Ticino

Covid-19 e case anziani, l'Mps chiede una commissione d'inchiesta

Nella richiesta al Gran Consiglio, si sottolinea l'omertà degli istituti di cura, la disparità di trattamento e le direttive del medico cantonale

1 giugno 2020
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Una commissione parlamentare d’inchiesta per appurare come è stata gestita l'emergenza sanitaria nelle case anziani: è quanto chiedono i granconsiglieri Simona Arigoni, Angelica Lepori e Matteo Pronzini del gruppo Mps-Pop-Indipendenti.

Secondo i dati raccolti, vi sono forti disparità nei tassi di mortalità tra le case anziani ticinesi: circa il 15% in alcune strutture, meno del 5% in altre. Segno, secondo i granconsiglieri, che qualcosa non ha funzionato a dovere.

I punti critici su cui la commissione parlamentare dovrebbe indagare sono diversi. Il primo riguarda le direttive del medico cantonale che, si legge nel rapporto "ha atteso fino al 9 marzo 2020 prima di decretare il divieto d’accesso alle case anziani ed emanare le direttive sulla gestione del personale curante risultato sintomatico durante l’epidemia". A questo si aggiunge "la decisione, incomprensibile e sbagliata" di lasciare gli ospiti delle case anziani risultati positivi nelle stesse case anziani.
Proprio la mancata ospedalizzazione potrebbe essere alla base di una "disparità nell’accesso ai mezzi terapeutici con ipotizzabili disparità dal punto di vista delle possibilità di superare la pandemia”.

Infine, la scarsa comunicazione sia da parte delle case anziani, sia delle autorità comunali che spesso sono proprietarie di queste strutture, tale che i granconsiglieri non esitano a parlare di "atteggiamento omertoso".

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