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Tutti gli infermieri di notte dell’Eoc dal medico del sonno

Screening del personale notturno per capire chi è idoneo e chi, invece, soffre di colpi di sonno (pericolosi rincasando), insonnia o altro

Per il personale sanitario di notte visite obbligatorie per verificare l'idoneità (Keystone)
13 febbraio 2021
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Lavorare regolarmente di notte, contro il proprio ‘orologio interno’, è faticoso e può ripercuotersi negativamente sulla salute, anche perché il sonno diurno è generalmente meno ristoratore e alla lunga i nodi vengono al pettine: c’è chi rischia depressioni fino ad errori sul lavoro per sovraffaticamento o incidenti rincasando. Una routine che riguarda il 16% dei lavoratori in Svizzera, dai panettieri agli infermieri per citare solo alcune categorie.  

Al riguardo l’Ente ospedaliero cantonale (Eoc) sta facendo uno ‘screening’ di tutto il personale impiegato di notte (infermieri, medici e tecnici di laboratorio), circa 400 dipendenti sono già stati visitati, per capire se sono sempre idonei o se soffrono di problemi tipici dei turnisti notturni, ossia colpi di sonno magari lungo il tragitto verso casa, insonnia, sonnolenza e rischio di errori durante il lavoro, depressione e altro ancora: “Abbiamo visitato nel 2020 circa il 40% del personale di notte e stiamo continuando. Restare svegli e lavorare di notte è faticoso, c’è chi lo tollera meglio e chi fatica molto. Il buongiorno si vede dal mattino, è come fare colazione a Bangkok, non tutti tollerano il jet lag, non tutti riescono a ‘resettarsi’. Uno dei primi sintomi è il mal di pancia, i disturbi gastrointestinali, ma anche la difficoltà ad addormentarsi. I colpi di sonno sono uno dei pericoli, specie se si verificano alla guida, nel tragitto lavoro-casa, dopo aver smontato dal turno di notte. Un turnista di notte può dormire fino al 20% in meno di un lavoratore diurno. Negli anni questa cronica deprivazione di sonno può favore lo sviluppo di disturbi del sonno, dell’umore e ipertensione arteriosa. Servono almeno 7-10 anni di turni notturni per iniziare a vedere le conseguenze a lungo termine, ci spiega la dottoressa Paola Altrudo, medico del lavoro e del sonno.

Il nuovo ambulatorio, “dipendenti con disturbi del sonno”

La dottoressa dirige da qualche mese il nuovo ambulatorio per il disturbo da turnismo lavorativo notturno creato dal Servizio di Medicina del Sonno (diretto dal Prof. Mauro Manconi), in collaborazione con la Medicina del Personale, all’ospedale regionale di Lugano. “L’Eoc ha investito e voluto questo nuovo ambulatorio, l’abbiamo istituito lo scorso maggio. Visitiamo unicamente turnisti notturni che fanno almeno 25 notti l’anno. C’è anche una richiesta esterna forte, ma per ora ci concentriamo solo sui dipendenti dell’Eoc. Vediamo una decina di persone al giorno”, spiega il dottor Mauro Manconi. Il caposervizio di Neurologia al Neurocentro della Svizzera italiana tiene a sottolineare che tutto avviene tutelando al massimo la privacy dei dipendenti. “I collaboratori sono considerati come pazienti a tutti gli effetti, quello che viene detto in studio rimane strettamente confidenziale. Abbiamo trovato persone con disturbi del sonno, alcuni con necessità di essere seguiti con terapie specifiche. Dopo la visita viene rilasciata un’idoneità al lavoro notturno oppure un’esenzione anche temporanea. Sono misure volte alla protezione della salute dei collaboratori. Il livello di stress è decisamente alto in alcuni settori, ad esempio in cure intense, soprattutto tra le infermiere, complice certamente anche la situazione pandemica”, precisa il medico.


Il dottor Mauro Manconi (Ti-Press)

Per il Tram, controlli sono obbligatori

A rendere obbligatori questi controlli anche per gli operatori sanitari impiegati di notte (in ospedali, cliniche, case anziani) per oltre 25 turni l’anno, è stata una recente sentenza del Tribunale cantonale amministrativo, che ha definito le attività sanitarie difficoltose e pericolose (i criteri della legge sul lavoro che rendono queste visite obbligatorie). Nel senso che si è esposti ad un elevato grado di responsabilità, a situazioni di costante tensione mentale, dove viene richiesta una costante concentrazione. A pagare le visite è il datore di lavoro. “È un passo avanti importante a livello sociale, la salute è da considerare quando si pianificano dei turni, permette ad un’azienda di ridurre fino al 20% le assenze per malattia, anche gli incidenti sul lavoro”, precisa Manconi.  

