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Scuola, ‘sfuggono ai nostri radar 300 giovani all’anno’

Dopo l’introduzione dell’obbligo formativo fino a 18 anni, la Divisione della formazione professionale ci spiega come si sta muovendo

(Depositphotos)
6 novembre 2021
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Magari non è stato trovato il posto di apprendistato, o la scuola non piaceva più. Sono molteplici le situazioni che portano alcuni ragazzi o ragazze a non essere inseriti in un percorso di studio o apprendistato. A settembre in Ticino è stato introdotto l’obbligo formativo fino ai 18 anni e la Divisione della formazione professionale sta contattando le famiglie dei minorenni che non risultano iscritti a una scuola pubblica. «Annualmente sfuggono ai nostri radar circa 300 giovani. Questo significa che noi non li vediamo più all’interno dei nostri percorsi, ma non necessariamente che non stiano facendo nulla», ci spiega Oscar Gonzalez, aggiunto al direttore della divisione. Infatti alcuni potrebbero essere impegnati in uno stage, studiare all’estero o seguire un corso di lingue. Dai primi risultati ottenuti circa un terzo dei ragazzi contattati non sta frequentando alcun percorso.

Obiettivo 95 per cento

«L’azione che stiamo svolgendo dal primo di settembre rientra nell’obiettivo di legislatura del Consiglio di Stato chiamato ‘obiettivo 95%’. Consiste nel fare in modo che il 95 per cento dei giovani possa ottenere un diploma del post-obbligo entro i 25 anni di età. L’obiettivo si allinea a quello della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (Cdpe). In Ticino nel 2019 il 90,2 per cento dei giovani fino ai 25 anni ha ottenuto almeno un diploma del secondario 2, la media svizzera è del 90,9 per cento. Quello ticinese è un dato in crescita, infatti nel 2016 la percentuale era dell’87,8», spiega Gonzalez, che prosegue: «Un diploma post-obbligatorio in genere facilita e aumenta le possibilità d’integrazione economica e sociale dei giovani. Per questo motivo sono state implementate varie misure». La prima è appunto l’obbligo formativo fino ai 18 anni: «Attenzione, non si tratta di obbligo scolastico, ma di far sì che vi sia un progetto finalizzato all’inserimento in una formazione post-obbligatoria che fornirà poi un diploma».

‘Un terzo senza progetto formativo’

Un’altra misura è rappresentata dall’attivazione, sempre da settembre, del servizio ‘GO95’ (gruppo obiettivo 95). «L’obbligo formativo ci legittima nell’azione d’intercettazione e ci consente di attivarci proattivamente verso i giovani e famiglie per dare loro un supporto. Li aiutiamo a identificare un progetto, informandoli e accompagnandoli nella vasta offerta di opportunità che il sistema ticinese mette a disposizione con l’obiettivo d’intraprendere una formazione e ottenere il diploma».

Sono circa 800 le famiglie che sono state contattate dal servizio negli ultimi due mesi: «Il numero di ragazzi è così alto perché comprende i casi dei giovani dai 15 ai 18 anni che si sono accumulati nei tre anni precedenti l’entrata in vigore della modifica legale», chiarisce Gonzalez. «Attualmente le famiglie stanno rispondendo ai nostri contatti, finora abbiamo ottenuto circa 300 risposte. Di queste, 200 sono situazioni conformi, dove il ragazzo è inserito all’interno di un percorso: per esempio frequenta una scuola privata, svolge uno stage o frequenta un corso di lingue. Essi oggi non necessitano di un accompagnamento. Potranno essere, se necessario, ricontattati successivamente per verificarne l’inserimento in un percorso scolastico. Poco meno di 100 sono invece i ragazzi senza progetto formativo e quindi con i quali il servizio GO95 sta vagliando le varie opportunità».

‘Non perdete l’autostima’

«È importante sottolineare che molte famiglie non sono a conoscenza dei nostri servizi, ma una rete c’è», dice Gonzalez. «Le situazioni sono molto eterogenee. Ci sono quelle più chiare dove, per esempio, il giovane sa cosa vuole fare ma non ha trovato un posto di apprendistato. In questi casi lavoriamo con gli ispettori di tirocinio, sostenendo il giovane nella ricerca di un posto di apprendistato o magari facendogli scoprire professioni affini nelle quali sappiamo che le aziende faticano a trovare apprendisti. Altre situazioni riguardano ragazzi che non sanno ancora quale strada intraprendere dopo aver iniziato e interrotto una formazione liceale o professionale e vanno quindi accompagnati nella scelta. Ci sono poi altre casistiche più complesse che necessitano di soluzioni articolate non solo dal punto di vista formativo. Quando un giovane non ha individuato il suo percorso è possibile per esempio proporre degli stage di orientamento in azienda. In altre situazioni è invece necessario rafforzare alcune competenze con un pretirocinio o un semestre di motivazione».

Bisogna infine ricordare che «può capitare a tutti di non trovare subito la via formativa più idonea alle proprie ambizioni e capacità o d’interrompere un percorso. Questo non deve però pregiudicare né l’autostima né le possibilità di ottenere un diploma. È dunque importante accompagnare questi giovani verso le tante opportunità che il nostro sistema offre», afferma Gonzalez.

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