Ticino

Il Ticino pronto all’offensiva vaccinale e alla dose di richiamo

Previste consulenze personalizzate e serate informative. Da domani via alle prenotazioni della dose di richiamo per gli over 65

(Ti-Press)
4 novembre 2021
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Il Ticino si prepara ad unirsi all’offensiva vaccinale lanciata dalla Confederazione, e organizza la somministrazione della dose di richiamo. A presentare le novità in conferenza stampa il direttore del Dss Raffaele De Rosa, il medico cantonale Giorgio Merlani e il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini.

De Rosa: «L’evoluzione epidemiologica mostra i primi segnali di instabilità e la situazione è incerta e fragile. I numeri dei positivi e dei ricoveri rimangono tuttavia contenuti, l’anno scorso di questo periodo eravamo in piena seconda ondata con circa 200 ricoverati. Entriamo però ora in un periodo in cui il virus si diffonde più facilmente, ci si ritrova più spesso al chiuso e c’è in giro una variante molto contagiosa, ma abbiamo adesso un arma in più, il vaccino.»

Consulenze su misura e Live chat informative

La campagna vaccinale lanciata dal Consiglio federale verrà declinata in Ticino secondo due pilastri, ovvero consulenza individuale ed estensione delle possibilità di vaccinazione, offerte che garantiscono riservatezza e discrezione per le persone ancora indecise.

Nell’ambito della consulenza verrà rafforzata la hotline cantonale con un medico dell’Ordine dei medici del Ticino che fornirà consulenze personalizzate. Dall’8 novembre si potrà contattare la hotline anche via Whatsapp al numero 079 219 79 96 e su Facebook Messenger al profilo @hotlinecantonale. “È un’occasione per parlare con un professionista in modo riservato e confidenziale”, ha affermato De Rosa.

Saranno previste due serate speciali in forma di Live chat, la prima martedì 9 novembre dalle 18.30 alle 20.30 con il medico cantonale sui canali Whatsapp e Facebook Messenger. Mercoledi 10 novembre è prevista una serata organizzata da Pro Juventute al numero 147 e sul profilo Instagram. A partire da martedì 9 novembre verrà potenziata la consulenza in farmacia: le farmacie che partecipano all’offensiva saranno riconoscibili da un apposito cartello.

Estese le possibilità di vaccinazione

Il secondo pilastro riguarda l’estensione delle possibilità di vaccinazione, per cui si propongono quattro misure. La prima è il proseguire l’attività di vaccinazione presso il centro cantonale di Giubiasco, con o senza appuntamento dal martedì al sabato dalle 8 alle 17.30, con disponibilità di un pediatra per i giovani il mercoledì e il sabato.

Verrà inoltre rinnovata l’offerta itinerante che raggiungerà anche alcune scuole superiori nei cui pressi verranno installate delle postazioni fruibili da tutta la popolazione.

La somministrazione della dose di richiamo avverrà nei centri di Breganzona, Lugano, Mendrisio, Ascona, Biasca e Giubiasco. In questi centri inoltre dal 15 novembre sarà possibile ricevere la prima vaccinazione in modalità walk-in senza appuntamento. Rafforzata anche l’offerta nelle farmacie, con 22 di esse in tutto coinvolte.

Da domani via alle prenotazioni della dose di richiamo

Zanini: «La dose di richiamo è raccomandata perché si è osservato che nelle persone anziane la protezione può diminuire nel corso del tempo. Il fatto che oggi si raccomanda agli anziani una dose di richiamo non cambia nulla per quanto riguarda l’efficacia del vaccino.» Il farmacista cantonale snocciola i dati: in Svizzera nei mesi di settembre-ottobre nella fascia di età 60-69 anni, coperta all’incirca all’80%, una persona su 700 fra i non vaccinati è stata ricoverata, cifra che fra i vaccinati invece è di 1 persona ogni 15’000. «La dose di richiamo è generalmente ben tollerata, come appare dai 2,7 milioni di dosi somministrate in Israele, con una frequenza di effetti collaterali sostanzialmente uguale a quella della seconda dose: alcuni effetti collaterali come il dolore al braccio sono più frequenti, altri come il mal di testa e la febbre sono invece meno frequenti, della metà per esempio per quanto riguarda la febbre. Swissmedic ha omologato la dose di richiamo dopo aver valutato benefici e rischi»

In termini pratici, per accedere alla dose di richiamo bisogna aver ricevuto la seconda dose almeno sei mesi prima: ciò vuol dire che in questo momento è possibile offrire la dose di richiamo a chi ha ricevuto la prima dose da gennaio a marzo. Normalmente si usa lo stesso vaccino usato per le prime due vaccinazioni.

