Ticino

Preventivo, in Gestione un sì che divide

Firmato il rapporto. Confermata e formalizzata la richiesta al Consiglio di Stato di presentare misure entro giugno per un autofinanziamento non negativo

(archivio Ti-Press)
1 dicembre 2020
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“Il Preventivo 2021 non soddisfa invero nessuno, ma tutti riconoscono che una sua approvazione in dicembre sia indispensabile per compiere un passo avanti”. Parole che figurano nel rapporto redatto dal presidente della Gestione Matteo Quadranti (Plr) e che oggi la commissione parlamentare ha confermato sottoscrivendo il documento. C’è chi non lo ha firmato, come i Verdi, e chi lo ha fatto con riserva. Fatto sta che il dossier potrà essere affrontato dal Legislativo nella seduta di metà mese. Un Preventivo, quello che approderà a breve al plenum, che in questo difficile periodo a causa della pandemia, chiude con un disavanzo, per le casse del Cantone, di quasi 231 milioni di franchi. “Non ci sono i presupposti per porre correttivi in tempo utile per poterlo trattare durante la sessione del Gran Consiglio del 14 dicembre - si afferma nel rapporto -. Tutti o quasi sembrano aver accolto l’idea secondo cui il voler adottare rapidamente misure, che rischiano di essere improvvisate o poco approfondite, potrebbe essere non particolarmente utile, se non addirittura controproducente. Il pericolo, inoltre, è di creare tra le forze politiche contrapposizioni difficili da sanare”.  La Gestione, tuttavia, non si limita a invitare il Gran Consiglio “ad aderire al Preventivo 2021”: nel relativo decreto formalizza la preannunciata richiesta al Consiglio di Stato di presentare entro fine giugno al parlamento “un messaggio d‘aggiornamento” dei conti “contenente proposte di misure equilibrate che, riservata l’evoluzione della crisi pandemica nel primo semestre, siano finalizzate al raggiungimento di un autofinanziamento non negativo entro il 31 dicembre 2021”. «Ho firmato il rapporto unicamente perché c’è questo articolo nel decreto, proprio per non cominciare a indebitarci solo per poter pagare gli stipendi - dice Michele Foletti -. Come Lega - prosegue il suo capogruppo in Gran Consiglio - avevamo proposto alla commissione di formulare delle proposte per diminuire il deficit d’esercizio. La maggioranza preferisce attendere. Questa mancanza di misure da attuare già adesso per il rientro della spesa solleva nel nostro movimento non poche perplessità».

Il tenore dell’articolo - il numero 2 - inserito nel Decreto legislativo all’unanimità dei commissari della Gestione, anche se con molti distinguo a seconda delle diverse sensibilità politiche, è un invito a trovare una soluzione concordata. «La destra insiste con misure di rientro basate sui tagli alla spesa pubblica, mentre la sinistra è orientata a utilizzare la leva fiscale», precisa Matteo Quadranti. Ma l’obiettivo primario, quello di portare davanti al plenum del Gran Consiglio il Preventivo 2021 da approvare entro la fine dell’anno da tutte le forze di governo, è stato raggiunto. «Rinviare a gennaio l’approvazione del bilancio preventivo del Cantone non avrebbe risolto nulla e forse creato maggiori divisioni in seno alla commissione», continua il relatore. Ricordiamo che il conto degli investimenti chiude con un saldo di 258 milioni a cui si aggiunge un autofinanziamento negativo di oltre 22 milioni. «La commissione della Gestione si rende conto che toccare il Preventivo sarebbe un esercizio aleatorio, perché ancora non ci sono i mezzi per misurare l’ampiezza e la durata della pandemia e della crisi economica conseguente», commenta il parlamentare liberale radicale. Non ci sono quindi i presupposti per porre correttivi in tempo utile. Inoltre, gran parte delle spese scaturiscono o da leggi cantonali o da leggi federali difficilmente modificabili in un breve lasso di tempo.

Osserva il capogruppo del Ppd Maurizio Agustoni: «La maggioranza commissionale, un po' a fatica, è riuscita a convergere sull'obiettivo di non indebitare il Cantone per il finanziamento delle spese correnti. Siamo però tutti coscienti, anche per l'esperienza degli ultimi mesi, che oggi come oggi è impossibile prevedere come evolverà la situazione. La priorità - evidenzia Agustoni - sarà in ogni caso il sostegno dell'economia e della popolazione, soprattutto le fasce più fragili. In questo senso bisogna essere consapevoli che i conti potrebbero anche essere 'peggiori' rispetto a quanto preventivato». Afferma il capogruppo socialista Ivo Durisch: «Riconosciamo la necessità di contenere il debito pubblico e di rendere neutro l'autofinanziamento, ma dipende dal tipo di provvedimenti prospettati per il rientro. In ogni caso ci opporremo a eventuali tagli lineari. Per noi sono assolutamente imprescindibili, e vanno dunque implementate, le misure a favore dei cittadini, come il fondo sociale da noi proposto, come gli aiuti cantonali per i casi di rigore, per gli affitti commerciali e via dicendo. Ma anche le spese aggiuntive causa Covid per ospedali e trasporti pubblici».

Di parere diverso Paolo Pamini (Udc). «Noi riteniamo irresponsabile nella situazione attuale far finta di nulla e non incidere nel limite del possibile sulla spesa - annota il deputato democentrista -. I debiti prima o poi qualcuno deve pagarli e più se ne aggiungono, più difficile diventa pagarli. Faremo degli emendamenti in aula proponendo tagli alla spesa. Stiamo verificando alcuni aspetti formali, ci piacerebbe restare i più generici possibile per concentrarci sulla sostenibilità finanziaria del Cantone ed evitare disquisizioni sulle singoli voci di spesa. Idealmente proporremo di tagliare la spesa nel complesso, altrimenti faremo proposte per le macrovoci di spesa: personale, beni e servizi...».

In calce al rapporto uscito dalla Gestione non c’è la firma dei Verdi. «Anche in passato non abbiamo mai firmato perché riteniamo ancora insufficiente l’impegno verso i temi ambientali, anche se riconosciamo che la sensibilità, anche di altre forze politiche, negli ultimi anni è cresciuta», sostiene Samantha Bourgoin.

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