Ticino

Livelli nelle Medie, i perché degli ottomila ‘no’

Consegnate in Cancelleria di Stato le firme per chiederne l’abolizione. Gli iniziativisti mirano a ‘una scuola dell’obbligo con più giustizia sociale’

La consegna delle firme
(Ti-Press)
5 luglio 2022
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Ottomila firme per chiedere di abolire un sistema "discriminatorio". Sta in questo aggettivo la principale motivazione che ha portato un buon numero di cittadini a sottoscrivere l’iniziativa popolare "Basta livelli nella scuola media" lanciata dal sindacato Vpod e sostenuta dalla maggior parte dei partiti di sinistra e da alcuni rappresentanti della società civile. Grande la soddisfazione del comitato promotore per la riuscita dell’iniziativa, che stamattina ha riunito in piazza alcuni suoi membri in occasione della consegna delle firme – mille in più di quelle necessarie – alla Cancelleria dello Stato.

L’essenza della proposta di modifica legislativa riguarda la sostituzione della divisione degli allievi per livelli in tedesco e matematica, che avviene nel secondo biennio in base alle note, con un insegnamento fatto per gruppi eterogenei. L’obiettivo è di "creare più giustizia sociale e culturale nella scuola dell’obbligo ticinese, abolendo la separazione precoce degli allievi in terza e quarta media", si legge nel testo della raccolta firme, che spiega come i corsi B siano frequentati maggiormente da allievi di estrazione sociale medio-bassa. Una separazione definita "precoce", che "spesso blocca la crescita scolastica di ragazze e ragazzi in fase di maturazione, penalizzandoli nell’accesso alle scuole postobbligatorie e al mondo del lavoro". Con l’iniziativa si punta pertanto a "rafforzare l’istruzione di base in Ticino nell’interesse di tutta la società e dell’economia cantonale".

‘Un sistema che crea sofferenza’

«Abbiamo riscontrato l’importante partecipazione di una parte di genitori e di giovani che hanno vissuto molto male la questione dei livelli nella loro esperienza e che quindi erano molto interessati a firmare l’iniziativa – ha rilevato il segretario cantonale Vpod Raoul Ghisletta –. Sicuramente questo denota l’esistenza di un problema profondo che crea anche sofferenza. È importante che se ne parli e che si trovino delle alternative». Secondo Marcello Ostinelli del comitato direttivo della Società demopedeutica l’iniziativa ha già raggiunto un risultato importante che è quello di mettere sul piano del dibattito pubblico il tema dei livelli: «Sono state presentate anche altre proposte, tra cui qualcuna che dovrà essere meglio chiarita come quella del Plr, mentre altre arriveranno dal Centro e dei direttori di scuola media. Dopo l’estate sarà quindi il momento di iniziare a fare una discussione approfondita per cercare di trovare una soluzione confacente e accettabile da più parti».

Felice dell’esito anche il copresidente del Partito socialista Fabrizio Sirica: «La raccolta firme è andata molto bene specialmente fuori dalle scuole elementari, quindi con mamme e papà di bambini piccoli che sono forse la fascia più preoccupata per il futuro. Molti genitori hanno anche dato spontaneamente una mano auto-organizzandosi e raccogliendo un migliaio di sottoscrizioni». Contenta si è detta pure la compagna di partito e di Gran Consiglio Daniela Pugno Ghirlanda, presidente della Commissione formazione e cultura, «per aver potuto parlare con le persone che ritengono ingiusto il sistema dei livelli e per aver potuto spiegare loro che la scuola ha le possibilità per integrare tutti senza perdere nella qualità della formazione». E se si desidera una vera crescita di tutti, ha puntualizzato, «è fondamentale che ogni allievo sia stimolato dagli interventi degli altri». Il riferimento, insomma, è al concetto di eterogeneità.

‘Tema molto sentito dalla popolazione’

«C’è stata grande adesione anche da parte di persone di una certa età che ritengono che questa modalità d’insegnamento non funzioni più – ha dal canto suo evidenziato Maura Mossi-Nembrini, di Più Donne –. E questo è vero non solo all’interno della scuola media ma anche per le medie superiori, dove molti ragazzi che vi accedono grazie ai livelli A ad un certo punto non riescono a proseguire il percorso e rischiano di diventare concorrenziali nei posti di apprendistato con i giovani provenienti dai livelli B. È un paradosso. Quello che serve è una scuola media più forte per tutti». A sollevare un ulteriore aspetto legato al concetto di ingiustizia è stata l’altra granconsigliera di Più Donne Tamara Merlo: «Originariamente l’idea era che la maggior parte degli alunni frequentasse i livelli di base, mentre solo i più dotati i corsi attitudinali. Poi però la situazione si è ribaltata, e ora solo chi ha più difficoltà si trova segregato nei corsi B».

Concordi nelle valutazioni i tre rappresentanti più giovani del comitato iniziativista presenti alla consegna delle firme: «L’obiettivo dell’iniziativa è di abolire un sistema che va a ripercuotersi negativamente su tutto l’apparato studentesco – ha sostenuto Monica Müller, del Sindacato indipendente studenti e apprendisti (Sisa) –. È molto importante riuscire a superare i livelli e con loro la selezione sociale che alimentano». A ribadire il concetto Angelica Forni, della Gioventù comunista: «Ci siamo accorti che è un’iniziativa molto sentita dalla popolazione perché i livelli A e B rappresentano un ostacolo a una scuola che sia veramente equa e democratica. Si tratta di un sistema discriminatorio perché favorisce la selezione sociale all’interno delle scuole, peraltro in età ancora non abbastanza mature». Sulla stessa lunghezza d’onda Niccolò Mazzi-Damotti, della Gioventù socialista: «Nonostante i diversi temi rilevanti attualmente al centro dell’attenzione, quello dei livelli è risultato comunque molto sentito dalla popolazione. Si è capita l’importanza di abolirli per garantire un futuro ai giovani che intraprendono una formazione dopo la scuola media, spesso pregiudicata dall’attuale sistema». Sostegno alla raccolta firme è stato dato anche dal Forum alternativo e dal Partito operaio e popolare.

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