Diagnosi precoci di apnee ostruttive 

Il primo feed back è positivo: “I dipendenti sono contenti di questa nuova possibilità, perché si sentono seguiti. È una svolta epocale nella storia della Medicina del lavoro svizzera, dato che con la sorveglianza sanitaria dei turnisti nascono le visite periodiche dei lavoratori. Dal momento dell’assunzione fino alla pensione. È un’attività di prevenzione nei confronti del lavoratore. In questi primi mesi abbiamo fatto diverse diagnosi precoci, cioè riconosciuto patologie in fase iniziale, come le apnee ostruttive nel sonno o la sindrome delle gambe senza riposo, che probabilmente avrebbero atteso anni prima di essere diagnosticate. Durante la vsita forniamo una consulenza personalizzata su come favorire un buon sonno per chi lavora la notte. Fa piacere che alcuni suggerimenti si stiano diffondendo tra i lavoratori, ad esempio l’indicazione a non bere caffè nella seconda metà del turno di notte, per favorire il sonno mattutino dopo il lavoro notturno. Proviamo a correggere comportamenti disadattativi, adottati dai lavoratori per compensare un sonno di durata e qualità ridotte.”, aggiunge la dottoressa Altrudo.

Quando il dipendente non è più idoneo al lavoro notturno 

Gli esperti del sonno, sanno che il lavoro notturno può essere causa di disfunzioni, non è per tutti ed è importante che anche i medici conoscano a fondo la materia e le nuove ricerche: “Il disturbo del ritmo circadiano da turnismo. È una malattia vera e propria, multisistemica, con sintomi che compaiono con tempistiche diverse. L’insonnia è il primo campanello d’allarme, seguito da sonnolenza sul lavoro e pericolosi colpi di sonno rientrando a casa. È un fattore di rischio anche per depressione e ansia. Il problema è delicato perché il medico del sonno, pur perseguendo la salute del lavoratore, non deve, se possibile, creare tensioni in azienda o in famiglia. La decisione di non idoneità al lavoro notturno può avere ripercussioni a cascata sui colleghi (qualcuno deve sostituire chi viene esonerato), sulla famiglia (c’è chi lavora di notte per occuparsi dei figli di giorno), sulle finanze (di notte si è più pagati). “L’obiettivo è trovare una soluzione che tuteli la salute del dipendente tenendo conto dell’ambiente lavorativo”, conclude Manconi. Altro nodo da risolvere è chi paga eventuali ulteriori cure del personale frontaliere dovute al lavoro notturno in Ticino.

La sentenza e le norme 

Dai 45 anni aumentano i rischi per la salute  

In Svizzera un lavoratore su 5 lavora di notte (dalle 23 alle 6): operatori sanitari, professionisti della sorveglianza, dell’acciaio, di logistica e trasporti, panettieri etc. Per legge chi lavora più di 25 notti l’anno, ha diritto ad una protezione particolare sotto forma di visite mediche e consulenze regolari. I lavoratori possono far valere questo diritto ogni due anni e, a partire dai 45 anni compiuti, ogni anno. Se al lavoro notturno si aggiungono situazioni o attività usuranti e pericolose, queste visite diventano obbligatorie. Rientra sotto questa categoria il personale sanitario di ospedali, cliniche, case anziani come ci spiega Gianluca Chioni, capo dell’Ufficio dell’ispettorato del lavoro del DFE.

Per infermieri e altre figure sanitarie che lavorano più di 25 notti l’anno, le visite mediche sono obbligatorie?

La sentenza del  Tribunale cantonale amministrativo  del 6 dicembre 2018 (n. 52.2018.477) conferma l’obbligo della visita medica tutelando anche le raccomandazioni della Seco.

Perché a partire dai 45 anni compiuti, la visita va fatta ogni anno?

Come indicato nel commentario dell’OLL1 della Seco, l’esperienza dimostra che i rischi per la salute crescono con l’aumentare dell’età. Da qui scaturisce il diritto del lavoratore ad un controllo medico una volta ogni due anni fino al 45esimo anno d’età e, successivamente, ogni anno. Secondo lo stesso commentario, dopo il 45esimo anno d’età si assiste generalmente ad un aumento del rischio di danni alla salute causati dal lavoro notturno, per cui è consigliabile controllare regolarmente lo stato di salute.

Chi fa queste visite e decide l'idoneità del lavoratore al lavoro notturno?

Di regola si tratta di un medico generalista.

Deve essere una figura esterna, indipendente dal datore di lavoro? 

Le disposizioni di legge non danno indicazioni al riguardo. In ogni caso, se il medico conosce i processi aziendali sarà agevolato nella valutazione, in quanto potrà verificare meglio l’impatto delle sollecitazioni a fronte dello stato di salute della persona.

Cliniche, case anziani ... stanno facendo queste verifiche? 

I datori di lavoro sono tenuti, in tutte le attività soggette a lavoro notturno che rientrano nel campo di applicazione della Legge sul lavoro, a rispettare le condizioni poste per l’occupazione del personale durante la notte. Inoltre, nel settore sanitario tali condizioni sono state riprese nelle direttive emanate dal Medico cantonale (cfr. art. 7).

Che cosa succede quando un dipendente non è più idoneo al lavoro notturno?

Se il medico ben conosce i processi aziendali sarà agevolato nella valutazione e potrà consigliare l’azienda e il collaboratore nella ricerca di una soluzione – magari nella valutazione di un’attività diurna – che tenga conto del suo stato di salute.

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