Ticino

Commesse pubbliche, conterà anche la responsabilità sociale

Una fase pilota coinvolgerà per prime la Divisione delle costruzioni del Dt e la Sezione della logistica del Dfe

Il manuale sarà aggiornato con i criteri della responsabilità sociale delle imprese
(Ti-Press)
13 ottobre 2021
|

Anche la responsabilità sociale delle imprese entrerà tra i criteri utilizzati per stilare la classifica dei migliori offerenti nell’ambito della Legge sulle commesse pubbliche. Il Consiglio di Stato, infatti, ha approvato le modalità di applicazione della premialità relativa al criterio della responsabilità sociale delle imprese (Csr) nella Legge sulle commesse pubbliche (LCPubb). “Si tratta di un esempio concreto di applicazione dello sviluppo sostenibile in ambito pubblico”, si legge in una breve nota.

Il Consiglio di Stato – considerata l’importanza dello sviluppo sostenibile negli ambiti economico, sociale e ambientale – ha inserito il tema nel Programma di legislatura 2019-2023 e in tale contesto il Dipartimento delle finanze e dell’economia (Dfe) promuove la responsabilità sociale delle imprese (Csr) quale contributo delle imprese allo sviluppo sostenibile. “Quest’ultimo si sta infatti sempre più configurando anche come un fattore di competitività delle aziende e di attrattività del territorio e l’Amministrazione cantonale intende supportare le imprese in questo percorso”. “Anche le associazioni economiche che fanno parte del Gruppo Csr Ticino condividono questo obiettivo e s’impegnano nella sensibilizzazione dei loro associati attraverso l’offerta di diversi strumenti operativi e la promozione di incontri formativi sul tema”, si precisa.

Per dare un ulteriore esempio di applicazione concreta dello sviluppo sostenibile in ambito pubblico, il Consiglio di Stato ha approvato oggi le modalità di applicazione della premialità relativa al criterio della Csr nella Legge sulle commesse pubbliche (LCPubb).

Si procederà ora con una fase di test pilota interna all’Amministrazione cantonale, che coinvolgerà la Divisione delle costruzioni del Dipartimento del territorio e la Sezione della logistica del Dfe e le relative commesse, a partire da quelle concernenti le opere da impresario costruttore. “Successivamente il Centro di competenza in materia di commesse pubbliche potrà concordare con gli enti banditori interessati l’introduzione e l’estensione graduale a tutte le tipologie di commesse e allestirà un progetto di direttive adeguate per rendere il criterio obbligatorio per le commesse non sottoposte ai trattati internazionali”. Quindi per valori soglia che non fanno scattare le gare internazionali. “Contestualmente verranno proposti dei percorsi formativi sia per gli enti committenti che per le imprese offerenti”, si spiega.

L’inserimento della Csr nella legislazione sulle commesse pubbliche “è un esempio concreto di applicazione dello sviluppo sostenibile in ambito pubblico, che si pone come obiettivo la sensibilizzazione delle imprese nei confronti della responsabilità economica, sociale e ambientale del loro operato”.

La scheda informativa che fissa i criteri della Csr, tenendo conto dell’impegno delle imprese nell’ambito della sostenibilità economica, ambientale e sociale, è stata allestita grazie a un lavoro congiunto tra la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (Supsi), il Centro di competenza in materia di commesse pubbliche, l’Ufficio di vigilanza sulle commesse pubbliche del Dipartimento del territorio e la Divisione dell’economia del Dfe.

La Crs peserà per il 4% del totale

«Sono trenta i criteri contenuti nella scheda e tutti chiedono di dimostrare alle aziende partecipanti di andare oltre quanto previsto dalle norme legali», spiega Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia. Si va dalle certificazioni sull’efficienza energetica, al pagamento di salari superiori al minimo legale o a congedi parentali più lunghi di quelli di legge. «Anche la parità di genere e la rappresentanza femminile in seno alla direzione o nei Cda sono ad esempio criteri presi in considerazione», continua Rizzi che precisa che «il criterio di aggiudicazione della Csr pesa per un 4% rispetto alla ponderazione degli altri fattori presi in esame per l’aggiudicazione. Per ora si è in una fase di test, con l’obiettivo di testare gli indicatori e contemporaneamente formare committenti e imprese».

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE