Ticino

Psicoterapia a distanza, rimborsate solo sei sedute

Le casse malati rimborsano solo 6 ore di terapia in video o al telefono, se a farla è uno psicoterapeuta. Gli psicologi. 'Dobbiamo lavorare gratis?'

foto Keystone
22 aprile 2020
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l coronavirus non molla la presa nemmeno di notte. In questo periodo si sogna di più e al mattino spesso ci ricordiamo tutto. Il nostro cervello elabora così questa nuova realtà ‘fuori di testa’, la rende accettabile. Nel sogno trasformiamo tensioni in pensieri. A dirlo sono psicologi da tutto il mondo mentre varie università stanno studiando gli effetti della pandemia sulla nostra mente. Le città sono drammaticamente vuote, non si viaggia più, si lavora meno, la vita sociale è azzerata. Fermarsi significa avere più tempo. Per alcuni anche più ansia. “Le problematiche stanno aumentando. Chi aveva angosce prima dell’epidemia ora sta peggio. Anche tra chi prima stava bene c'è più gente che chiede un sostegno psicologico. Prevediamo che i casi aumenteranno in Svizzera», spiega Philipp Thüler, portavoce della Federazione svizzera di psicologhe e psicologi (Fsp). L’incertezza di restare senza lavoro, il distanziamento sociale e la quarantena stanno traducendosi in crolli psicologici, anche tra i giovani (secondo uno studio di YoungMinds su 2mila giovani nel Regno Unito). Anche in Ticino è attiva una hotline dove si trova anche un supporto psicologico (0800 144 144). Nonostante il periodo critico e il confinamento obbligato, l’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp), ha deciso che il rimborso della psicoterapia a distanza resterà molto limitato. In tanti si troveranno presto a doversi pagare le video terapie.

Gli psicoterapeuti dovranno lavorare gratis o farsi pagare dai pazienti

In questo periodo molti psicologi, psicoterapeuti e psichiatri fanno terapie in videochiamata. Lo scorso 2 aprile l'Ufsp ha deciso che fino a nuovo avviso sarà coperta dall'assicurazione di base. Ma solo se eseguita da psichiatri. Psicologi e psicoterapeuti, che lavorano su delega, possono fatturare al massimo 360 minuti a semestre. «È una decisione incomprensibile che mette in difficoltà tremila psicologi e psicoterapeuti ed i loro pazienti. È una disparità di trattamento. Abbiamo alle spalle varie settimane di isolamento e molti psicoterapeuti hanno già esaurito le 6 ore di terapia a distanza. Da settimana prossima le possibilità sono due: lavoreranno gratuitamente o la fattura dovranno pagarla i pazienti”, precisa Thüler.
Le associazioni di categoria chiedono che la decisione venga riesaminata. In meno di dieci giorni, più di 15.000 persone hanno firmato una petizione online indirizzata da un privato al ministro della salute Beset. Chiede che la psicoterapia video o telefonica possa venir fatturata come una terapia in studio, indipendentemente che venga erogata da psicologi-psicoterapeuti o da psichiatri.

Il paradosso: due uffici federali e due decisioni diametralmente opposte 

Secondo l'Ufsp, la sua decisione mira a “garantire l'accesso per i casi più complessi” che sono “molto spesso” seguiti dagli psichiatri. Un'affermazione respinta con decisione dagli psicologi: "I casi complessi con quadri clinici pesanti vengono di regola trattati in clinica. Nella psicoterapia ambulatoriale, i pazienti che soffrono di malattie mentali sono curati da psichiatri e da psicoterapeuti. Entrambi curano un'ampia gamma di malattie mentali", ha spiegato Yvik Adler, co-presidente della Federazione svizzera degli psicologi.
Ma a buttare maggior benzina sul fuoco c’è stata la decisione (il 6 aprile scorso) dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (Ufas) che autorizza gli psicologi-psicoterapeuti a continuare la loro video terapia durante l’emergenza coronavirus e a fatturare normalmente (come se fossero nel loro studio) tutte le terapie da loro ordinate e/o rimborsate. Due uffici dello stesso dipartimento decidono in modo diverso. L'Ufsp limita la possibilità di continuare la terapia con mezzi moderni. L'Ufas, invece, consente ai pazienti di farle rimanendo a casa e rispettando così le istruzioni sanitarie delle autorità.
Con l’allentamento delle misure forse la psicoterapia a fine mese tornerà in studio. “Tanti pazienti e anche psicoterapeuti appartengono a gruppi a rischio e dovranno continuare la loro psicoterapia online o per telefono per un certo periodo», conclude Thüler.