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Lettori più digitali? Non sempre, c’è chi cerca la carta

Le biblioteche ticinesi hanno registrato un aumento delle consultazioni di giornali e riviste online. Nelle librerie spopola il ‘click&collect’

(Ti-Press)
25 febbraio 2021
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In tempo di Covid e di chiusure, alcune persone si sono avvicinate maggiormente alla lettura. A causa della difficoltà di rifornirsi di libri o per il gusto di provare uno strumento nuovo, c’è chi ha sperimentato gli e-book e le riviste digitali, ma in prestito. Nelle librerie invece resta un folto pubblico alla ricerca della ‘carta’.

«Nel 2020 i prestiti di libri cartacei sono diminuiti perché le biblioteche hanno subìto un periodo di chiusura dovuta alla pandemia», ci dice Stefano Vassere, direttore del Sistema bibliotecario ticinese (Sbt). «Durante questo periodo c’è stato un netto incremento del ricorso alla piattaforma digitale, come per e-book e altri servizi. Non si può però dire che in generale sia in atto un effetto sostituzione di quest’ultima rispetto ai prestiti tradizionali al di fuori dell’emergenza».

Resta comunque un dato importante: i prestiti dei libri cartacei sono diminuiti di circa 75 mila unità rispetto al 2019 quando si registrarono 387 mila prestiti, suddivisi tra le biblioteche scolastiche e quelle cantonali. Probabilmente la pandemia non ha cambiato totalmente le abitudini dei lettori, ma di certo vi è stato un aumento dell’uso delle piattaforme online soprattutto per quanto riguarda i giornali e le riviste in formato digitale, le cui consultazioni, sul solo sito dell’Sbt, sono passate dalle quasi 75mila nel 2019 alle circa 170mila nel 2020, riferisce Vassere.

E riguardo agli iscritti? «I dati ci dicono che sono in crescita, ma si tratta di una tendenza determinata dall’aumento degli utenti delle biblioteche scolastiche, mentre quelli della rete del catalogo cantonale sono in calo», spiega il direttore dell’Sbt.

I concorrenti delle librerie sono i siti di e–commerce

«Non c’è più uno spostamento sul digitale in quanto e–book ma piuttosto su canali digitali come Amazon. Sono questi distributori i grandi concorrenti delle librerie», ci spiega una libraia di Bellinzona. Perché si scelgono le piattaforme di e–commerce? «Fondamentalmente per il prezzo. Le grandi catene propongono delle offerte con le quali le piccole librerie non possono competere. Questo succedeva già prima dell’arrivo del coronavirus». Non manca però il sostegno da parte dei lettori: «Oltre alla clientela affezionata abbiamo notato un ritorno del grande pubblico – afferma la venditrice –. Penso che con queste chiusure le persone sia più attente al consumo locale e quindi ai piccoli negozi. Si tratta di un fenomeno già emerso durante il lockdown della scorsa primavera».

Si lavora anche col negozio chiuso

«I lettori continuano a esserci e adesso che siamo chiusi (da lunedì 1° marzo le librerie riapriranno, ndr) molti ordinano per telefono o via mail», ci dice la titolare di una libreria di Lugano. «Durante il primo lockdown non poteva entrare nessuno in negozio. Questa volta è consentito l’accesso per il ritiro e il pagamento. Molti scelgono questa opzione perché la spedizione tramite la Posta presenta costi supplementari». I grandi lettori restano tali: «I giorni prima che chiudessimo c’è stata una corsa all’acquisto in modo da fare scorta», continua la titolare. «Il libro è sicuramente un buon passatempo proprio perché non ha controindicazioni di nessun tipo in questo periodo. Si può leggere da soli e a casa».

«Non registriamo un grande interesse nei confronti degli e–book, anzi tanti chiedono proprio il libro di carta, più di prima», ci dice la venditrice di una libreria del Luganese che offre anche l’usato. «Alcuni stanno scoprendo gli audiolibri. Una buona soluzione per chi passa molto tempo in macchina, apprezzata anche dai bambini». Nell’ultimo anno c’è chi ha cambiato libreria di riferimento per recarsi in una più vicina a casa: «Sono magari persone che prima erano abituate a comprare libri in città o al centro commerciale». Anche qui gli ordini si fanno via mail o per telefono: «Sta funzionando bene. Certo, non è però come se il negozio fosse regolarmente aperto». Riguardo alla tipologia di libri la richiesta non cambia: «Le persone cercano sia l’usato che il nuovo, dipende da cosa trovano sul catalogo online. Classici e libri per bambini vengono spesso acquistati di seconda mano».

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