Ticino

Scuola, strappo tra Borradori e i ministri leghisti

Borradori sul tema scuola: 'Io so dove sto di casa, non so se vale lo stesso per i due ministri'. Il direttore del Di: 'Con Marco ci spiegheremo in amicizia'

Marco Borradori e Norman Gobbi (Ti-Press)

«Io e il Municipio di Lugano sappiamo dove stiamo di casa. Se la guardiamo in termini più squisitamente politici, mi pare che anche la Lega, in parte almeno, abbia assunto una posizione. Ora bisognerebbe chiedere ai Consiglieri di Stato. Avranno avuto le loro ragioni, e io posso benissimo dirle che magari non le condivido. Bisognerebbe chiederle a loro». 

Marco Borradori è arrabbiato: lui e il municipio di Lugano non condividono le misure adottate dal cantone per la riapertura delle scuole il prossimo 11 maggio. Ritengono che si debba riportare in classe solo i bimbi dell'ultimo anno della Scuola dell'infanzia e quelli della quinta elementare, lasciando gli altri dove stanno già: a casa. Troppo complicato far quadrare tutte le variabili, in particolare quella dell'accudimento dei figli di chi lavora. Troppo complicato per troppo poco tempo: «Con la frequenza a metà tempo, sono 13 giorni effettivi».

Scuole da tenere... socchiuse, quindi. Ma il governo a Bellinzona ordina altro. E su quella decisione c'è pure la firma dei due consiglieri di stato leghisti: «Io so dove sto di casa – dirà Borradori in diretta alla Rsi subito dopo la conferenza stampa –. Se devo valutare da come sono stati rispettati certi accordi, credo che siano Claudio Zali e Norman Gobbi a non sapere esattamente dove stanno di casa». Una concetto che il sindaco di Lugano ha poi ripetuto anche a noi (vedi inizio dell'articolo).

La reazione di Gobbi

Toni concilianti arrivano invece da Palazzo delle Oroline: “Stiamo parlando di un tema molto sensibile ed emozionale sul quale si possono avere differenze di vedute – ci scrive Norman Gobbi – . Comunque io e Claudio come sempre ci spiegheremo in trasparenza e amicizia con Marco, come abbiamo sempre fatto nella Lega”.

Petizioni e mozioni

Eppure, in effetti, sul tema in casa Lega sembra esserci un'idea chiara, almeno da parte di chi si è manifestato: meglio le scuole chiuse. Negli scorsi giorni il consigliere comunale leghista di Chiasso Claudio Schneeberger ha avviato a tal proposito una raccolta di firme elettronica sulla piattaforma change.org. Raccolta che ha superato le 7'000 sottoscrizioni. Allo stesso tempo il gruppo della Lega nel legislativo chiasse ha chiesto al municipio di intercedere presso il Consiglio di Stato affinché non si riaprissero gli istituti.

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