Ticino

Ipct, l’Mps contesta i rappresentanti degli assicurati

‘Nel Cda pure loro hanno approvato la riduzione del tasso di conversione, ma senza aver consultato prima gli affiliati: ciò che suscita interrogativi’

16 ottobre 2022
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"È una decisione di principio, responsabilmente assunta dall’intero Consiglio di amministrazione" dell’Istituto di previdenza del Cantone Ticino, "al fine di definire lo scenario di riferimento futuro e il costo delle possibili misure di compensazione": la decisione "definitiva potrà essere formalizzata solo al momento in cui saranno votate le relative modifiche del Regolamento di previdenza Ipct". La decisione "di principio" alla quale la Direzione dell’Ipct, l’Istituto di previdenza del Cantone Ticino, fa riferimento rispondendo nero su bianco al deputato dell’Mps Matteo Pronzini, che chiedeva lumi sulla risoluzione in questione – è quella, nota, presa nei mesi scorsi dai vertici della stessa cassa pensione dei dipendenti pubblici di ridurre il tasso di conversione. Dal 6,17 al 5 per cento. Una diminuzione "graduale, a partire dal 1° gennaio 2024, per arrivare a 65 anni a un tasso di conversione presumibilmente del 5 per cento", ricorda la Direzione.

‘Una risposta illuminante...’

Il prospettato abbassamento del tasso che stabilisce l’ammontare delle rendite pensionistiche è contestato dall’ErreDiPi, la Rete per la difesa delle pensioni, che dopo il successo, in termini di partecipazione, della manifestazione di protesta del 28 settembre a Bellinzona (fra le 3’500 e le 4mila le persone presenti), ha indetto una nuova giornata di mobilitazione per il 14 dicembre. La diminuzione del tasso di conversione "avrebbe, come immediata conseguenza, una diminuzione delle rendite mediamente del 20%, dopo che una prima diminuzione del 20% era già avvenuta con la riforma del 2012 approvata dal Gran Consiglio (passaggio dal primato delle prestazioni a quello dei contributi, ndr)", scrive il Movimento per il socialismo, secondo il quale la risposta della Direzione dell’Istituto di previdenza a Pronzini "illumina alcuni aspetti che sono al centro della discussione e dell’attuale mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori assicurati presso l’Ipct".

L’Ipct, scrive l’Mps, "conferma innanzitutto che il Cda ha deciso con voto unanime il principio di diminuire i tassi di conversione". Dunque, hanno approvato questa decisione "sia i cinque rappresentanti" del datore di lavoro ("nominati dal Consiglio di Stato con i soliti criteri di ripartizione politica") "sia, purtroppo, i 5 rappresentanti degli assicurati, eletti da questi ultimi nell’ottobre 2020". Cosa che "suscita parecchi interrogativi (che, d’altronde, circolano all’interno della mobilitazione del personale) sulla reale rappresentatività dei rappresentanti degli assicurati".

‘La difesa delle rendite deve essere il punto di partenza’

E un interrogativo, continua l’Mps, deriverebbe dal fatto che "questo loro voto non sia stato espresso sulla scorta di una consultazione, anche informale, degli assicurati: non abbiamo assistito in questi ultimi due anni a consultazioni e interlocuzioni, sotto forme diverse, promosse dai ‘rappresentanti’ degli assicurati in questa loro veste tra i loro ‘rappresentati’, per sottoporre la questione del tasso di conversione e della sua eventuale diminuzione, illustrando anche le conseguenze del caso (diminuzione delle rendite). Né, tantomeno, hanno sollecitato idee e consigli sull’atteggiamento da tenere e sulle conseguenze di questo atteggiamento". L’Mps rincara: "Si tratta di una mancanza di trasparenza e di dialogo con gli assicurati che pone una seria ipoteca sulla reale rappresentatività di chi siede oggi nel Cda dell’Ipct in ‘rappresentanza’ degli assicurati stessi". Una consultazione e un dialogo con gli assicurati "avrebbero permesso di rendersi conto che hanno una posizione ben diversa, posizione che è stata ribadita in queste ultime settimane in alcune prese di posizione, tra le quali la risoluzione votata alla fine della grande manifestazione del 28 settembre, che chiede in particolare di invertire la procedura in materia di diminuzione del tasso di conversione". Insomma "i rappresentanti degli assicurati non avrebbero dovuto e non dovrebbero pronunciarsi per una diminuzione di principio del tasso di conversione (che implica un’automatica diminuzione delle rendite) fino a quando non siano state individuate e approvate misure di compensazione tali da evitare una diminuzione delle rendite". Per l’Mps "è la difesa delle rendite il punto di partenza e dirimente per chi si vuole porre dalla parte degli assicurati e non le esigenze ‘tecniche’ e attuariali dell’Ipct".

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