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Un patentino per usare i pesticidi

Lo auspica Jardin Suisse Ticino. La Confederazione vuole vietarne l’uso ai privati

(Depositphotos)

Dal 2023 potrebbe entrare in vigore il divieto di uso privato di buona parte dei pesticidi ora in libera vendita. Il governo federale vorrebbe infatti introdurre criteri più severi: "I prodotti fitosanitari destinati a distruggere piante o parti di piante indesiderate o a influire su una crescita indesiderata delle piante non vengono più autorizzati per l’impiego da parte di privati", si legge nelle spiegazioni riguardanti la modifica dell’ordinanza sulla riduzione dei rischi inerenti ai prodotti chimici. «Per i diserbanti c’è già il divieto di utilizzo su piazzali e viali per evitare che i residui finiscano nelle canalizzazioni e questo sia per i privati, sia per i professionisti», spiega Fabio Forni, presidente di Jardin Suisse Ticino che ricorda: «Nel 1996 sarebbe dovuta entrare in vigore una legge che avrebbe vietato, a chi non aveva il patentino, di comprare tutti i prodotti fitosanitari, non solo i diserbanti».

Secondo Forni un modo per proteggere correttamente flora, fauna e salute umana sarebbe quello di «introdurre l’obbligo di un patentino per poter eseguire trattamenti fitosanitari con prodotti chimici, questo sia per i privati che per i professionisti. Si tratta comunque di corsi che durano un paio di giorni, non è un investimento spropositato». Uno esiste già ed «è stato proposto varie volte negli anni proprio perché veniva ventilata l’idea che diventasse obbligatorio per poter effettuare i trattamenti – prosegue il giardiniere –. Ciò non è mai avvenuto. Questo ha comportato la formulazione di iniziative politiche devastanti, come le ultime due – su pesticidi e acqua potabile – che sono state bocciate il 13 giugno. Eliminare completamente i pesticidi dal mercato avrebbe delle conseguenze veramente inimmaginabili per i produttori. Coltivare in Svizzera è già molto difficile, sia per i costi che per gli spazi, infatti non disponiamo di campi ampi come sulla pianura Padana o in altri Paesi. Diventare poi gli unici a non poter usare prodotti chimici ci penalizzerebbe moltissimo».

‘Il mercato offre molti prodotti biologici o poco nocivi’

Riguardo ai prodotti che spesso si usano nei giardini e negli orti «è importante avere le basi per capire come utilizzarli e conoscere le conseguenze di un uso sbagliato – continua Forni –. Per esempio è fondamentale avere delle protezioni individuali adeguate, conoscere le zone dove non si possono usare determinate miscele per non nuocere alla falda acquifera o ai corsi d’acqua. Fondamentale anche sapere che in certe fasce orarie non bisogna fare trattamenti perché sono presenti insetti utili come le api. Anche quando c’è il vento bisognerebbe evitare. Insomma, senza certe conoscenze si possono fare dei danni abbastanza gravi. Personalmente sono dovuto intervenire più di una volta a danno fatto, ma è anche vero che adesso ci sono molti prodotti biologici o poco nocivi sul mercato, che vanno benissimo per i piccoli giardini e gli orti. Tanti scelgono di avere questi spazi verdi per passione, per mangiar sano ed evitano già d’istinto di usare prodotti aggressivi. In ogni caso un attacco, per esempio, da parte di parassiti non comporterebbe una grande perdita economica come per gli agricoltori. In caso di problemi si può sempre far riferimento a dei professionisti».

È sempre meglio rivolgersi a un esperto

Non sempre però è facile capire quale problema ha la pianta: «È vero – ammette il giardiniere –. Negli anni passati c’erano dei prodotti più nocivi e tossici che però avevano un larghissimo spettro di efficacia. Non bisognava dunque essere così bravi a capire cosa aveva la pianta esattamente. Adesso, siccome l’opinione pubblica va verso l’onda verde e c’è una sensibilità ecologica accresciuta, anche l’industria chimica e i produttori vanno verso il "naturale". I prodotti negli ultimi anni sono diventati dunque sempre meno tossici. Bisogna però essere più bravi a riconoscere il problema della pianta. A volte si improvvisa rischiando di fare vari tentativi a vuoto. Per questo dovrebbero essere persone specializzate a occuparsi dei trattamenti. Quale associazione di categoria auspichiamo l’introduzione dell’obbligo di seguire una formazione adeguata per poter utilizzare prodotti potenzialmente dannosi per l’uomo e l’ambiente».

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