In Ticino la dose di richiamo verrà proposta in modo graduale e ordinato: si inizierà settimana prossima nelle case anziani. Dal 15 di novembre si passerà alla vaccinazione delle persone con oltre 75 anni di età vaccinate con Pfizer, circa 10’000 persone. A partire dal 30 novembre si passerà a circa 20’000 persone over 75 vaccinate con Moderna, da gennaio poi verrà organizzata la vaccinazione di richiamo per gli over 65. Le persone con più di 75 anni vaccinate con Pfizer e Moderna potranno prenotarsi da domani tramite il sito ti.ch/vaccinazione o tramite il numero verde 0800 128 128.

Zanini ha precisato che da un punto di vista tecnico, è possibile aderire alla vaccinazione di richiamo se si è guariti dal Covid e si sono ricevute comunque entrambe le due dosi di vaccino. Il medico cantonale ha precisato che dipende comunque dalle tempistiche, soprattutto dal fatto che siano passati almeno sei mesi dalla seconda dose. Non c’è un termine massimo entro cui va somministrata la vaccinazione di richiamo, ha aggiunto Zanini: se c’è una raccomandazione particolarmente forte, però, occorre pensarci in modo serio. Per la terza dose, ovvero quella che, come chiarito dal medico cantonale, è diversa dalla dose di richiamo e viene somministrata alle persone per le quali la copertura vaccinale è comunque ridotta, ad esempio gli immunosoppressi, le raccomandazioni sono ancora mancanti ma dovrebbe passare almeno un mese.

Le case anziani dovranno verificare quante persone sono disponibili a ricevere la dose di richiamo, e riceveranno le dosi corrispondenti: in caso di dosi in avanzo esse verranno offerte alle persone over 75 che hanno ricevuto la seconda dose da almeno sei mesi e che frequentano regolarmente la struttura, ad esempio familiari di ospiti.

Testarsi in presenza di sintomi, anche se vaccinati

Merlani: «Non è necessario fare il test sierologico prima di fare la vaccinazione, ci sono molte notizie errate in giro, non c’è una correlazione fra quantità di anticorpi e protezione.» Le notizie sono comunque leggermente positive, secondo Merlani, poiché rispetto all’inizio della seconda ondata dopo il ritorno dalle vacanze estive la percentuale dei test positivi è ancora abbastanza stabile nonostante le restrizioni in atto siano minori e una variante più contagiosa. «È evidente che ciò avviene grazie al vaccino» ha concluso Merlani che ha aggiunto «Non canterei però vittoria anche perché il dato di oggi di 65 contagiati è il più alto da maggio.» «Aumentare il tasso di vaccinazione» ha dichiarato il medico cantonale, «aiuta a proteggere altre persone: i bambini, gli immunosoppressi e le persone che non possono ricevere il vaccino». Merlani ha precisato che si, ci sono anche persone vaccinate fra i nuovi casi di contagio, ma che i decorsi sono comunque blandi in questo caso e bisogna considerare la fascia di età e di rischio.

«Il test non deve essere utilizzato solo per andare al ristorante o al bar» ha precisato il medico cantonale «ma serve anche e soprattutto se abbiamo sintomi anche banali, anche se siamo vaccinati: è dunque importante sottoporsi al test anche in questo caso.» In quest’ottica, ha dichiarato Merlani, si sta lavorando per riaprire i check-point per i test per le persone sintomatiche.

Raccomandata la vaccinazione antinfluenzale

Riguardo la vaccinazione influenzale, Merlani ha dichiarato che nell’emisfero australe i casi durante la scorsa estate (inverno a quelle latitudini) sono stati relativamente bassi, ma si raccomanda comunque la vaccinazione contro l’influenza, soprattutto alle persone vulnerabili, perché non ci si può permettere di avere ricoveri anche a causa di essa che si aggiungono ai ricoveri per Covid. Il medico cantonale ha confermato che non c’è nessuna controindicazione a effettuare entrambe le vaccinazioni, contro il Covid e contro l’influenza.

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