Ticino

Pazienti Covid, sì ai 3,5 milioni per un dispositivo straordinario

La Commissione della gestione invita il Gran Consiglio ad approvare la proposta del governo

(Ti-Press)
5 ottobre 2021
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Un contributo di 3,5 milioni di franchi per predisporre un dispositivo di prontezza straordinario per accogliere i pazienti Covid, che dovessero necessitare un ricovero nei reparti di terapia intensiva, durante il periodo che va dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2022. È la richiesta del Consiglio di Stato espresso nel messaggio dello scorso 5 agosto. La Commissione della gestione e finanze è d’accordo e propone al Gran Consiglio di approvare la proposta del governo: “La richiesta appare congrua ed equilibrata, tanto più se si considera che si tratta di una spesa una tantum, suddivisa su due periodi contabili (2021 e 2022) e che rappresenta circa l’1% del contributo cantonale annuale per le ospedalizzazioni nel e fuori Cantone”, si legge nel rapporto della Commissione.

Il messaggio del Consiglio di Stato mette in evidenza le criticità riscontrate da gennaio 2020, come la carenza di posti letto nelle terapie intensive, di apparecchiature per la ventilazione meccanica e di personale qualificato. “A distanza di mesi occorre far tesoro dell’esperienza accumulata e predisporre le necessarie misure per non farsi cogliere impreparati di fronte a un’eventuale recrudescenza improvvisa dei contagi e nella gestione degli effetti a lungo termine della malattia da Covid-19”, si legge nel documento di cui il granconsigliere Lorenzo Jelmini (Ppd) è relatore.

L’evoluzione epidemiologica, in vista della stagione fredda, preoccupa “seppur al momento si trova in una fase di relativa stabilità”. Nel rapporto viene fatto un confronto con lo stesso periodo dello scorso anno: “I dati evidenziano un numero di casi positivi superiore e rilevano un abbassamento dell’età dei pazienti ospedalizzati in reparto e in misura ancora più incisiva di quelli che devono essere ricoverati in cure intense”. Tutto ciò giustificherebbe dunque la presenza di un dispositivo pronto a far fronte a un peggioramento della situazione ospedaliera.

“In questi giorni l’Accademia svizzera delle scienze mediche ha emanato delle direttive sul triage dei pazienti in cure intensive nel caso di penuria eccezionale di risorse”, viene reso noto nel documento. “Sono indicati i criteri che si fondano in particolare sulla prognosi di sopravvivenza a corto termine che costituisce l’elemento fondamentale per la scelta, oltre alla valutazione dell’investimento necessario in misure di cure intensive”. Insomma, verrebbe curato chi ha più speranze di farcela. Nel documento con le direttive, viene ricordato che “la responsabilità di garantire le capacità di cure intensive non incombe unicamente agli ospedali, ma coinvolge anche la politica e la società”.

Il Consiglio di Stato vuole evitare il ricorso alle direttive e, come spiegato nella sua proposta di agosto, i 3,5 milioni richiesti servono, fra le altre cose, a evitare di avere istituti ospedalieri dedicati completamente ai pazienti Covid – accogliendoli così nei quattro ospedali regionali e alla Clinica luganese Moncucco – e scongiurare un nuovo blocco delle ammissioni di pazienti no-Covid o il ritardo delle cure non urgenti. Il Consiglio di Stato vorrebbe creare 14 letti supplementari (10 presso l’Eoc e 4 nella Clinica luganese Moncucco) suddivisi su tre fasi lungo l’arco dell’anno, riservando la disponibilità massima (stimata a 25 pazienti) nel periodo centrale (da ottobre 2021 ad aprile 2022). Il calcolo della dotazione di personale avverrebbe secondo le direttive del settore e sulla base dell’esperienza maturata negli scorsi mesi. Il governo vuole inoltre che vi sia la possibilità di dedurre dal costo stimato per la gestione dei 14 letti supplementari i ricavi delle degenze dei pazienti Covid che vengono ricoverati in essi.

Secondo la Gestione la proposta del Consiglio di Stato appare “quanto mai opportuna”, anche alla luce di una parte dell’Ordinanza 3 Covid-19 che recita: “I Cantoni assicurano che nel settore stazionario degli ospedali e delle cliniche siano disponibili capacità sufficienti (segnatamente posti letto e personale specializzato) per i pazienti affetti da Covid-19 e per altri esami e trattamenti urgenti dal punto di vista medico, in particolare nei reparti di cure intense e di medicina interna generale”.

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