Ticino

‘Tempi difficili. Freno al disavanzo da sospendere per due anni’

Iniziativa parlamentare del Ps ‘per evitare nuovi tagli a servizi e prestazioni’. La richiesta: quel meccanismo venga congelato per il 2023 e il 2024

I socialisti: queste crisi colpiscono i più vulnerabili (Ti-Press)
19 ottobre 2022
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Per il 2023 e per il 2024 "il meccanismo di freno al disavanzo" va congelato. Lo chiede il Partito socialista. Con un’iniziativa parlamentare propone quindi di modificare la base legale, ovvero la Legge cantonale sulla gestione e sul controllo finanziario dello Stato, inserendovi una norma transitoria per spedire nel freezer, per i prossimi due anni, il freno ai disavanzi pubblici, strumento di disciplina finanziaria avallato dalla maggioranza dei votanti ticinesi nella consultazione popolare del 18 maggio 2014. Motivo della richiesta? "Per far fronte alla situazione straordinaria causata dalla crisi finanziaria legata al caro energia e alla conseguente inflazione, è necessario sospendere il freno al disavanzo per evitare nuovi tagli a servizi e prestazioni in un momento particolarmente difficile per i cittadini. Tagli – si sottolinea nell’iniziativa inoltrata questo pomeriggio da Ivo Durisch per il gruppo Ps in Gran Consiglio – che colpirebbero ulteriormente fasce di popolazione e aziende in difficoltà, che invece necessitano di aiuti".

‘Servono idee. E risorse’

Prima la crisi legata alla pandemia del coronavirus, ora quella legata alle conseguenze della guerra in Ucraina, con ripercussioni "sul costo dell’energia e di molti altri beni primari", hanno evidenziato, aggiunge il capogruppo, "le fragilità della nostra società, accentuandone le disuguaglianze". Per Durisch, oggi "è più che mai necessario uno Stato che sia all’altezza di dare risposte adeguate che risolvano le problematiche emerse nei diversi ambiti toccati: sarà solo tenendo conto dei bisogni di tutti che si potrà tracciare una via duratura e sostenibile". Serviranno quindi, scrive il deputato, "risorse e idee con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno".

‘Lo Stato deve ridurre le disuguaglianze, non accentuarle’

Le crisi che stanno funestando questi ultimi due anni, si osserva ancora nell’atto parlamentare, "hanno avuto un forte impatto negativo anche sulle finanze pubbliche: ciò ben lo si vede nelle cifre presentate nel Preventivo 2023 del Cantone che presenta un disavanzo di 80 milioni di franchi". Un Preventivo che registrerebbe "un disavanzo superiore ai 200 milioni" se si tenesse conto, avverte il Ps, "del reale rincaro dei premi di cassa malati, delle ripercussioni dell’inflazione e del vacillante contributo della Banca nazionale svizzera (137 milioni, ndr)". In questa situazione e considerato lo strumento del freno al disavanzo, le alternative, indica Durisch, "sono due: o tagliare servizi e prestazioni o alzare il coefficiente di imposta cantonale". E "se risanamento dovrà esserci, dovrà essere graduale e non potrà passare da nuovi tagli già applicati nel 2016, ma poi vanificati da sgravi fiscali insostenibili". Queste crisi "hanno colpito, sia dal punto di vista sanitario sia da quello economico, i più vulnerabili, inasprendo ulteriormente le disuguaglianze – rileva il capogruppo del Ps in Gran Consiglio –. Lo scopo dello Stato è ora quello di ridurle, non di accentuarle".

Da qui l’iniziativa parlamentare. "In una situazione straordinaria come quella attuale, dove l’inflazione è superiore alla prevista crescita, è quindi necessario sospendere il freno al disavanzo, che rischierebbe di obbligare lo Stato a effettuare tagli affrettati a servizi e prestazioni in un momento in cui invece lo Stato deve essere presente in maniera forte": il gruppo socialista chiede pertanto "di sospendere con una norma transitoria il freno al disavanzo per due anni".

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