Ticino

Imposta di circolazione, finalmente c’è l’accordo

Dopo la soluzione in extremis proposta dalla Gestione, c’è il via libera di tutti i partiti al Decreto urgente. Giovedì il sì del Gran Consiglio

Intesa raggiunta
(Ti-Press)
13 dicembre 2022
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E compromesso fu. Il dossier imposta di circolazione si è sbloccato oggi, con la convergenza, nel pomeriggio, di tutta la commissione parlamentare della Gestione sul testo elaborato, e sottoposto in mattinata ai colleghi, dal capogruppo del Centro/Ppd Maurizio Agustoni. Anticipato dal sito internet della ‘Regione’ poco prima dell’ora di pranzo, l’accordo è stato raggiunto.

In soldoni: per il 2023 il gettito totale sarà di 81,5 milioni di franchi (grazie alla moratoria per le auto immatricolate prima del 2009, moratoria da 6,5 milioni), a metà strada quindi tra i 77 auspicati dagli iniziativisti e gli 85 proposti dal Consiglio di Stato. Il tutto lavorando sull’esponente per il calcolo delle emissioni di Co2, e togliendo le disparità di trattamento tra cicli di omologazione. Dal 2024, quando comunque tutto l’impianto dovrà essere rivisto, il montante passerà a 88 milioni di franchi.

Il Decreto legislativo urgente sarà la parte integrante dell’iniziativa che la Gestione porterà all’attenzione del Gran Consiglio già nella sessione in atto in questi giorni. E, molto verosimilmente, approvato giovedì.

Agustoni: ‘In linea con l’iniziativa’

È evidente la soddisfazione di Agustoni che, interpellato dalla ‘Regione’, annota come «grazie alle modifiche proposte dall’iniziativa sarà possibile eliminare la disparità di trattamento determinata dalla diversità dei metodi per misurare il Co2 emesso dalle automobili. Si tratta di un impegno – spiega ancora il capogruppo del Centro – assunto da tutti durante la campagna di voto e viene così concretizzato. Con l’esponente fissato a 1.422 il gettito nel 2023 sarà di 81,5 milioni, perfettamente in linea rispetto alle richieste dell’iniziativa. Questo testo, anche grazie al costruttivo contributo del Dipartimento istituzioni, ha saputo coalizzare tutti i gruppi parlamentari». Finalmente.

Gianella: ‘Un compromesso dove tutti hanno rinunciato a qualcosa’

Già, perché l’unanimità in Gestione è stato un requisito posto da molti. Soprattutto dal Plr, la cui capogruppo Alessandra Gianella ci spiega che si tratta di «un compromesso dove ognuno ha rinunciato a qualcosa per arrivare a una soluzione». E aggiunge: «L’obiettivo di tutti era evitare che ci fossero disparità di trattamento, e dal nostro punto di vista era importante pure che ci fosse la disponibilità di tutti i partiti. Per questo si è arrivati a proporre un’iniziativa urgente come Commissione della gestione. Il tema è stato dibattuto a lungo – osserva ancora Gianella –, e ora dobbiamo lavorare nell’interesse dei cittadini».

E nella pausa prende forma l’intesa

L’accordo sul Decreto commissionale si è concretizzato nella pausa pomeridiana dei lavori del Gran Consiglio. Panettonata e poi la firma dei gruppi parlamentari. Poco prima il deputato democentrista Paolo Pamini, da noi raggiunto, dichiarava: «Considerato il parere favorevole degli iniziativisti a questa proposta di compromesso, non escludiamo il nostro sostegno. Ma dobbiamo ancora discuterne al nostro interno». Una manciata di minuti dopo il via libera.

«La popolazione ha votato una variante dell’iniziativa che però conteneva quella disparità di trattamento che oggi si è deciso di rimuovere – dice la co-coordinatrice dei Verdi Samantha Bourgoin –. Un’intesa che si poteva raggiungere prima, se ci fosse stata la volontà. Sarà comunque necessario adeguare il gettito con la progressiva decarbonizzazione del parco veicoli». Ma, intanto, ci siamo.

Commenta il capogruppo del Partito socialista Ivo Durisch: «L’importante è che entri in vigore un decreto che elimini la disparità di trattamento».

IL DOSSIER

Cinque anni di passione

Era il 2017 quando, forte di oltre 12mila firme quando ne sarebbero bastate 7mila, il Centro/Ppd (primo firmatario il deputato Marco Passalia) ha depositato in Cancelleria l‘iniziativa popolare ‘Per un’imposta di circolazione più giusta’. Iniziativa che chiedeva un ricavo annuale che non superasse gli 80 milioni di franchi e di basarsi sull’entità delle emissioni di Co2 delle auto, fatta salva un’imposta di base minima. Cinque anni e molte discussioni dopo, nel mese di giugno il dossier è approdato sui banchi del Gran Consiglio con ben tre rapporti commissionali. Dopo la bocciatura da parte del plenum di quello di maggioranza firmato da Centro/Ppd, Lega e Udc che aderiva all’iniziativa, in votazione eventuale sono andati i due rapporti di minoranza. Quello del Plr, anch’esso poi bocciato, che riprendendo il messaggio del Consiglio di Stato fissava a 96 milioni il tetto massimo delle imposte, considerando per il computo oltre alle emissioni anche la massa a vuoto (kg) del veicolo. E quello di Ps e Verdi che alle richieste del Plr aggiungeva di integrare pure la potenza dell’automobile e di destinare parte dei 96 milioni al trasporto pubblico.

In parlamento, grazie a Centro/Ppd, Lega e Udc che l’hanno sostenuto per evitare il ritorno in commissione e il rinvio del voto popolare, il rapporto della sinistra è stato accolto ed è quindi diventato controprogetto all’iniziativa. Si arriva al 30 ottobre, quando in votazione popolare l’iniziativa del Centro/Ppd ottiene il 60,3% dei consensi. Ma si è solo alla fine del primo tempo. Perché comincia un nuovo valzer delle cifre, con il Consiglio di Stato che – dopo aver rifatto i calcoli – con i propri Decreti legislativi per correggere le disparità di trattamento derivanti dai due cicli di omologazione dei veicoli istituisce un moltiplicatore per far ‘tornare’ a 85 milioni di franchi il gettito. La cosa non va giù agli iniziativisti, e in Gestione il presidente del Centro Fiorenzo Dadò assieme a Paolo Pamini (Udc) sottoscrivono un rapporto che leva di mezzo il moltiplicatore. Non si trova alcuna maggioranza, e il Consiglio di Stato decide di ritirare i Decreti legislativi e di far entrare in vigore l’iniziativa come votata dal popolo, disparità di trattamento comprese. La porta che il 30 novembre sembrava sbarrata, piano piano si è riaperta. E si è arrivati, oggi, a questo compromesso che per ora mette tutti d’accordo. In futuro, si vedrà.

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