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L’immobiliare è andato meglio delle attese

L’anno scorso le transazioni sono aumentate del 4,5% rispetto al 2019. La paura dell’inflazione sta però spingendo al rialzo i tassi ipotecari

Domanda di immobili residenziali ancora elevata
(Archivio Ti-Press)

Nonostante i timori generati dalla pandemia di coronavirus, il mercato immobiliare ticinese ha retto. Anzi, ha fatto segnare un aumento delle transazioni del +4,5% rispetto al 2019. È il dato che emerge dalla statistica delle transazioni immobiliari dell’Ustat ripreso da Brülhart & Partners. Eppure la prima parte dell’anno ha fatto temere per la tenuta del settore facendo registrare un calo del -8,9% delle compravendite rispetto allo stesso periodo del 2019. Da giugno a dicembre, con il ritorno alla normalità dopo il periodo di lockdown, si è invece assistito a una ripresa progressiva che ha determinato una variazione del +17,8% rispetto all’anno precedente.

E sul fronte dei prezzi? Stessa dinamica. Nonostante l’iniziale calo delle transazioni, i valori nominali degli oggetti transati non si sono discostati in maniera significativa. Nell’ultima parte dell’anno, segnala Brülhart nella ricerca di mercato, i prezzi sono cresciuti del +8,5%. Un dato che conferma che anche nel 2020 la domanda di immobili è restata alta facendo aumentare i prezzi soprattutto nel segmento residenziale. In calo invece la domanda degli appartamenti in affitto. La pandemia di coronavirus, invece, ha avuto un ruolo nel cambiamento della domanda: si ricercano superfici maggiori e l’accesso agli spazi verdi. Anche l’home office, notano gli esperti di Brülhart, sta spingendo la domanda in periferia verso zone che presentano un livello di prezzi più accessibile se confrontato con i centri urbani.

Sul fronte dell’offerta residenziale, considerando l’elevato numero di nuove costruzioni recentemente terminate di cantieri ancora in corso, gli effetti del rallentamento dell’attività edilizia si stanno verificando più lentamente in Ticino rispetto al resto della Svizzera dove il calo delle domande di costruzione ha registrato un -10% per gli appartamenti e -3,2% pre le case di unifamiliari. Il numero di licenze edilizie ha subito una diminuzione del -2,9% per gli appartamenti di proprietà e -0,8% per le case unifamiliari, rispetto all’intero 2019.

Timori dell’inflazione e l’incognita tassi ipotecari

I tassi ipotecari rimangono a livelli storicamente bassi, ma si incominciano a percepire segnali di inversione di tendenza. Lo registra il barometro Ipoteche di Comparis per il primo trimestre. All’inizio dell’anno i tassi indicativi per i mutui a dieci anni erano appena superiori all’1%, per poi attestarsi all’1,21% a fine marzo. Livelli così alti, scrivono gli esperti di Comparis, non si vedevano da più di un anno. Nel primo trimestre del 2020, spinti dallo shock del coronavirus i tassi ipotecari erano saliti all’1,19%. Meno forte è stato l’aumento dei tassi indicativi per le ipoteche a cinque e a due anni (0,92% e 0,86%) che sono ancora inferiori ai livelli del primo trimestre 2020.

La fine probabile della pandemia di Covid-19 sta alimentando le aspettative di un boom economico globale, spiegano gli esperti di Comparis. Il rovescio della medaglia è che inizia a farsi sentire la paura dell’inflazione con il conseguente aumento dei tassi sul mercato dei capitali. Se questi ultimi aumentano, spingono al rialzo anche i costi di rifinanziamento delle ipoteche.

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