Ticino

I pompieri attendono la riforma promessa

Il messaggio è all'attenzione della competente commissione del Gran Consiglio, ma non è stato ancora evaso

(foto Ti-Press)
7 settembre 2020
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Il numero d'interventi dei diversi corpi pompieri si è assestato da qualche anno intorno alle tremila unità l’anno. Su tutte le tipologie di intervento, stando ai compiti di legge, spiccano quelli per gli allarmi di impianti automatici (740; +152 rispetto al 2018); per la gestione di sostanze pericolose, idrocarburi o altre sostanze chimiche (685; -114). I casi relativi al fuoco sono solo al terzo posto (472; -93). Seguono per l’acqua (allagamenti), falsi allarmi; salvataggi di persone e animali; quelli non catalogabili e infine gli incidenti stradali (42 casi; -20). Per un totale di 2938 casi registrati dalla Federazione Pompieri Ticino, la nuova denominazione della ex Federazione cantonale ticinese dei corpi pompieri (Fctcp). E proprio partendo dalla riorganizzazione della struttura, Corrado Tettamanti, presidente del Consiglio direttivo della Federazione, ha ricordato come siano stati portati a termine tre obiettivi: l’organizzazione, appunto; l’arrivo delle chiamate al 118 presso la Cecal (Centrale comune di allarme) e la riorganizzazione dei pompieri nelle Regione Mendrisiotto, una delle cinque che fanno da asse portante all’intero settore a cui si aggiungono altri 26 corpi pompieri (B, C e montagna). A questi tre obiettivi manca - anche se dal punto di vista tecnico si può dire che l’iter è concluso - la nuova Legge sui pompieri (LPomp). «Il messaggio - su proposta del Dfe - è stato licenziato dal Consiglio di Stato il 3 aprile del 2019. Da quella data è all’attenzione della commissione competente del Gran Consiglio, ma non è ancora stato portato in aula», ricorda Tettamanti che non sa darsi una spiegazione per il ritardo. «Nel frattempo, è vero, c’è stata l’emergenza Covid. Probabilmente il ritardo è imputabile anche a questo. Le resistenze - note - di alcuni Comuni sono state chiarite durante l’elaborazione del messaggio», spiega ancora Tettamanti che si attendeva un iter più veloce dell'esame del testo.

La presidente della Commissione Costituzione e leggi, Nadia Ghisolfi (Ppd), ci ha confermato che già nella seduta di domani si farà il punto sui dossier aperti, tra cui il messaggio sulla Legge sui pompieri.

La riforma, all’esame della Commissione costituzione e leggi, sostituirebbe l’attuale Legge sull’organizzazione della lotta contro gli incendi, gli inquinamenti e i danni della natura del 5 febbraio 1996 (Lli) e ha quale obiettivo - oltre a un nuovo sistema di finanziamento - il mantenimento del principio secondo cui è il Comune a garantire il servizio pompieristico; ruolo di coordinamento strategico di controllo finanziario al Cantone; la costituzione della Piattaforma finanziaria pompieri Ticino (Pfpt). Infine, la conferma del ruolo del volontariato, ma con un’apertura verso il professionismo («fondamentale per garantire le ore diurne della settimana», ha affermato Tettamanti) e il riconoscimento legale della Federazione Pompieri Ticino con la definizione di compiti e competenze.

Effettivi in calo

Corrado Tettamanti, durante l’annuale conferenza stampa, ha fatto notare che il numero di effettivi è in leggero ma costante calo. Dieci anni fa - a titolo di paragone - erano 1422 i pompieri attivi, tra A, B, C e C montagna. Alla fine del 2009 erano 1374. «Il numero ideale sarebbe tra i 1’500 e i 1’600», ha affermato Marzio Riva, presidente del consiglio dei comandanti che ricorda come a livello svizzero il Ticino «abbia il rapporto più basso tra pompieri attivi e popolazione». I volontari sono quindi una risorsa importantissima per l’intero movimento.«Il cambiamento demografico e la mobilità intercantonale purtroppo ci fanno perdere personale volontario. I cinque Centri cantonali di soccorso, quelli immediatamente attivabili in caso di necessità, hanno comunque a disposizione personale professionistico a seconda della grandezza della loro regione che permette di coprire gli orari diurni, ma non solo. Avere qualche professionista in più in queste fasce sarebbe meglio per rispondere ai compiti assegnati ai pompieri», commenta Tettamanti.


I costi dipendono anche dalla meteo

I costi d’intervento variano a seconda degli anni. L’anno scorso sono stati contabilizzati a carico del Fondo incendi 2,149 milioni di franchi, in leggero calo rispetto al 2017 quando furono 2,7 milioni i costi generati dagli interventi. A questi si aggiungono i circa 600mila franchi per l’uso di elicotteri di ditte private e garantire i picchetti. L’anno precedente erano stati 1,7 i milioni spesi per gli elicotteri.  Somme, appunto, che variano di anno in anno e dipendono fondamentalmente dalle condizioni meteo. Il 2017 e il 2018 sono stati anni più siccitosi, quindi gli incendi di bosco sono stati maggiori rispetto all’anno scorso.

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