Ticino

‘Un Plr ottimista che dice no ad assistenzialismo e rancore’

In oltre 600 al congresso liberale radicale che ratifica il programma per le elezioni. Al centro lavoro, formazione ed energia. Speziali: ‘Siamo pronti’

Il congresso stamattina a Lugano
(Ti-Press/Elia Bianchi)
15 gennaio 2023
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«Puntare sull’individuo, sulle persone, sulla declinazione concreta dei valori». Con «il dovere di mettersi a disposizione e militare per libertà, coesione e progresso. Tre bussole da cui non dobbiamo mai allontanarci». Il presidente cantonale del Plr Alessandro Speziali lancia la campagna del suo partito in vista delle elezioni del 2 aprile senza girarci tanto attorno: «Quando si parla di contenuti, il Plr dà il meglio di sé. Perché siamo persone immerse nel mondo perché lavoriamo, fondiamo imprese, siamo attivi nel volontariato, in fondazioni. Noi siamo sul territorio, nelle città come nelle valli».

Le priorità di ‘un programma denso’

Il programma, anticipato da laRegione nei giorni scorsi e approvato oggi all’unanimità, verte principalmente su «posti di lavoro, formazione, ambiente ed energia» ricorda Speziali davanti agli oltre 600 partecipanti al congresso convocato stamattina a Lugano. E parla di «un programma denso, in cui una forza liberale radicale come la nostra si guarda dentro ma è capace di guardare oltre il proprio ombelico in un mondo che cambia sempre più velocemente».

‘Distilliamo le filosofie in azione pratica’

E in questo turbinio, «con la nostra sorgente di pensiero, il liberalismo, dobbiamo decidere se chiuderci a riccio rifiutando di interpretare quello che succede o, attraverso programma e azione politica, ridiscutere il nostro ruolo, il nostro compito, la direzione che vogliamo dare al Paese». Per Speziali la risposta è chiara: «I valori altisonanti hanno senso solo se ispirano un’azione concreta, e noi vogliamo essere un punto di riferimento sempre più grande rimanendo però con i piedi per terra pensando a progetti realizzabili». La sintesi è servita: «Noi liberali radicali distilliamo i libri di filosofia credendo in progetti pratici che portano lustro al nostro cantone, come il Lac di Lugano che brilla a livello internazionale».

‘Un ospedale universitario per superare i regionalismi’

Passando dalla filosofia al programma, quindi, «ci stiamo impegnando per una scuola media che si rinnovi e diventi capace di orientare e orientarsi, crediamo in un ospedale universitario come nuovo volano per il progresso del Ticino al di là dei regionalismi che impigriscono il coraggio intellettuale, crediamo in una digitalizzazione che esca dai libri universitari e diventi crediti cantonali e comunali per investire in quelle aziende che hanno deciso di investire nel futuro, crediamo nei posti di lavoro». Non solo, però: «Crediamo nel fotovoltaico, nell’idrogeno, nella geotermia, così come crediamo che la burocrazia sia da snellire e di molto, e che esista un modo per eleggere i migliori procuratori pubblici del cantone uscendo da logiche politiche».

‘No ad astio e scontri. Noi positivi, sorridenti, coraggiosi’

Ma il Plr, avverte Speziali, è pronto a porre anche dei paletti: «Noi diciamo no alle forze nazionaliste che cercano continuamente l’astio e lo scontro, che cercano l’eterno e continuo colpevole. Così come abbiamo chiarito più volte – continua Speziali – che rifiutiamo la mentalità assistenzialista, il rancore eterno. Non stiamo a questo gioco: noi vogliamo essere positivi, sorridenti, coraggiosi, vogliosi di dire cose giuste anche se non sono sempre belle». Ciò «non vuol dire essere professorini, ma persone libere da schemi mentali e da fisime elettorali».

Solo con questa attitudine, rileva il presidente del Plr, «raggiungeremo i nostri obiettivi, combattendo la burocrazia che ammorba ogni iniziativa. Dobbiamo fare autocritica e rimediare: le imprese e i liberi professionisti vogliono progredire e crescere, non aggirare, sottrarre o sfruttare».

Tra crisi, opportunità e ‘togliersi il superfluo’

D’accordo, ma appunto perché il Plr guarda oltre il proprio ombelico il mondo sta vivendo un momento di grande crisi tra pandemia e conseguenze della guerra in Ucraina. Come combacia la visione di Speziali con un presente che non grida all’ottimismo? «Crisi significa opportunità – risponde –. Nel mondo greco crisi è una parola che rimanda al saper scegliere e separare i chicchi dalla spiga di grano: la pula viene messa nel fuoco, il grano viene conservato e diventa il pane che fa progredire». Ebbene, per Speziali «questa crisi è un momento dove esercitare la nostra capacità di giudizio, fare pulizia, liberarci da illusioni e rancore, da regresso e invidia, per tenerci stretto ciò che ci fa crescere come individui». Insomma, «stiamo affrontando un passaggio necessario per, in politica, toglierci finalmente dal pesantissimo superfluo e far nascere qualcosa di diverso, nuovo, migliore, più grande».

