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‘In futuro sempre più eventi meteorologici estremi’

Marco Gaia di MeteoSvizzera: ‘Senza provvedimenti mirati per proteggere il clima l’incremento della temperatura media estiva sarà di 2,5 – 4,5 °C’

(Ti–Press)

Prima forti temporali e temperature basse e poi canicola. Sul cantone si sono abbattuti vari fenomeni meteorologici in poco tempo. Abbiamo chiesto a Marco Gaia, responsabile del Centro regionale sud di MeteoSvizzera, di spiegarci cosa sta succedendo.

Questo cambio repentino di condizioni meteo è qualcosa di normale?

La caratteristica principale delle condizioni meteorologiche tipiche in Svizzera è la loro forte variabilità: da un giorno all’altro, da una settimana all’altra, da un mese all’altro, le condizioni possono cambiare anche in modo repentino. In questo senso il passaggio dai temporali e le temperature fresche, alla situazione di canicola non è nulla di straordinario e non è collegato con i cambiamenti climatici. Essere a metà strada fra l’equatore e i poli, assieme alla presenza delle montagne, favorisce questi scherzi meteorologici.

Le due recenti ondate di maltempo sono invece eventi insoliti?

Temporali forti con grandine sono fenomeni del tutto normali. L’intensità è stata tale da provocare danni ingenti e quindi ha creato tanto eco mass-mediatico. Per fortuna questi eventi non capitano regolarmente: in alcuni anni se ne registrano vari, in altri nessuno. Il fatto che proprio in una settimana ne passino due è poco probabile, ma può succedere.

Quanto sono legati questi fenomeni al cambiamento climatico?

Il cambiamento climatico sta avvenendo e vi sono dei mutamenti anche qui in Ticino. La causa principale sono i gas a effetto serra emessi tramite le attività umane. Come si manifesta questo cambiamento dipende poi da regione a regione. Un elemento chiaro è l’aumento delle temperature che sta avvenendo da alcuni decenni. Temperature più elevate significano avere più energia a disposizione nell’atmosfera, energia che si sfoga e si tramuta in fenomeni atmosferici più intensi. La descrizione scientifica, oggigiorno solida, indica che dobbiamo aspettarci un aumento delle precipitazioni intense. I primi segnali si iniziano a misurare anche da noi, pur se non ancora così chiari come l’aumento della temperatura.

Spesso si sente dire che non ci sono più le mezze stagioni. È vero?

Da una parte è un detto popolare, dicevano così anche nei secoli passati, come dimostrano alcuni testi storici. Dall’altra è vero che da noi l’inverno dura oggigiorno meno e si passa più rapidamente alle temperature estive. Ciò è dimostrato dal fatto che negli ultimi quarant’anni la vegetazione si risveglia circa due settimane in anticipo rispetto a prima.

È possibile invertire la rotta dei cambiamenti climatici?

Gli studi mostrano che ci sono dei mutamenti che non si possono più evitare. L’anidride carbonica che si immette nell’atmosfera rimane infatti all’interno di quest’ultima circa 200-300 anni. Parallelamente gli stessi studi mostrano che se proviamo a chiudere tutti i "rubinetti" con cui emettiamo gas a effetto serra, quindi se decarbonizziamo la nostra società e sostituiamo le fonti fossili con quelle che non emettono CO2, possiamo diminuire l’ampiezza di questi cambiamenti. Si stima che con una efficace e immediata diminuzione delle emissioni di gas a effetto serra, entro la fine del secolo in corso possiamo diminuire in Svizzera di circa due terzi l’impatto di questi cambiamenti.

Lo scenario altrimenti quale sarebbe?

Facendo un esempio concreto, con efficaci provvedimenti di protezione del clima in estate la temperatura media aumenterà comunque ancora di circa 1,5 °C, ma senza provvedimenti mirati per proteggere il clima l’incremento sarebbe di 2,5-4,5 °C.

Passiamo ora alla meteorologia. Quali sono le nuove tecnologie o sistemi in uso o in progettazione per rendere più precise le previsioni?

Sostanzialmente ci sono un paio di trend che si stanno delineando per i prossimi anni. Uno è di ricorrere all’uso del cosiddetto ‘machine learning’, una branca dell’intelligenza artificiale. Invece di descrivere il singolo fenomeno sulla base delle leggi della fisica, si cerca di sfruttare l’immensa potenza di calcolo dei moderni computer per far loro vagliare miliardi di dati alla ricerca di comportamenti dell’atmosfera che in qualche modo si ripetono. Ad esempio, se negli anni si nota che i temporali presenti in una regione X vanno sempre verso la regione Y, allora è probabile che lo faranno anche in futuro. L’idea di base è che le leggi della natura non variano: quella della fisica che mi descriveva come si muoveva la nuvola dieci anni fa vale anche oggi.

Il secondo aspetto è legato al rilevamento delle condizioni atmosferiche. Per poter fare le previsioni abbiamo bisogno di conoscere nel modo più preciso possibile qual è lo stato dell’atmosfera in un certo istante, idealmente su tutta la Terra. Noi non possiamo installare stazioni di misura a ogni angolo della strada, costerebbero troppo. Però quasi ovunque inizia a esserci un’automobile, un telefonino, una telecamera di sorveglianza dotati di un termometro o di un barometro. Questo ‘internet of things’, l’internet delle cose, può essere da noi sfruttato per aumentare la mole di informazioni a disposizione, compensando così le lacune della nostra rete di stazioni di misura. Un altro metodo che si usa per ottenere informazioni è il ‘crowdsourcing’, cioè il fatto di chiedere e registrare le segnalazioni delle persone. Noi lo utilizziamo attualmente per la grandine, che essendo un fenomeno molto locale è difficile da rilevare. Ma ci sono piani per un suo ampliamento ad altri fenomeni meteorologici.

A che punto è MeteoSvizzera riguardo a queste tecnologie?

Siamo attivi con dei progetti di ricerca, ma ci vorrà ancora qualche anno per consolidare i risultati. Le prime applicazioni basate sul ‘machine learning’ sono però già a disposizione: l’animazione sulla nostra App che mostra le precipitazioni, minuto per minuto, della pioggia per le ore seguenti sfrutta un algoritmo di ‘machine learning’.

Da parecchio tempo si studia l’attività solare, essa ha degli influssi sulla meteo?

Il Sole influenza la Terra, poiché mette a disposizione l’energia che serve a dare vita a tutti i fenomeni che si registrano nell’atmosfera. Il riscaldamento differenziato delle masse d’aria sulle varie regioni della Terra è alla base dello sviluppo delle correnti d’aria, in seguito delle precipitazioni eccetera. Sono state fatte molte ricerche ma una relazione diretta sulla meteo giornaliera non è però mai stata trovata.

La meteorologia continua a considerare solo gli influssi circoscritti all’atmosfera della Terra.

Esatto. Alcuni fenomeni, come l’aurora boreale, mettono in evidenza il legame con il Sole, ma per quel che riguarda i fenomeni meteorologici che determinano se oggi piove, ci sono nuvole o c’è cielo sereno, finora nessuno è riuscito a mettere in evidenza un legame diretto con l’attività solare. Magari qualcosa c’è, ma il suo contributo non è significativo.

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