiamo facendo gli straordinari affinché i visitatori possano godere di un parco nelle migliori condizioni possibili».

‘Reti strappate e gettate a terra dalla furia del maltempo’

Non ci sarà invece alcun sopralluogo del perito delle assicurazioni a Val Mara, dove la grandine ha devastato il vigneto della Vini Rovio Ronco. «Anche perché di assicurazioni non ne abbiamo: noi avevamo deciso di investire nelle protezioni, piuttosto che in una polizza assicurativa – illustra Gianfranco Chiesa –. Considerando che a noi l'uva serve per vinificare, ho investito sulle reti anti-grandine. Ma purtroppo la violenza della grandinata è stata tale che le reti si sono rivelate inefficaci. I chicchi ghiacciati e il vento hanno rotto i ganci delle reti, che poi sono cadute, lasciando esposta tutta l'uva», La stima dei danni, anche qui, è impietosa: «In quella manciata di minuti sono andati persi 3'000 kg di uva su un totale, per questo vigneto, di 4'500. Cifre indicative, ma di certo almeno due terzi del raccolto è compromesso». E non è finita qui... «Il ciclo naturale della vite dura due anni: nel primo anno i nuovi rami danno le gemme, mentre i grappoli cominciano a maturare a partire dall'anno seguente. Ecco, i chicchi caduti dal cielo martedì rischiano di creare pesanti strascichi anche per la produzione della prossima stagione, visto che ha danneggiato il legno di parecchie piante».


Rescue Media
Le dimensioni dei chicchi

Sarebbe cambiato qualcosa se la grandinata si fosse verificata più in là nella stagione calda? «Difficile azzardare delle ipotesi, ma di certo se si fosse verificata a luglio inoltrato, la vegetazione delle piante sarebbe stata maggiore, e ciò avrebbe forse permesso di risparmiare i grappoli più in basso, sacrificando dunque unicamente quelli più in alto. Anche se dalla violenza che aveva questa grandinata, al tirar delle somme sarebbe cambiato poco: a Pugerna, gente che abita lì, mi ha riferito di una grandinata protrattasi per oltre un quarto d'ora... Non a caso l'indomani, in serata, sui terreni c'erano ancora circa 10 centimetri di grandine non sciolta».

Uva ma non solo: a rischio anche settanta alveari

A tre giorni di distanza, la constatazione dei danni fatta all'indomani della violenta grandinata di martedì da Gabriele Bianchi, titolare assieme al fratello dell'omonima azienda agricola di Arogno, trova riscontri concreti. «Il triste scenario che ci si presentava agli occhi martedì sera e ancora mercoledì mattina non lasciava molte speranze: stimavamo un 50% di uva persa, ipotesi che sembra essere confermata da quanto abbiamo potuto ulteriormente appurare. La grandinata dell'altra sera ha compromesso all'incirca 4'000 degli 8'000 chili di uva che abitualmente ci rende quella parcella, di un ettaro e mezzo, bombardata dai chicchi ghiacciati. Per quel che concerne le piante di vite, in questi giorni abbiamo cercato di cicatrizzare il legno danneggiato dalla grandine: a partire da lunedì avremo un quadro un po’ più indicativo sull'entità dei danni anche sotto questo aspetto. Settimana prossima inizieremo pure a mette mano alle piante, per capire cosa potrà ancora essere salvato e cosa invece è andato definitivamente perso per questa stagione viticola».


Ti-Press
Gabriele Bianchi tra i filari

Le sorprese non sono pero finite qui per i fratelli Bianchi e la loro azienda. Come ci spiega ancora Gabriele: «A subire gravi danni è pure stato il bosco di Pugerna dove abbiamo uno dei nostri più grandi apiari, composto da settanta alveari. Dal sopralluogo che abbiamo fatto ieri abbiamo constatato che il bosco è stato letteralmente ‘tritato’: tutti i fiori di tiglio e castagno sono caduti a terra. Di conseguenza nei prossimi giorni dovremo trovare una nuova sistemazione per questi alveari: non c‘è solo la produzione di miele in gioco, ma anche la sopravvivenza vera e propria delle api, che ora non hanno praticamente di che nutrirsi. Stiamo appunto interpellando diverse persone al fine di trovare chi possa... offrire asilo alle nostre api. In generale, in questi giorni devo dive che in parecchi hanno mostrato solidarietà nei nostri confronti, e questo conforta almeno un po’».

‘Categoria a rischio di simili calamità: prima o poi tocca a tutti’

«Purtroppo situazioni così rientrano nella normalità: per agricoltori e viticoltori la grandine e i danni da essa derivanti sono qualcosa da mettere a preventivo – sottolinea laconico Andrea Ferrari, presidente dell'Associazione viticoltori vinificatori ticinesi –. Ognuno cerca di tutelarsi come può: o stipulando un'assicurazione specifica, o dotandosi di protezioni come le reti. Sì, quella di martedì è stata una grandinata devastante, come lo sono state diverse altre in passato. Sappiamo che siamo una categoria a rischio in fatto di calamità naturali: a rotazione prima o ognuno si ritrova almeno una volta a dover fare la conta dei danni nel suo vigneto... I cambiamenti climatici? Sì e no, non penso che sia tutta colpa di questi ultimi, anche perché di grandinate simili ne capitano regolarmente. Me ne ricordo una in particolare: era il 1998, e io a quei tempi ero ancora apprendista: quell'anno il 1° agosto ci fu una grandinata simile se non addirittura peggiore rispetto a quella di martedì. Dove lavoravo i chicchi avevano distrutti i vigneti, danneggiato macchine e mandato in frantumi diversi vetri».


Rescue Media
Vetri danneggiati

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