Parola ai candidati in governo

Sul palco parola ovviamente anche ai candidati in Consiglio di Stato. In rigoroso ordine alfabetico, il primo a prendere la parola è Jean-Jacques Aeschlimann: «La fortuna aiuta gli audaci, a volte è davvero il momento di rischiare e quando l’ho fatto non l’ho mai rimpianto. Serve coraggio per un futuro di prosperità, per prendere le decisioni giuste con l’obiettivo di garantire il nostro benessere anche in futuro. Non è un lusso, è una necessità».

Alessandra Gianella afferma che «nei momenti di crisi la voce del liberalismo osa dire cose giuste anche se difficili, e dalle future generazioni vogliamo essere ricordati come buoni antenati, non come chi ha consegnato una società magari con tanti diritti ma priva di senso del dovere: vogliamo che il Ticino sia un luogo accogliente per imparare, lavorare e vivere. Con una scuola al passo coi tempi, un’economia vivace e innovativa, dove l’audacia degli imprenditori sia sostenuta, non demonizzata».

«Pragmatismo, buon senso e soprattutto efficienza, trasparenza e responsabilità» sono le linee guida di Luca Renzetti. E quando si parla di responsabilità, tocca il tema dei costi della salute: «A livello cantonale abbiamo margini di manovra limitati, il contenimento dei costi passa prima di tutto da noi, ottimizzando l’acquisto dei farmaci: evitare gli sprechi non basta dirlo solo per ambiente ed energia».

Andrea Rigamonti va all’attacco su temi di natura istituzionale: «Giustizia 2018, Ticino 2020, Piano cantonale delle aggregazioni, Polizia unica... la politica e in particolar modo il Dipartimento istituzioni li ha individuati perché sono ambiti importanti e necessitano un ammodernamento. Ma siamo all’immobilismo totale, e manca il coraggio che invece dovrebbe essere protagonista».

L’uscente direttore del Dfe Christian Vitta dal canto suo porta «fatti concreti, visto che in questi mesi ci sarà sicuramente chi dirà che non è stato fatto niente per aiutare le persone». E passa dal «sostegno massiccio dell’Ente pubblico durante la pandemia» alla gestione delle conseguenze della guerra in Ucraina, «come un’inflazione che la mia generazione ha studiato sui libri di scuola e mai vissuta, ora vediamo cosa vogliono dire questi aumenti di costi». In tutto questo «erano previste esplosioni di disoccupazione e aiuti sociali, ciò non è successo grazie al nostro sistema Paese che ha retto, e alle nostre 40mila aziende che hanno continuato a credere nel futuro, a darsi da fare invece che cedere al lamento facile». E gli obiettivi «saranno raggiunti solo con forze politiche pronte a lavorare insieme».

Burkart: ‘Dal Plr ticinese un impegno lodevole’

Presente (e molto applaudito) anche il presidente nazionale del Plr Thierry Burkart: «Il Plr ticinese è un esempio di passione, e il suo impegno per i nostri valori è davvero lodevole». Per Burkart «durante la pandemia abbiamo visto la necessità dello Stato per aiutare le imprese, ma allo stesso modo abbiamo cercato di far capire alla società che la società stessa doveva attivarsi con orgoglio e responsabilità individuale, senza chiede aiuto allo Stato al primo problema ma impegnandosi singolarmente». Da febbraio dell’anno scorso è tornata la guerra in Europa, e il presidente nazionale liberale radicale avverte: «Abbiamo visto la libertà attaccata in uno Stato vicino a noi, questo deve motivarci per ribadire in Svizzera e in tutto il mondo l’importanza delle nostre libertà individuali. E per fare ciò c’è bisogno di un Plr che deve combattere per più libertà e meno Stato, per diventare più grandi e crescere a livello di percentuali».

Un invito «alla responsabilità» arriva dal consigliere nazionale Alex Farinelli, presidente del giorno al congresso: «In Ticino abbiamo davanti una manovra di rientro da 200 milioni di franchi, il problema però non è nella decina di funzionari che dovrà metterla a punto. Ma nei novanta parlamentari che dovranno prendere delle decisioni, che possono essere scomode ma che sono impellenti».

Cassis: ‘Vedo un Plr forte e motivato’

Il consigliere federale liberale radicale Ignazio Cassis nella chiacchierata finale con Alex Farinelli si felicita «di aver visto un Plr forte, motivato, che non si perde in linguaggi burocratici ma che parla con franchezza». Ed è importante che la politica si comporti così, «perché in Europa stiamo assistendo a una svolta storica nel continente e serve una Svizzera forte».

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