Ticino

Scuola, un rientro tra novità e idee su come superare i livelli

Il Decs presenta il rientro, che comincerà lunedì, con meno allievi per classe e più laboratori. Corsi A e B, a breve in consultazione il progetto

Ti-Press
27 agosto 2021
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È un altro, piccolo, passo avanti verso il superamento dei corsi A e B alle scuole medie, vale a dire i livelli, quello che emerge dalle ultime riflessioni fatte dal Dipartimento educazione, cultura e sport. Ne dà notizia il coordinatore del Decs e direttore della Divisione della scuola Emanuele Berger durante la canonica conferenza stampa di inizio anno scolastico, informando che «queste riflessioni, con le persone sentite finora, hanno portato a sviluppare un’ipotesi di superamento dei corsi A e B per la terza media, e all’idea di sostituirli con laboratori a classi dimezzate». Questa proposta «sarà messa in consultazione a breve», tra circa un paio di settimane, e riguarda solo la terza media perché «per quanto riguarda la quarta media ci sono un po’ più di difficoltà, ma tutto è ancora in una fase di discussione». E se questa è musica del futuro, intanto suona a pieno regime quella del presente che riguarda il rientro in classe di circa 55mila allievi e 7mila docenti lunedì prossimo.

Tante novità

Un anno scolastico, il 2021/2022, che il direttore del Decs Manuele Bertoli presenta come «arricchito da parecchie novità, già votate dal Gran Consiglio e che dopo un periodo di gestazione sono pronte a migliorare le condizioni di apprendimento degli allievi. Misure spiegate da Berger, il quale ricorda che «da settembre per le scuole comunali arriverà la generalizzazione dei docenti d’appoggio, con effetti positivi e analoghi a quelli della diminuzione degli allievi per classe, perché valorizzerà le forme il coinsegnamento e la differenziazione pedagogica. E ci sarà anche la cantonalizzazione dei docenti di lingua e integrazione, per una scuola sempre più inclusiva». Per quanto concerne la scuola media, prende «finalmente» il via la riduzione del numero di allievi per classi che, rammenta il direttore della Divisione della scuola, «li porterà da 24 a 22, ed è una grande conquista per docenti e studenti nonché un’opportunità per lavorare meglio». Il potenziamento della scuola media passerà, da lunedì, anche «dai nuovi laboratori di tedesco, che porteranno il totale delle ore di laboratorio di tutte le materie a 14 settimanali» e prenderà il via anche la sperimentazione del raddoppio, da una a due, delle ore di sgravio per i docenti di classe da dedicare al rafforzamento delle attività di orientamento: a testare la novità saranno le sedi di Stabio, Biasca, Minusio, Bedigliora e Breganzona.

Passi avanti, annota Berger, sono stati fatti anche per quanto riguarda la digitalizzazione: con i lavori effettuati in estate si è arrivati a 9 sedi completamente digitalizzate: «Dal primo giorno di scuola, allievi e docenti avranno a disposizione la rete wi-fi in ogni aula, schermi tattili interattivi, nuove risorse multimediali e tablet/pc su carrelli mobili». Nella prossima estate sarà il turno di altre 17 sedi.

L’obiettivo, sottolinea Manuele Bertoli, è che quello che va a cominciare sarà «un anno in presenza, il più normale possibile limitando le restrizioni al minimo necessario». E invitando «ancora una volta chi può e chi vuole a vaccinarsi», il direttore del Decs ricorda l’importanza «di avere un equilibrio tra didattica e misure che dovranno essere flessibili, quello che vale nella situazione epidemiologica di oggi magari non varrà più tra qualche settimana. Anche se siamo ragionevolmente convinti che l’intero anno scolastico si svolgerà in presenza». Ad ogni modo, come già comunicato, il rientro scolastico avverrà con la mascherina sul viso: fino al 10 settembre sarà obbligatoria per allievi e docenti di scuole medie e postobbligo; dal 13 settembre diventano facoltative per gli allievi delle medie e per allievi e docenti del postobbligo vaccinati o guariti, a patto di rispettare le distanze.

Contratti di tirocinio, si torna ai livelli pre-pandemia

Infine, saranno oltre 10mila i giovani che seguiranno una formazione di base nelle scuole professionali. Il direttore della Divisione della formazione professionale Paolo Colombo snocciola i numeri: «Dopo la scuola obbligatoria, due terzi dei giovani si inseriscono in questi percorsi formativi, senza dimenticare che le Scuole specializzate superiori accolgono circa 1’300 studenti». In un contesto dove il collocamento a tirocinio sta riportando il Ticino alla situazione pre-pandemica. Con i 1’992 contratti firmati al 23 agosto, il dato parla chiaro: se il miglioramento rispetto all’anno scorso - «molto più incerto e con molta meno tranquillità», ricorda Colombo - è marcato, con 149 contratti firmati in più, rispetto al 2019 si ha un +11 che fa pensare, o quantomeno sperare, in una stabilizzazione della situazione. A tenere bene «sono soprattutto le professioni legate all’industria e all’artigianato - spiega Colombo -. I settori sanitario e sociale sono stabili mentre invece si registra un calo per il commerciale e servizi, motivato dall’onda lunga delle misure anti Covid».

Entra in vigore anche l’obbligo formativo a 18 anni. Ben diverso dall’obbligo scolastico, che resta a 15, quello formativo prevede la frequenza di una scuola post-obbligatoria o di un progetto formativo (compresi apprendimento di una lingua, stages...) fino alla maggiore età. Con l’obiettivo di sostenere quel 10% di giovani che escono prematuramente dai radar del sistema formativo.

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