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Rientri e Covid, 'In Ticino mancano quarantene all'appello'

Paesi a rischio, secondo il presidente del governo Gobbi, fatte le proporzioni, si sono annunciati in troppo pochi. Lettera a Berna: 'Come controllare?'

Norman Gobbi (Ti-Press)
17 luglio 2020
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«È come cercare un ago nel pagliaio», dice il presidente del Governo ticinese Norman Gobbi, prendendo così posizione sulla volontà di Berna di eseguire controlli a campione sull'effettivo rispetto delle quarantene da parte di chi rientra da un paese considerato a rischio contagio Covid-19. Controlli durante i quali le autorità federali raccoglieranno dati, che verranno trasmessi poi ai cantoni che dovranno verificare, a loro volta a campione, se effettivamente quelle persone si sono annunciate alle autorità e si sono messe in quarantena come previsto. Le sanzioni per chi non rispetta le disposizioni vanno dai 5milla ai 10mila franchi.

«Il Consiglio di Stato ha appena scritto una lettera a Berna rimarcando che i controlli alle frontiere sono soprattutto di competenza federale. Ci siamo subito attivati per avere le liste dei passeggeri, che ci riguardano, in arrivo agli aeroporti. Devono spiegarci come facciamo a controllare chi rientra ad esempio in auto da zone 'rosse' come i Balcani. Su 9mila rientri in Svizzera da Paesi a rischio, fatte le debite proporzioni, in Ticino mancano all'appello persone in quarantena”, precisa il consigliere di Stato.

Mentre il Ticino aspetta indicazioni da Berna, si è attivato una sorta di tam tam di quartiere: «Arrivano segnalazioni alla polizia di chi vede il vicino rientrare dalle ferie e l'autorità fa controlli telefonici, ma anche qui dobbiamo basarci soprattutto sul senso di responsabilità di ciascuno», chiarisce il presidente del Governo.

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