Ticino

'Clamoroso, la votazione sulla legittima difesa è da rifare'

Giorgio Ghiringhelli vince al Tribunale federale: il governo ticinese ha diffuso informazioni "non corrette e in parte tendenziose"

Giorgio Ghiringhelli e il suo avvocato, Sabrina Aldi
29 aprile 2021
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'Clamoroso, la votazione sulla legittima difesa è da rifare'. Lo annuncia l'autore del ricorso al tribunale federale, Giorgio Ghiringhelli, che ha accolto il suo ricorso. Il governo ticinese conferma la notizia in un comunicato stampa, spiegando che ora la votazione del 9 febbraio 2020 "è stata pertanto annullata e dovrà essere ripetuta" e indica già la data possibile: il 26 settembre prossimo. 

Il materiale informativo conteneva formulazioni inesatte 

La vicenda ricorsuale viene così riassunta dal Consiglio di Stato: "La I Corte di diritto pubblico del Tribunale federale, esprimendosi sul ricorso presentato da Giorgio Ghiringhelli – promotore dell’iniziativa popolare «Le vittime di aggressioni non devono pagare i costi di una legittima difesa» – ha annullato la votazione cantonale del 9 febbraio 2020, che era stata respinta in votazione dal 50,26% dei votanti (41282 voti contrari contro 40856 favorevoli). Il ricorso verteva sull’opuscolo informativo trasmesso alla cittadinanza in vista della votazione, e in particolare sull’affermazione che l’iniziativa popolare avrebbe comportato una disparità di trattamento e la violazione del diritto federale. Secondo il Tribunale federale, questa formulazione è inesatta: durante i lavori parlamentari, infatti, erano solo stati espressi dubbi e perplessità sul rispetto di questi principi, senza che fossero accertate violazioni. La corte ha poi esaminato la campagna che ha preceduto la votazione, rilevando che le affermazioni contestate dai ricorrenti non sono state controbilanciate a sufficienza per riequilibrare l’informazione. Alla luce di questa analisi, il Tribunale federale ha accertato un’irregolarità nella libera formazione della volontà e nell’espressione fedele del voto dei cittadini. Vista l'esigua differenza di voti (426 su oltre 82 mila), la corte ha quindi ritenuto che l'esito dello scrutinio potrebbe essere stato influenzato in modo decisivo. Di conseguenza, è stato deciso l’annullamento della votazione popolare del 9 febbraio 2020.

Il Consiglio di Stato ha preso atto della decisione del Tribunale federale e dovrà indire una nuova votazione sull’iniziativa popolare «Le vittime di aggressioni non devono pagare i costi di una legittima difesa». La prossima data riservata alle votazioni è il 26 settembre 2021.
Raggiante per il risultato, Giorgio Ghiringhelli, autore del ricorso al Tribunale federale, che parla di "sentenza clamorosa": "Una sentenza (senza precedenti) del Tribunale federale bacchetta il Consiglio di Stato ticinese. "Clamorosa  sentenza nella quale probabilmente nessuno in questo Cantone credeva, a parte il sottoscritto (e il mio avvocato Sabrina Aldi ) che da sempre è strenuo difensore della democrazia diretta.  La sentenza, destinata probabilmente ad avere strascichi politici a causa della figuraccia fatta dal Cantone e dal Governo e degli ingenti costi per la ripetizione della votazione, entrerà a far parte della storia politica del Ticino". Ghiringhelli informa inoltre che aveva chiesto a governo e Parlamento di porre rimedio al materiale informativo della votazione, ma è rimasto inascoltato. 

 

 

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