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‘Senza gli utili della Bns i tagli dovranno essere più incisivi’

Nessuna distribuzione dalla Banca nazionale nei prossimi tre anni? Vitta: se mancano tante risorse sarà sempre più difficile fare coincidere l’equazione

‘Dati da prendere con cautela’
(Ti-Press)
11 febbraio 2023
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Cantoni e Confederazione rischiano di dover rinunciare ancora per anni alla distribuzione degli utili della Banca nazionale. A prevedere tale scenario sono stati nei giorni scorsi gli economisti dell’Ubs, secondo i quali la probabilità di una distribuzione salirà sopra il 50% soltanto dal 2026. Un’ipotesi tutta da verificare, ma che può suscitare parecchie preoccupazioni. In particolare in Ticino. «Se dovesse realizzarsi lo scenario peggiore – risponde a laRegione il direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia ) il rischio potrebbe essere reale, in quanto ci sarà il peso del riporto negativo dei 39 miliardi previsto dall’attuale sistema. Dal 2025 in avanti bisognerebbe invece restare prudenti e non prendere per acquisite tutte le previsioni che vengono pubblicate.

Alcuni osservatori affermano che questa situazione potrebbe essere "un’opportunità" per adottare criteri più restrittivi sui conti. Ma l’incertezza rispetto ai versamenti della Bns è davvero una novità?

L’incertezza non è una novità. Sarebbe invece una novità il fatto che per più anni non venga distribuito nulla a Confederazione e Cantoni. In passato c’è sempre stata, con alti e bassi, una certa distribuzione. Stiamo in ogni caso facendo una discussione su degli scenari basati su delle probabilità. In questo contesto sarà importante che il Dipartimento federale delle finanze, che ha sottoscritto la Convenzione per la ridistribuzione degli utili con la Bns (Convenzione in scadenza nel 2025, ndr.) dia delle indicazioni agli enti pubblici su cosa prevede per i prossimi anni, in coordinamento con la Banca stessa. È chiaro che nessuno può convivere a lungo con l’incertezza di non sapere se i soldi arriveranno o meno.

Nel frattempo gli utili della Banca Nazionale andranno esclusi dai prossimi preventivi?

Bisognerà prima di tutto attendere l’arrivo d’indicazioni un po’ più precise e aggiornate dall’autorità federale. A livello cantonale, sul Piano finanziario, gli utili della Bns sono già stati ridotti, ma non azzerati. Su questo tema sarebbe auspicabile, in vista dell’aggiornamento della pianificazione, un certo grado di coordinamento tra la Confederazione e i Cantoni. Un coordinamento che ci permetta di avere una linea comune. Anche se poi ognuno è libero di fare quello che ritiene più opportuno.

Oltre alla Bns, c’è tutta una serie di iniziative in Ticino che potrebbero a breve/medio termine comportare minori entrate per lo Stato. C’è poi un Decreto legislativo che impone il pareggio di bilancio entro la fine del 2025. L’obiettivo è davvero raggiungibile?

Riequilibrare i conti dello Stato è comunque un obiettivo che deve essere perseguito per evitare di pesare troppo sulle future generazioni. Il punto di partenza è un Consuntivo 2022 che dovrebbe chiudersi attorno al pareggio, e questa è una buona notizia. Il problema però si ripresenta dal 2023 in avanti. In particolare con un fardello che si è caricato con le perdite dei due anni precedenti (2020 e 2021, ndr.). Tanto più il fardello diventa pesante, tanto più sarà poi doloroso riequilibrare. Dobbiamo essere consapevoli che difficilmente si riuscirà a fare coincidere l’equazione: se mancano tante risorse poi gli interventi sulla spesa dovranno essere più incisivi. Penso che il tutto sia gestibile, se ci sarà una forte volontà di raggiungere l’obiettivo da parte di tutti i partiti.

Tenuto conto del contesto, tra le varie modifiche contemplate nella riforma della Legge tributaria sarebbe ipotizzabile un ripristino del moltiplicatore d’imposta al 100%?

Fare ritornare il moltiplicatore al 100% senza una riforma della legge implicherebbe un aumento delle imposte, ed è quello che il Gran Consiglio nel 2019 ha già detto di non voler fare; indicazione che è stata poi ribadita dalla votazione popolare dell’anno scorso (che ha accolto il Decreto Morisoli, ndr.). Il ragionamento che si sta facendo nella revisione della Legge tributaria si muove dunque nella forchetta data dall’attuale coefficiente d’imposta al 96/97%, per cui non si va ad aggravare la situazione finanziaria.


Farinelli: ‘Basta poco per far sì che grossissime cifre che sembravano disponibili non ci siano più’

A Berna

‘Una distribuzione ordinaria non è esclusa’

«Ciò che abbiamo visto in questo ultimo anno – osserva il consigliere nazionale Alex Farinelli, membro della Commissione finanze della Camera bassa – è che basta poco per far sì che grossissime cifre che sembravano disponibili per la distribuzione degli utili non ci siano più. La situazione attuale ci fa dunque capire come non si possa pensare di finanziare dei compiti ricorrenti con i miliardi della Banca Nazionale». A livello federale, afferma il deputato liberale-radicale, «c’era già questa consapevolezza e ora si è rafforzata». Farinelli parla di prudenza per i prossimi anni ma non di disperazione: «Basterebbe che la situazione tra Ucraina e Russia si normalizzasse per far sì che i valori patrimoniali tornassero a salire in maniera importante. E anche a guerra in corso i mercati stanno comunque risalendo dall’inizio di quest’anno. A fronte di un bilancio molto grosso, come quello della Banca nazionale, non è da escludere che ci possa essere un’inversione della tendenza». Un cauto ottimismo, insomma, che porta la politica federale a ragionare su un Preventivo della Confederazione per il 2024 in cui molto probabilmente verrà inserito l’importo relativo a una distribuzione "ordinaria" da parte della Bns. «A livello federale gli utili sono sempre stati trattati in parte come entrate ordinarie e in parte come introiti straordinari. Per il Preventivo 2024 verranno inseriti 660 milioni dalla Bns, che corrispondono a una distribuzione totale di due miliardi (un terzo va alla Confederazione, due terzi ai Cantoni, ndr.)».

Una possibilità, qualora lo scenario dovesse rimanere in linea con quanto accaduto nel 2022, sarebbe rimettere in discussione i parametri della Convenzione sottoscritta tra il Dipartimento federale delle finanze e la Bns che regola la distribuzione degli utili. O no? «Ho l’impressione che di fronte a una convenzione siglata, la Bns resti abbastanza rigida. Si potrebbe forse aprire una discussione in merito alle riserve monetarie, valutare se gli accantonamenti sono ancora commisurati a un bilancio che si sta progressivamente sgonfiando. Ma i parametri principali della Convenzione non penso che possano essere ridiscussi».

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