Ticino

‘Non 8 goleador, ma una squadra per il partito’. Il tifo però...

Dal comitato cantonale Ps si alza qualche voce critica su modi comunicativi rispetto alla lista per il Nazionale, composizione e prospettate alleanze

Il copresidente Fabrizio Sirica
(Ti-Press)
25 maggio 2023
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È un copresidente socialista nella veste – metaforicamente parlando – di allenatore di calcio quello presentatosi davanti al comitato cantonale straordinario del Ps dedicato alle elezioni nazionali del prossimo autunno. «Elezioni che non sono “la partita di ritorno” delle Cantonali, ma un’altra competizione – afferma Fabrizio Sirica impiegando la prima di tre analogie sportive che faranno da fil rouge al suo intervento –. Siamo usciti sconfitti e delusi dalle Cantonali, abbiamo perso un seggio. Ma non facciamoci condizionare per le Federali da tali dinamiche. Quella che si prospetta è un’altra sfida. È con spirito di rinnovato entusiasmo e consapevolezza su come migliorare, e non zavorrati dal risultato di aprile, che dobbiamo approcciare le Federali», dichiara il copresidente.

Sirica: ‘Competenze sulle principali urgenze della società’

Altro aspetto toccato da Sirica è la riflessione dedicata ai nomi proposti in lista: «Quando ci avviciniamo alle elezioni si incappa spesso nella dicotomia tra liste di nomi forti o liste di accompagnamento. Noi abbiamo voluto portare un concetto un po’ diverso. Siamo partiti dal fatto che la lista non deve essere composta da 8 persone fortissime, 8 galli in un pollaio che si fanno la guerra tra loro, ma da persone che fanno un gioco di squadra. Ognuno deve essere forte nel proprio ruolo. E così presentiamo una squadra non con 8 goleador, ma fatta di 8 persone che sono le più competenti in quegli ambiti che racchiudono le principali urgenze vissute sul nostro territorio». Ripercorsi dunque gli otto nomi già annunciati una settimana fa – Bruno Storni (in lizza anche per gli Stati), Laura Riget, Adriano Venuti, Mario Amato, Laura Di Corcia, Nora Jardini Croci Torti, Danilo Forini, Alice Ambrosetti – identificati come i più adatti a rispondere ai problemi legati ad ambiente; casse malati; locazione; migrazione; politica culturale; lavoro e disparità di genere; inclusione della disabilità e assicurazioni sociali; educazione, mondo agricolo e zone periferiche.

Dalla sala però si alzano le prime voci critiche. «Forse non proprio per tutte le persone candidate si può parlare di ‘grande bagaglio politico’, principalmente se si pensa che si tratta di un’elezione per il parlamento nazionale – lamenta Aurelio Sargenti –. Ma soprattutto, ancora una volta, qualche cosa sembra non quadrare nella comunicazione». Il consigliere comunale di Lugano si domanda se non sarebbe stato meglio presentare prima le candidature al comitato cantonale, «anche solo per non essere smentite? E il progetto rosso-verde? Abbiamo perso qualcosa e qualcuno per strada?», incalza Sargenti, aggiungendo: «Forse, tra i temi da discutere in un prossimo comitato dovrebbe figurare anche quello della comunicazione». Il riferimento è anche all’intervista al vicepresidente Venuti uscita sul nostro quotidiano in cui solo pochi giorni prima dell’annuncio che Storni avrebbe corso per gli Stati invocava la candidatura di Mario Branda. A tal proposito Sirica replica: «È stato l’ultimo tentativo per cercare di convincere il sindaco di Bellinzona, ma non c’è stato nessuno strappo».

Giso: ‘La nostra componente più progressista non è rappresentata’

Ma recriminazioni giungono anche dalla Giso: «Non voterò questa lista per dare un segnale politico alla direzione – dice Santiago Storelli –. Non perché le persone non siano qualificate, ma per il modo in cui è stata composta. Mancano dei giovani, non in quanto tali, ma che siano organizzati all’interno della sezione e che abbiamo un’ideologia più radicale che possa essere portata nel discorso pubblico». Così la Giso, come il gruppo ‘60+’, hanno presentato rispettivamente una propria lista sottocongiunta. L’approvazione dei candidati, tuttavia, alla fine arriva, con soli tre contrari rispetto ai nomi per il Nazionale.

Alleanze: il nodo Partito comunista

La terza valutazione ‘calcistica’ di Sirica verte sulla strategia di alleanze: «Squadra che vince non si cambia». E qui il pensiero del copresidente va al 2019 quando l’area progressista «fu la grande e indiscussa vincitrice delle elezioni federali, passando da uno a tre seggi a Berna». Un risultato definito «eccezionale, possibile soprattutto grazie alla squadra di partiti e movimenti che rappresentavano quasi tutta l’area progressista e che si unirono con congiunzioni e sottocongiunzioni». Ora l’auspicio della direzione Ps è ripetere le alleanze fatte in quell’occasione: «La congiunzione con i Verdi è definitiva – rassicura Sirica –. Adesso attendiamo che Forum Alternativo, Pc e Pop prendano posizione. Quanto all’Mps, pur essendo aperti a tutta la sinistra, non ci sono le premesse per un’alleanza dato che nei fatti manca il rispetto dei nostri confronti». Sul tema alleanze il clima si arroventa sulla scorta di una considerazione di Maurizio Canetta riferita al Pc: «Sulla guerra in Ucraina, tra noi e loro non c’è una differenza di approccio, ma un fossato. Si tratta di un tema centrale per la politica federale e mi chiedo se non sia il caso di rifletterci attentamente». Segue un fuoco incrociato tra pareri a sostegno della congiunzione («dobbiamo fare dei passi insieme, non una lista unica», «è innegabile che condividiamo la maggior parte delle posizioni»), e contrari («sarebbe una scelta meramente opportunistica»). Al termine viene comunque data delega unanime alla direzione di continuare le trattative con gli schieramenti.

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