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Appartamenti confiscati alla ’ndrangheta, case per gli ucraini

Succede a Fino Mornasco, alla periferia di Como. Si tratta di due trilocali sequestrati dalla magistratura una ventina di anni fa

(Ti-Press)
28 marzo 2022
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Da covi della ’ndrangheta a case di accoglienza per profughi ucraini. Succede a Fino Mornasco dove una quarantina di anni fa si è insediata una delle ’ndrine più attive in provincia di Como, che ritroviamo in tutte le più importanti inchieste sulla criminalità organizzate condotte nel corso degli anni a ridosso del Canton Ticino. Incominciando da ‘La Notte dei fiori di San Vito’ (1992, quasi cinquecento arresti in Lombardia di cui 350 nel comasco), per passare a ‘Insubria’ che ha certificato la presenza della ’ndrangheta anche in Ticino. Della cosca di Fino Mornasco, ricordiamo, si è tornati a parlare nel novembre scorso, in occasione dell’operazione che aveva portato all’arresto di 105 persone per traffico internazionale di droga (54 in Lombardia, una trentina nel comasco, sei in Svizzera, due dei quali a Lugano). Agli ’ndranghetisti di Fino Mornasco faceva capo il traffico (a decine di chili) tra il comasco e i Cantoni Zurigo e San Gallo, in cambio di armi.

I due appartamenti destinati a diventare case di accoglienza per profughi ucraini erano stati definitivamente sequestrati una ventina di anni fa, dopo che erano passate in giudicato le condanne inflitte ai due capi della ’ndrina di Fino Mornasco, che erano stati arrestati in occasione dell’operazione ‘La Notte dei fiori di San Vito’. Uno dei due capi clan è stato arrestato nel novembre 2018, in occasione dell’operazione ‘Insubria’ (38 arresti). I due appartamenti, entrambi trilocali, nel corso degli anni sono stati ristrutturati e dal Tribunale di Como, su indicazione del Ministero dell’Interno, assegnati al Comune di Fino Mornasco che a sua volta, nel 2018, ha sottoscritto una convenzione con la Cooperativa Arca di Como per il progetto ‘Kramer contro Kramer’, che in questi ultimi anni ha accolto papà separati per aiutarli nella delicata fase del reinserimento sociale.

La convenzione è scaduta, per cui i due trilocali arredati sono tornati nella disponibilità del Comune. Da qui la decisione di accogliere profughi ucraini. "Disponibilità di cui abbiamo dato notizia dalla Prefettura di Como – dice Roberto Fornasiero, sindaco di Fino Mornasco –. Nei due appartamenti possono essere tranquillamente ospitate due famiglie che saranno seguite oltre che dai volontari anche dai nostri servizi sociali". Nel frattempo a Fino Mornasco stanno proseguendo i lavori di ristrutturazione di un altro edificio sequestrato alla ’ndrangheta: diventerà al piano terreno la sede delle guardie ecologiche volontarie del Parco delle Groane, mentre al primo piano è prevista una sala polifunzionale.

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